Sono felice di inserire il primo pensiero di Rosy, amica di MNV, che ci aiuterà a mantenere vivo il nostro blog e le nostre discussioni!!
‘Fallo per me....'
Non
dimentichiamo quanto possa essere duro vivere un DCA anche per le persone che
sono accanto a chi lo vive in prima persona....anche familiari, amici sono coinvolti
nel disturbo e non sapere come comportarsi è un pensiero che attanaglia la
mente ogni singolo giorno....molte volte si può incappare nell'errore di dire
'fallo per me'....un' espressione che nasce come stimolo, come volontà di
creare una reazione ma che in realtà diventa una 'falsa spinta' con la quale si
pensa di poter aiutare chi ne soffre.Quel 'fallo per me ' che significa
'ricomincia a mangiare', che si trasforma per chi soffre come un modo per
accontentare gli altri, per non destare preoccupazione. Far vedere a chi ti sta
accanto che le cose 'vanno meglio', e per vanno meglio intendo appunto che si
riprenda a mangiare in maniera normale.Ma paradossalmente questo diventa un
modo per rinforzare il sintomo perchè le motivazioni continuano ad essere
sbagliate e si continua a spostare l'attenzione da noi al cibo, agli altri
cosìcchè il disagio non si affronta affatto In questo modo si tende sempre a
spostare l'attenzione sul cibo, quello che a livello pratico si mostra ai
nostri occhi e che è obbiettivamente definibile nel reale. Ci si esprime per
ciò che vediamo, non per ciò che non è visibile e soprattutto difficilmente
comprensibile. Tutto di nuovo si sposta sulla punta dell'iceberg senza andare a
vedere il macigno di ghiaccio che si trova nell'abisso e dal quale parte tutto.
Se con la malattia si perde il vero significato del cibo per ritrovarlo bisogna
perderlo prima di vista, guardare 'ALTRO' per ritrovare e riscoprire piano
piano ciò che è realmente. La strada verso la guarigione non è semplicemente
ricominciare a mangiare.Prima di tutto è ricominciare o anche addirittura
cominciare a SENTIRE per poi comunicare, esprimere quel SENTIRE non più
attraverso il cibo. E da qui quest'ultimo, piano piano, può ritornare ad essere
cibo. Mangiare perchè si ha fame, il bisogno fisilogico che si è svestito dei
panni di demone, perchè si prova piacere nel farlo e soprattutto perchè si
sente piacere nel provare piacere. Quindi per quanto possa essere difficile
posso dire a chi sta vicino a chi soffre di DCA che tante volte tante parole
non servono..o meglio non serve chiedere 'hai mangiato?', 'cosa hai mangiato?'
quanto 'COME STAI?', 'SONO CON TE'...o anche un abbraccio, semplice ma più che
efficace...
Grazie Rosy, un abbraccio
E' così che mi è stato consigliato di fare con mia sorella e ora si sta riprendendo la sua vita! Bisogna rivolgersi sempre a dei professionisti seri .
RispondiEliminaUn abbraccio
Lilit
Sono d'accordo con Rosy sul fatto che la frase "Fallo per me..." sia sbagliata... è un ricatto morale per chi sta male che non dovrebbe mai essere posto in essere.
RispondiEliminaQuando si combatte contro l'anoressia, infatti, credo sia importante farlo per noi stesse ancor prima che per chiunque altro...
Un abbraccio...
Grazie a tutti voi per avermi proposto questa cosa meravigliosa....spero che i miei pensieri come sono utili a me stessa lo siano a a coloro che li leggeranno...vi abbraccio fortissimamente...
RispondiEliminaRosy
Nonostante il discorso dca sia stato affrontato in alcune occasioni (soprattutto,purtroppo,ogni volta che moriva una modella scheletrica..e poi l'oblio fino alla morte successiva),rimane ancora l'ignoranza su cause,effetti ed esatti meccanismi.. Molti medici di base non ne sanno nulla e difficilmente sanno dare nominativi validi,e la famiglia ne sa ancora meno.. Non sapendone un granché,tanti genitori pensano che sia un capriccio e non una vera e propria malattia,e,non capendo la situazione,cascano in questi ricatti (seppur,a volte,fatti pensando di fare del bene) della serie "Fallo per me",come a far sentire in colpa chi non riesce a reagire in una situazione molto più grande di lei/lui...
RispondiEliminaUn giorno di qualche anno fa,all'apice della malattia,mi ero sentita dire da mia suocera "Fallo per mio figlio,lui non si merita questa sofferenza",come se la guarigione non fosse un beneficio per me stessa ma,piuttosto,un favore che facevo ad altri,sofferenza che toglievo ad altri.. Oltre quasi a voler dire che facciamo ciò che facciamo per fare un dispetto,e non per un disagio profondo nostro.. Nulla di più sbagliato.
Molte famiglie fanno questo errore,allungando inconsapevolmente percorsi già difficili.. L'informazione sta alla base di tutto,e dobbiamo farla noi che sappiamo cosa succede,noi che sappiamo trovare le parole giuste parlando con il cuore! Dobbiamo farci sentire!
Grazie infinite per aver condiviso con noi un altro frammento di te,ci hai dato occasione di riflettere anche su questo aspetto!
Un abbraccio,
Petra