giovedì 15 novembre 2018

La propria salvezza




"Rifiutarsi di amare per paura di soffrire è come rifiutarsi di vivere per paura di morire

Spesso, nella vita si muore più volte. Non sono morti fisiche bensì interiori. A seconda di come il nostro animo reagisce alle situazioni che viviamo, ci sono vari fattori che possono provocare una nostra morte. Una parola di troppo, una delusione da parte di chi amiamo, un brutto voto, un biscotto in più, la morte fisica di qualcuno che conosciamo, un fraintendimento mai risolto. La lista potrebbe continuare all'infinito, perché ognuno di noi assimila gli eventi in modo del tutto personale e diverso. 
La morte dunque ci circonda, è sempre in agguato e ci impedisce di uscire dal suo cerchio infernale, fino a che non riusciamo più a distingue cosa sia vita e cosa sia morte. Allora perché siamo in vita? Perche dovremmo vivere la nostra vita se intorno c'é l'esatto contrario di essa, che ci spinge a rifiutarla? La vita non ha senso di per sé, è un vero mistero, o se vogliamo dire una magia, e come tutte le magie ha il suo trucco per essere realizzata. La vita possiede l'amore. Dentro ognuno di noi c'è la possibilità di amare, e solo l'amore è in grado di abbattere le barriere di tutte queste morti. 
Mi direte, però anche l'amore fa soffrire, può causare una morte interiore. 
Ma questa sofferenza è la prova che siamo capaci di amare, e anzi dovremmo essere grati di provarla perché ci conferma che in noi c'è vita. In noi c'é la vita che necessita di essere accudita, coltivata, paradossalmente tenuta in vita, e non possiamo farlo se non le facciamo vedere la luce o se non la bagniamo ogni tanto con qualche lacrima. 
Inoltre, questo dolore ci dà la possibilità di ripagarlo con la stessa moneta, ossia amando. Nel vocabolario, una delle definizioni di amore è "(...) desiderio di procurare il bene (...)", creare dunque un bene che parte da noi per poter annientare il male fuori di noi, e non permettergli di entrare nelle nostre vite. E se il bene parte da noi, significa che prima di tutto l'amore colpisce noi stessi, e solo dopo averci toccati può essere donato al prossimo, cosicché lui riceva amore e sua volta sia capace di amare, perché solo quando uno si sente amato, è capace di amare, amare gli altri ma soprattutto di amare se stesso per primo. 
Forse all'inizio ce ne vergogneremo, non sapremo come trasmetterlo, ma con il tempo capiremo che non c'é niente di sbagliato ad amare, non c'é nulla per cui vergognarsene, al contrario. Così la ruota gira, il cerchio della morte pian piano si restringe fino a concidere con la vita stessa, un cerchio che ora può essere fatto di amore. 
E ogni volta che la morte si presenterà sotto gni sua subdola forma, ora sapremo come inscenare la nostra magia, e il suo semplice trucco merita di essere condiviso, perché la vita merita di essere vissuta con stupore, e non con paura.

Elisa
 

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