E poi, senza chiederti il
permesso, entra, entra dentro. Da dove viene? Non si sa. Ma arriva e il suo
fascino t’invade. Non subito, interamente. Piano piano, silenziosa, invisibile,
invitante… ti conquista. Le apri la porta, incuriosita da lei. Non sa
precisarti per quanto resterà, non ha valigie. Ma è un ospite che accogli
volentieri, a cui inizi a donare volentieri; spazio, cose, ciò che chiede… Non
sai perché ma ti senti piuttosto onorata che abbia scelto te. E quindi non ti
preoccupi di doverle donare qualcosa, ciò che puoi. Non ti sembra poi tanto un
sacrificio farle un po’ di posto. Anzi, il tuo animo buono e gentile, che ha
avuto posto per tanti e tanto altro, è ben disposto, finalmente, a far posto a
lei, a lei così inattesa, così diversa, così bisognosa... come te! E quando chi
ti conosce inizia a metterti in guardia, tu non puoi crederci. Così gentile,
così casta, così discreta, non può mentirti. “Ti sta ingannando!”- ti dicono -
“Ti nasconde il suo vero nome”… ma no, cosa s’inventa la gente basta metterti
paura e farti restare a terra come loro, invece di lasciarti volare… sì perché
lei ti sta insegnando a volare; ti tiene occupata per tanto tempo, certo, ma ti
promette continuamente che i sacrifici sono necessari per stare bene, per
sentirsi finalmente diverse, belle, leggere… e tu ci credi. Hai creduto in cose
ben più assurde. E poi lei finalmente ti fa stare bene. Sì, piano piano, ti fa
perdere qualcosa, qualcuno… ma non ci badi. Parla piano, sottovoce, solo tu
riesci a sentirla. Ma parla tanto, continuamente, è convincente. Ti promette una
forza mai avuta. Al suo fianco ti senti davvero finalmente forte, imbattibile,
capace di tutto, piena di coraggio. Tutti iniziano a ripeterti, sempre più
spesso, che in realtà sembri più debole, che ti vedono triste, che non sei più
quella di prima. Ovvio, finalmente ti senti così forte da riuscire a rispondere
male e sbattere la verità in faccia a chiunque; per forza cercano di fermarti,
di separarti da lei. Ma lei è ciò in cui credi, è lei la tua nuova misura di
tutte le cose. Valuti tutto in base ai suoi consigli, ai suoi ammonimenti… la
gente inizia a guardarti quasi spaventata mentre cammini per strada. Molte
amiche ti evitano, ma a te non importa, peggio per loro… tu hai lei e ti basta!
Lei è la via giusta, lei è la verità. Stare con lei è l’unica cosa che ti rende
felice, ovvero ti rende più sopportabile tutto il resto; quel resto in cui
proprio non riuscivi più a stare, a vivere… e ora stai vivendo? Beh certo… sì
forse, ora che ci pensi, ti rendi conto che esci di meno, che un po’ stanca la
sei, che devi mettere un maglione in più rispetto all’inverno passato… beh
nulla di grave… tutto nella norma. Non parli di lei con nessuno, anche perché
lei non ci tiene a farsi conoscere. Le basti tu, le bastano le tue attenzioni.
Certo vuole sempre più attenzioni; ma tu sei brava in questo, non ti pesa. Ti è
sempre piaciuto prenderti cura degli altri, sei sempre stata attenta ai bisogni
degli altri, ai giudizi degli altri… ma lei non ti giudica, anzi lei ti sta
anche rendendo meno preoccupata delle opinioni altrui. Spesso ti chiedi come
hai fatto a vivere tutto questo tempo senza di lei, che stupida che eri… adesso
finalmente hai capito che solo insieme a lei puoi resistere al mondo! Ogni
tanto ti rendi conto che tanto rilassata non la sei, la vita con lei è piuttosto
frenetica… non riesci molto a riposare. Forse è proprio lei che ti sta
insegnando a non aver più bisogno di riposo, il riposo non ti serve, è dannoso…
sei iperattiva insieme a lei… e tutti te lo ricordano, quasi come rimprovero. E
tu ormai lasci perdere, quasi compatisci quelli che non capiscono che hai
trovato la strada giusta. Non si ricordano che prima che arrivasse lei nella
tua vita eri piuttosto pigra, svogliata, depressa?! Volevi sempre dormire... e
già ti rimproveravano. Ora fai di tutto e di più e comunque ti rimproverano;
poveretti, non sanno neanche loro cosa vogliono. Tu finalmente lo sai… vuoi
vivere con lei!
Peccato che a un certo
punto la stanchezza inizi a sentirla. E’ un piccolo ritorno di vecchia
stanchezza? E no, magari lo fosse! E’ un’immensa stanchezza. T’invade e lei
dice di non averne colpa, sei semplicemente tu che non sei abbastanza
resistente… e allora ecco i sensi di colpa a non finire. Ecco il cercare di
fingere che va tutto bene, che riesci comunque a fare tutto… Ordini ai tuoi
genitori di non guardarti con quella pena e quella paura di non rivederti più
ogni volta che esci di casa… “Mamma, papà mi sono anche laureata col massimo
dei voti, vedete?” - “Va tutto bene, è tutto sotto controllo!”. Certo. Lei ti
ha insegnato il controllo… il controllo delle calorie; il controllo delle
emozioni; il controllo di te stessa! Ma tu non sei un’anima tanto piccola… ora
come ora hai un corpo troppo minuto e debole per contenere quell’anima che si
dibatte indomita! Sì, perché lei ti ha portata a far dibattere il tuo corpo… in
qua e in là… non ti permetteva di lasciarlo riposare, di tenerlo fermo, in
questo modo ti ha portato a consumarlo. Forse solo ora, dopo tanto, troppo
tempo, inizi a riconoscerlo, sei obbligata a riconoscerlo… ti obbliga a
riconoscerlo proprio quell’anima, quel dentro, che non riesce più a stare in un
corpo a tal punto consunto. E allora deborda… e cosa accade? Tachicardie a non
finire, crisi di pianto che non si fermano finché non hai esaurito le lacrime,
grida rabbiose contro chi ti sta vicino… un impenetrabile mutismo di fronte a
quel tipo in poltrona che tenta di imitare Freud…
Forse davvero qualcosa
non va. Lei è ancora lì con te ma inizi a sentire la “pesantezza” della sua
compagnia. Più ti “spoglia” di qualsiasi cosa, di chilogrammi, di amici, di
passione, più ti senti pesante. Che fare? Cacciarla? Smettere di ascoltarla?
Fosse semplice. “Smettila di fare i capricci come una bambina”-ti dicono i più-
“Non ascoltarla e il gioco è fatto”… ok volete provarci voi? Vi sembra
semplice?! “A noi no, ma TU ti sei voluta ridurre così e TU devi avere la forza
di uscirne, su che ce la fai”. Allora, innanzitutto come fare capire che tu non
hai scelto di fidarti di lei perché sei una bambina viziata e capricciosa? O
perché non avevi altro da fare?… come, d’altronde, rendere chiara la tua
situazione dal momento che tu stessa hai sempre negato fosse un problema? Dal
momento che neanche tu sai più cosa stavi inseguendo, cosa stai inseguendo…
cosa cercavi, cosa stai ancora cercando? Concentrandoti su di lei ti sei
dimenticata del mondo che non ti piaceva, ma hai dimenticato anche te stessa.
Cosa vuoi? Cosa desideri? Ma prima di tutto questo cosa volevi, cosa
desideravi? “IO NON LO SO!”. Oramai la tua risposta è questa… a tutte le domande
non sai rispondere altro che “Non lo so!”, “Non so più niente”, “Non so più
cosa fare”. Ogni tanto un barlume di lucidità ti suggerisce che avanti così non
puoi andare… e allora abbandonare lei? Questa sarà la soluzione? Ma
abbandonarla sarà un tornare indietro, al passato. Tu non vuoi questo. Non hai
fatto tutti questi sacrifici per nulla. Dovrai buttare via tutti questi mesi,
questi anni?!! Non vuoi farlo! Non puoi ammetterlo! E poi non vuoi tornare al
prima di tutto ciò. Hai ospitato lei per, finalmente, cambiare qualcosa,
cambiarti forse. E in fondo ti ha cambiata; forse non poi tanto in meglio ma
almeno sei diversa, finalmente diversa da prima, diversa da tua sorella, da tua
mamma, da tutte!!! Ma come continuare a mantenerti in questa diversità che ti sta
costando così tanto, così troppo?! Hanno già iniziato a parlarti di pericolosi
danni permanenti, di cronicità mortali… e inizi ad avere paura… paura di non
sapere cosa scegliere adesso, paura che la scelta peggiore sia ad ogni modo la
migliore, l’unica via d’uscita… e non lo dici, non lo dici neanche a te stessa
forse, ma lo pensi. E rimandi… rimandi appuntamenti, rimandi telefonate,
rimandi pranzi, rimandi scelte, rimandi te stessa! Hai rimandato così tante
volte te stessa che nemmeno ti ricordi che esisti, che ci sei, che sei unica,
inconfondibile, irripetibile!
Nulla può ormai scuoterti
e farti uscire da quel limbo in cui sei finita, insieme a lei. Nulla… niente e
nessuno… o forse no… forse sei tu quel “nessuno”… tu a un certo punto griderai…
sì, forza, ci riesci, coraggio!.. sì sei tu che gridi… ascolta… ascoltati… stai
gridando… a letto… guardati... un
semplice raffreddore e qualche linea di febbre ti hanno costretta lì… tremi,
sudi, il cuore batte lento ma forte, fatica…. gli occhi si annebbiano… non vedi
quasi più nulla… stai per arrenderti… e invece no… a un certo punto ti ascolti
e scopri di stare gridando… gridi, implori… “Mamma ti prego butta la bilancia,
voglio mangiare, datemi da mangiare!”… e con una frase urli molto di più…
“Mamma, mondo, sono qui, sono io, Chiara, la vostra Chiara, la mia Chiara, ce
la faccio, ora mi alzo e caccio via Lei, ora ho capito, ora combatto, per me
stessa, Dio dammi un’altra opportunità, sono qui e voglio vivere!!!”
Chiara Bottaro
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