lunedì 27 aprile 2015

Abito il mio buio

..Sola in questa stanza, dove il buio pare voglia inghiottirmi, mi cullo nei miei ricordi, le mille immagini affollano la mente, scorrono veloci come un film in bianco e nero. È un buio che non ho mai avvertito prima, mi spaventa, mi indebolisce perché ho paura di entrarci dentro.. ma soprattutto ho paura di non riuscire a starne fuori . In questo stato di profonda difficoltà mi avvolge la sensazione di un corpo deforme che non mi appartiene, non mi rappresenta. È un corpo che non riesco a modificare, che non riesco a gestire, non ho controllo su me stessa.
Continuo a mangiare cibo, anzi ingurgitare per trovare un minimo di pace, qualcosa che plachi questo senso di vuoto che avverto dentro. Ma è una gratificazione illusoria ed effimera , perché subito dopo aver mangiato subentra un senso di inadeguatezza, di umiliazione. Sono queste le uniche emozioni che riesco a sentire.
Voglio essere accettata e amata per come sono, mi dico, ma il punto è che io mi vedo tremenda, e ogni tanto vorrei sparire, sprofondare in quel buio che tanto mi fa paura. Ma proprio questo vuoto, questo buio, mi permettono di non guardarmi dentro. Mi posso e mi possono solo vedere da fuori. Perché dentro di me non so cosa si nasconda.
L’idea di avere un corpo diverso da quello che ho adesso, mi terrorizza, anche se mi affascina.
Penso che costi troppi sacrifici e troppi impegni, comporta prendersi la responsabilità della propria vita, e questo mi fa paura, una fottutissima paura.
Ma un giorno, ( 20 giugno 2011) ,proprio quando ero davanti allo specchio, che inesorabilmente mi rimanda la realtà dei fatti, decido che quello che avevo davanti era un estraneo, un elemento di me che stonava, non volevo conoscerlo ne tanto meno farci amicizia. Quindi armata di coraggio e buona volontà ho chiesto aiuto . Ho capito che la super eroina che per troppi anni aveva abitato dentro di me, non era in grado di dare supporto a nessuno. Era la voce di me bambina che chiedeva di essere aiutata, ascoltata. La voce di quel bruco che voleva diventare farfalla e che per troppo tempo è rimasto imprigionato.
Ho iniziato così a sperimentare e vivere cose diverse, ho iniziato a mangiare in modo diverso e con mio grande stupore ho notato che il cambiamento era una cosa bellissima.
Spezzare le abitudini non è stato così traumatico come l’avevo ipotizzato. Al contrario. Mi ha fatto scoprire quella parte creativa e dinamica che non conoscevo.
Quando ho iniziato il cammino verso il cambiamento le lacrime scendevano da sole, per giorni e giorni , ma era un pianto liberatorio, un pianto di felicità per aver iniziato a picconare la barriera fino ad allora impenetrabile della mia anima.
Giorno per giorno, ho iniziato a fare passo per passo, senza fretta, senza troppe aspettative e i risultati sono arrivati da soli.
Ma sono arrivati perché IO CI HO CREDUTO VERAMENTE.
Non si trattava di deludere o assecondare nessuno, era una sfida con me stessa , con quella parte bella di me.
Ora il mio corpo mi sorride, la farfalla che era in me ha spiccato il volo e i colori della mia anima non sono più il bianco o il nero ma mi posso permettere di osservare un meraviglioso arcobaleno, un caleidoscopio di emozioni.

SILVIA PUDDU