martedì 15 settembre 2020

Ciao Malattia

Ciao Anoressia, Ciao Malattia,
è un po’ che ci siamo perse, ma non posso negarti che ancora oggi, a distanza di pochi anni, porto ancora dentro di me ogni attimo e sai perché lo faccio? Perché tengo tutto vivo? Perché voglio ricordar(mi) quella che ero insieme a te. Ci sono persone che si distaccano dal proprio passato, lasciandoselo alle spalle e basta, mentre io no, anzi ti dirò di più, io me lo porto sulle spalle, con tutto il suo peso e senza provare vergogna. Questo non vuol dire non voler andare avanti, no, ma è un mio modo per averlo sempre sotto agli occhi. Perché tu eri punizione, illusione, mi hai fatto perdere anni, oltre al peso e all’ appetito. Mi hai illusa facendomi credere che non avevo bisogno di nessuno, di niente, che mi dovevo bastare da sola. Mi hai fatta vergognare di com’ero e di come stavo diventando. Mi hai fatto credere che andava tutto bene, che stavo bene e se stare bene era non riuscire a guardarmi, a non avere le forze per andare a lavorare e non ridere, allora avevi ragione. Mi hai fatta concentrare solo su di noi, un mondo parallelo, Tu ed io. Tutto girava intorno al desiderio del nulla, un’anestesia totale.
Però sai cosa? Hai presente la mia famiglia? Quelli che cercavano di parlarmi e di farmi capire che c’era qualcosa che non andava? E i miei amici? Si, proprio loro, coi quali non uscivo perché mi vergognavo, loro uscivano per mangiare un semplice e banale gelato, ma Tu il gelato non me lo concedevi mica! Loro non se ne sono mai andati. Ed è grazie a loro e a tutti quelli che mi hanno aiutata che sono qui oggi a scriverti. Di chi guardava da lontano senza poter fare molto, di chi mi guardava negli occhi e vedeva un sguardo spento, affamato di cibo e di vita. La sofferenza di chi mi stringeva a se, ma con la paura di potermi fare male e di chi mi parlava pesando ogni singola parole perché aveva il timore di dire qualcosa di sbagliato. Eri al mio fianco costantemente, ma non facevi male solo a me.
So anche un’altra cosa, cara Anoressia, so cosa vuol dire quando niente può tirarti su, quando tutto è facile a parole. Ma come lo spieghi agli altri il dolore che provi, il vuoto e l’eco che si infila nei timpani? Oggi lo so.
Se ripenso a quei momenti vedo una me piena di angoscia e dolore. Oggi ti dico “Grazie”, si, ho un grazie anche per te. Grazie perché ho capito il valore della vita e che tutti noi siamo fatti per rifiorire.
Ma adesso parlo anche a tutti voi. Care Amiche, Amici, Genitori, Parenti, tutti Voi, lottate sempre e non
mollare mai, vi assicuro che la vita senza la “Cara Anoressia” è bellissima. Che io, voi, noi, tutti siamo fatti per cose grandi.
Grazie. Grazie alla mia famiglia, ai miei amici, a tutti coloro che c’erano, ci sono e ci saranno. Ma grazie anche a me stessa, per la forza e il coraggio, il sorriso e la solarità che avevo perso ma che ho ritrovato più viva che mai. Un grazie alla vita, alla mia vita di adesso e a tutti coloro che ne fanno parte.
Ci vuole coraggio a dire: “Ho bisogno di aiuto. Sto male.”

Francesca

Nessun commento:

Posta un commento