Cosa
significa vivere, viversi l'anoressia? Semplicemente sentirla,
sentirsela addosso, farla parlare, ascoltarla. Può sembrare assurdo
ma non lo è. Divenendo parte di te non la vivi ma la subisci, si
permea diventando un tutt'uno con te e il livello di coscienza è
pari a zero. Quando entrai in clinica per iniziare un nuovo percorso
di cura una delle prime cose che ho abbracciato è stato proprio
quello di imparare a sentire l'anoressia. Può sembrare quasi
illogico perchè uno dei primi pensieri generali e anche il mio
potrebbe essere ed era quello di fermarla. Ma per fermarla devi
prima 'conoscerla' non subendola ma vivendola. Una tappa necessaria,
obbligata del percorso di cura. Diventando succube di essa in realtà
è come se non sapessi di cosa si tratti nonostante ti abbia
accompagnato per tanto tempo. Per otto anni fondamentalmente non
l'avevo mai vissuta, proprio perchè non avevo vissuto la sofferenza.
Far parlare il sintomo come veicolo di sofferenza quindi dare la
possibiltà di comunicare il dolore attraveso esso ma con
consapevolezza, coscienza per poi lasciarlo in maniera graduale, con
tanta pazienza e trovare nuovi canali comunicativi. Come puoi
pretendere di lasciare andare completamente qualcosa se prima non
l'hai conosciuta con coscienza e consapevolezza? Devi capire
fondamentalmente cosa devi lasciare andare soprattutto se ha fatto
parte di te per tanto tempo.Diventando l'immagine dell'anoressia,
diventi tu stesso il tuo primo nemico così come lo è cibo, e
abbandonarla significa fondamentalmente lasciare questo nemico e
cominciare a trovare, a vedere, a sentire un alleato, e che ALLEATO,
te stesso e di conseguenza il cibo.
Rosy