sabato 3 agosto 2019

La mia ultima lettera a Bia


Cara Bia, come va?
Non avrei mai immaginato di rivolgermi a te in questo modo e invece oggi mi ritrovo qui, alla mia scrivania, a scriverti una lettera. Di solito sei tu che mi parli, sei tu che balzi fuori da un momento all'altro, così come hai fatto al nostro primo incontro, ricordi? Ne è passato di tempo da quando ci siamo conosciute e mai avrei immaginato che saremmo diventate così intime. Ti sei presentata a me quando ero inconsapevole di quello che saremmo diventate.
Da quando sei entrata a far parte della mia vita sono cambiate tante cose, ma tu non mi hai mai abbandonata. Sei stata lì, accanto a me, quando davanti allo specchio non sorridevo più; mi hai presa per mano e mentre il mio corpo cambiava, la mia mente cambiava, la nostra amicizia diventava sempre più forte. Io e te, unite per la pelle.
Ti ricordi di quando le mie amiche mi invitavano fuori a cena, ma io rifiutavo come mi suggerivi, per poter restare con te? Come eravamo soddisfatte di non aver mangiato di nuovo insieme!
Sai, un tempo sorridevo con le mie sorelle davanti ad una bella fetta di pane e nutella, mentre ci raccontavamo la giornata trascorsa ,ma adesso a cosa mi serve farlo? Io sto qui, in camera con te; questo è il nostro mondo e nessuno può varcarlo, vero?
Con te il tempo sembra essersi fermato, le giornate sembrano l’una il riflesso dell'altra, i progressi fatti riguardano solo noi.
Volevo ringraziarti per la scorsa volta, senza te non avrei mai saputo come fare, solo tu sai come non farmi mai sentire in colpa. Quando eravamo in bagno siamo riuscite a far tutto in silenzio, affinché nessuno si accorgesse di ciò che stavamo facendo, siamo state brave! Mi sono sentita felice per un istante mentre cacciavo fuori tutto quello che non riuscivo a contenere, tutto ciò che non era parte di me. Mi hai insegnato come fare, mi hai fatto vedere come eliminare il nostro peggior nemico.
Il suono dell’acqua che in un vortice cancella tutto ci dice che abbiamo terminato.
Possiamo tornare in camera, lì dov'eravamo prima: sul letto, io e te come sempre.
Mentre ti scrivo osservo le mie mani e vedo i segni, forse indelebili, della nostra amicizia.
Mi guardo allo specchio e dietro ad un sorriso forzato vedo te. I miei occhi non brillano più come una volta, non faccio progetti da quando hai preso piede nella mia vita. Vorrei uscire da questa stanza e vivere la mia famiglia, i miei amici, come facevo quando tu non eri qui.
Il mondo intorno a noi va avanti. Se fai attenzione, lì fuori si ode di gente che chiacchiera e ride in strada , perché noi non possiamo farlo? Perché non dai la possibilità anche a me di portare al parco i miei nipoti e dipingere le nostre labbra con i colori di un gelato?
Sto diventando adulta con te, siamo cresciute insieme, ma non mi hai mai dato la possibilità di scegliere, hai fatto della mia vita un film dove le repliche sono le nostre puntate; io non ho voce in capitolo: tu sei il regista, io l’attore di scena. Mi lascio guidare da te, da quando apro gli occhi al mattino a quando ritorno a chiuderli dopo esserci date la buonanotte.
Mi volto e dietro di me vedo la mia vita passata, vedo la persona che ero un tempo e, l’unica cosa che  vorrei in questo istante sarebbe tornare a conoscerla. Ricordo il suo entusiasmo, la sua gioia, la sua forza, la voglia di vivere e sperimentare con la sua famiglia.
Dove hai nascosto tutto questo? Perché da quando ci sei tu mi sono convinta che la mia vita non potrà più tornare ad essere quella di un tempo? Perché da quando ti sei presentata hai fatto di me la persona che detesto, che vorrei cambiare, ma che non riesco a cambiare? Perché continui ad osservare compiaciuta i miei regressi? Perché ti complimenti con me quando vado a letto con lo stomaco brontolante? Perché continui a farmi sentire in colpa quando assaggio qualcosa che va oltre il tuo schema? Perché mi fai cedere ed andare oltre? Perché mi fai scappare in bagno subito dopo affinché io me ne liberi per cancellare i sensi di colpa? Perché mi privi della compagnia degli altri? Perché mi fai avere paura di sorridere? Perché aspetti che io resti sola per mangiare?  Vorrei anche io stare seduta tranquilla e sorridere attorno ad un tavolo, riapprezzare il sapore, quel sapore che non hai tolto solo ai miei piatti, ma anche alle mie giornate, alla mia vita...
Da quando siamo insieme non ho registrato alcun progresso, ho solo accumulato carte su carte, buste su buste e, mentre osservavo gli altri andare avanti, io cancellavo istanti, attimi, giorni, anni, eliminando tutto con il colpo di una catenella.
Mentre gli altri intraprendevano nuove relazioni e provavano piacere nel sentirsi stretti in un abbraccio, io ho trascorso il mio tempo migliore stringendo tra le mie braccia una tavoletta quando il mio capo non si faceva cullare e sostenere da una spalla.
Ti odio!
Sei parte di me e sei arrivata a far odiare anche me stessa.
Vorrei non averti mai conosciuta.
Mi hai trasformata, mi hai fatto credere di essere forte, mi hai convinta che sarei riuscita a stare sola, che avevo già tutto quello di cui avevo bisogno vicino a me, dentro me: avevo te!
Solo adesso ho capito cosa potrebbe significare essere forti: non vuol dire fissare inermi il soffitto trattenendo le lacrime che invece vorrebbero scendere ininterrottamente.
Essere forti non vuol dire evitare un abbraccio, scostarsi dinanzi ad un bacio.
Essere forti non significa tenere tutto per sé, una persona forte non diventa l’involucro di se stessa.
Chi è forte non nega le proprie debolezze, le proprie paure ,non finge di star bene senza gli altri, non rifiuta l’aiuto dinanzi ad un problema che si trova ad affrontare.
Una persona forte sorride, scherza, gioisce, non si abbandona a sé stessa.
Una persona forte non è quella che tiene sotto controllo la sua vita senza alcuno strappo alla regola, per poi cedere quando meno se l’aspetta.
Una persona forte tende la sua mano perché ci sia qualcuno ad afferrarla e stringerla.
Essere forti significa non credere di poter fare tutto da soli.
Chi è forte non sta male in silenzio: urla!
Una persona forte chiede aiuto e si lascia aiutare, i forti combattono!
Le persone forti non fanno soffrire chi le circonda, chi ci tiene a loro e spera un giorno di vedere un solo sorriso sul loro volto.
Essere forti non significa pensare sempre al peggio, ma cercare la soluzione.
Ecco Bia, io voglio imparare ad essere forte. Voglio che queste siano le ultime parole indirizzate a te. Voglio dimenticarmi di te, cancellarti, eliminare dalla mia testa il nostro primo incontro.
Voglio tornare ad essere la stessa di un tempo e questo sarà possibile solo se non ci sarai più tu.
Voglio distruggere questa gabbia che mi hai costruito attorno, così da poter riprendere il volo e poter urlare al mondo intero di non essere più sola; si, voglio urlare e far sentire a tutti di non essere più sola con il mio disturbo!
Ti saluto con la speranza di vedere la mia vita cambiare in meglio, senza te. Ti saluto nella speranza di non dover parlare più di te, della nostra “amicizia” e, anche se adesso sei seduta ancora qui accanto a me, ti dico addio! Spero tu possa lasciarmi presto in pace!

Simona

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In foto: opera di Malika Favre.




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