lunedì 10 settembre 2018

Rabbia, indifferenza e rassegnazione


Questa è una lettera come tante altre inviate qui.
Una lettera come tante altre, che condivide un punto comune: la rabbia e la rassegnazione.
La rabbia dell’indifferenza e la rassegnazione al destino.

Sono una ragazza come tante altre che soffre di anoressia, che vive in quel mondo fatto di ossa sporgenti.

In quel posto di vuoto, dove le bilance pesano le emozioni, la fame seda i sentimenti, i grammi pesano quintali e i mostri sono fatti di briciole di pane.

In questo mondo io ci ho vissuto per molto tempo, anni, direi.

Ma se c’è una cosa che non ho mai capito, è quanto il mondo possa rimanere indifferente di fronte a tutto ciò.

Io non ne sono uscita perché le istituzioni intorno a me non sanno come trattare il mio disturbo, e nelle mie vicinanze non ci sono strutture adatte.
Io sono solo una “vittima”.

Ma non riesco a capacitarmi.
Quanta altra sofferenza deve avvenire prima che qualcuno faccia qualcosa?
Le statistiche parlano del 30% di probabilità di guarire totalmente, è una percentuale molto più bassa rispetto ad altre malattie, ma allora perché così pochi fanno qualcosa di concreto?

Anonimo


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