Carissimi amici,
vi ringrazio per la grande
occasione che mi date permettendomi di raccontare la mia testimonianza: è
davvero importante per me ricordare un periodo così pieno di dolore, di lotte
ma anche di rinascita. Proprio così: rinascita!!!! Vorrei testimoniarvi che non
è assolutamente vero quello che, spesso, si sente dire alla televisione e cioè
che non sia possibile uscire dall’anoressia nervosa: il mio scopo è, invece,
quello di mostrarvi che non solo dall’anoressia si può uscire ma anche che le
ferite, il dolore, la sofferenza diventano, oserei dire, una ricchezza, quasi
degli occhiali che ti fanno guardare in modo diverso, e cioè in modo più vero e
profondo, tutte le persone che si incontrano.
Fin da bambina ho sempre sentito
in me un senso di inadeguatezza: mi sentivo debole, fragile, incapace, mi
sembrava di non meritare nulla; alle elementari mi vestivo tutta di un colore,
ricordo bene che il mio scopo era quello di non essere guardata, vista; pensavo
di non meritare lo sguardo di nessuno. Tutta questa fragilità è scoppiata in
terza media quando, senza davvero averne piena consapevolezza, ho iniziato a
privarmi anche del cibo. Giorno per giorno, in modo sempre più invadente, nella
mia mente ha preso piede la voce perfida dell’anoressia che mi comandava a
bacchetta: non so come mai, ma non riuscivo ad oppormi a tutti quei pensieri
che mi dicevano, fondamentalmente, che facevo schifo e pensavo che solo dando
loro seguito avrei finalmente trovato la pace. Invece, il dar retta a quei
pensieri mi ha condotta in una gabbia, al cui solo pensiero ancora oggi sento
una forte paura; una gabbia che si figurava come piena di sicurezze contro la
grande paura che, invece, mi faceva la
vita ma che, in realtà, distruggeva la vita stessa: ho iniziato ad eliminare
dalla mia alimentazione sempre più cibo fino ad arrivare a mangiare un pomodoro
e due fette di cetriolo al giorno. Con dolore ricordo anche la mia iperattività
(…) quando non correvo, invece, guardavo libri di ricette, gustando con gli
occhi tutto quel cibo che a me era negato. Ricordo, però, in quel periodo di
aver letto le cronache di Narnia e di esserne rimasta molto colpita; mi
chiedevo: “E’ possibile essere felici come lo erano Lucy, Edmund, Peter e Susan
quando stavano assieme ad Aslan? Esiste
davvero un mondo in cui c’è un bene ultimo capace di sconfiggere tutto il male?
Capace di rimarginare le nostre ferite?”
Ci si ammala di anoressia non per
una questione estetica, non per un capriccio. Si tratta, infatti, di un problema
molto più profondo: sono le domande sul significato della vita che vengono
coinvolte, è il non sentire il proprio valore, è l’attesa di uno sguardo che ti
dica “tu vali; sei preziosa e punto”. L’anoressia è dover essere sempre
produttivi, è una gabbia che ti fa sentire sempre sbagliata, sempre in torto, è
una voce che ti dice continuamente che sei tu la causa dei mali del mondo. Ma
non è l’anoressia ad avere l’ultima parola, cari amici. La prova concreta di
questo è che il cuore continua a domandare, a desiderare.
In quel periodo proprio quando la malattia sembrava aver preso possesso di me
al punto da condizionare ogni mia scelta quotidiana, il mio cuore continuava a
desiderare, a sperare. Il 9 agosto del 2010, ad un anno dal mio ricovero, ma
ancora nel pieno della lotta, scrivevo: “Ho voglia di cantare canzoni di
montagna, e di andare in gita. Ho preso un libro che riporta le lettere che
Lewis scrisse ai bambini. I bambini sono la cosa più bella che esista assieme a
queste montagne ed io non vedo l’ora di essere felice, felice come il sole che
splende, voglio essere felice come un bambino che fa la merenda, come chi è
così felice che canta e non sa perché”. Oppure, durante un altro periodo
difficile scrivevo questa lettera a Dio: “Tu che mi vedi, che sai la fatica che
sto facendo, Tu che mi capisci, Tu che conosci tutte le bugie che dico per non
mangiare, ecco mi rivolgo proprio a Te: ho paura a chiedertelo ma aiuta
me,Elena e tutti quelli che soffrono, fa che le persone imparino a voler bene a
se stesse, fa che l’anoressia sparisca dalla faccia della terra; ti prego fammi
vivere, non sopravvivere!!”
L’11 settembre del 2009 sono
stata ricoverata d’urgenza all’ospedale di Padova per “Anoressia nervosa e
malnutrizione grave” . Da quel giorno è iniziata la mia lotta contro questa
bestia. Sono stati anni di dura battaglia per sconfiggere quei pensieri che mi
stavano distruggendo. Ma è stato nel 2012, tre anni dopo il mio ricovero, che
ho iniziato a voler reagire pienamente: ricordo di essere andata ad un concerto
di canti napoletani di un amico dei miei. La cosa che più mi affascinava era il
suo modo di esprimere la bellezza, mi colpiva perché le sue canzoni parlavano
al cuore, risvegliavano tutti i desideri, le domande e le paure che avevo
nascosto da anni. I giorni seguenti continuavo a ripetermi alcune frasi che mi
avevano particolarmente stupita: “Dove reposa? Dove reposa? E’ la bellezza di
tutte le cose!!!” oppure “Ma ammore vero no, nun vota vico” che significa “ma
l’amore vero non cambia strada”. Ecco è
stato proprio questo che mi ha aiutata a guarire: una bellezza, un bene su di
me che non cambia strada, ma mi abbraccia in continuazione, un bene e una
bellezza capace di vincere le mie ossessioni.
Dopo il concerto sono diventata
amica del cantante, Gianni, che ho scoperto essere un laico consacrato a Dio:
la cosa che più mi colpiva era il fatto che mi volesse un bene gratuito, mi
stimava e apprezzava senza chiedere nulla in cambio, ricordo di aver mangiato
la mia prima pizza con lui. Grazie all’amicizia con Gianni ho iniziato a
ritornare a frequentare i miei amici, a camminare assieme a loro, a sostenerci
l’un l’altro. Non dico di essere guarita solo grazie alla loro amicizia, perché
per sconfiggere l’anoressia è necessario un lavoro personale sostenuto
quotidianamente da medici e psicologi
esperti, tuttavia posso affermare che è stato uno sguardo di bene, qualcuno che
mi diceva “Non buttarti! Tu vali” che mi ha aiutato a reagire, a ribellarmi
contro quei pensieri cattivi che mi stavano facendo buttare via anni preziosi
della mia vita.
Io sono cristiana (scusate, non
lo dico per creare dei muri o per convincervi ma ne parlo affinché possa
risultare più chiaro quello che dico) e la compagnia di questi miei amici, il
bene che continuamente mi dimostrano, che io credo essere il bene di Dio, sono
state e sono delle armi potentissime contro qualsiasi pensiero che mi vuole
ridurre a non avere valore. Stare con questi amici mi ha aiutata e mi aiuta
perché loro si prendono il permesso di vivere e di godersi la vita: dallo
studio, al tramonto, alla pizza; tutto per loro è un dono. Desidero stare
sempre più con questi amici così da poter vivere le cose come un dono, per
imparare a perdonarmi e a volermi sempre più bene.
Oggi guardo il mio passato con
occhi nuovi: le ferite, il dolore, il senso di angoscia che mi prende, a volte,
quando ripenso a quei momenti non hanno la meglio, infatti, sul desiderio
grandissimo che ho di andare da tutti a dire: “Guarda che tu sei uno splendore!
Io sono contenta che tu ci sia! Tu vali!”. La lotta contro l’anoressia, la
scoperta delle cause che mi hanno portata alla malattia mi hanno aiutata ad
immedesimarmi maggiormente con gli altri, ho scoperto che spesso dietro al
comportamento di ognuno si nasconde un desiderio enorme di essere amato,
guardato, stimato, tutti, infatti, ognuno con la sua storia, le sue gioie, le
sue ferite, abbiamo nel cuore un’attesa grande di essere amati e di poter
fiorire. TUTTI NOI SIAMO FATTI PER FIORIRE!!!!!
Care amici e amiche, non
mollate!! Continuate a lottare per la guarigione, non date ascolto a quelle
voci che vi comandano! Vi assicuro è possibile tornare a pranzare senza
sentirsi in colpa, è possibile non dover andare a correre ogni giorno! Voi
valete più di mille calorie! Voi valete! Il mondo ha bisogno di voi e vi
assicuro che la vita senza anoressia è proprio bella! Perché noi siamo fatti
per questo: io, voi, noi, tutti siamo fatti per cose grandi!!!
Vi abbraccio con la speranza di
potervi incontrare un giorno e fare un pezzettino di strada con voi.
Coraggio! Avanti tuttaaaa!!!!! Io
faccio il tifo per voiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Teresa