martedì 6 ottobre 2020

Ho scelto la vita

Senza vergogna, senza paura, armata di coraggio e qualche lacrima.
Mi chiamo Martina e ho sofferto di anoressia.
Trovo la forza di dare coraggio a chi ne sta soffrendo, chi ci sta lottando.
L’ho amata, l’ho tenuta stretta a me, l’ho custodita. L’ho protetta tra le mie ossa, nella mia fragilità, mi sono identificata a lei, ho vissuto insieme a lei tre anni, insieme all’anoressia.
Mentre il mondo mi si chiudeva intorno, mi sono aperta a lei.
Poi ho chiesto aiuto. Ancora oggi non so come, ma mi sono aggrappata ad un raggio, ed ho scelto la vita.
Poi l’ho rifiutata ancora, poi l’ho ripudiata.
Mi sono creata un letto all’inferno e mi ci sono adagiata.
Ma non riuscivo ad impedire alla vita di farsi spazio dentro di me. Così l’ho ascoltata, per la prima, vera, unica volta.
Sono stati tre anni in cui mi sono quasi uccisa, mi sono odiata, mi sono messa a nudo con me stessa, con gli occhi spenti, un abisso dentro, ho attraversato il dolore e mentre tendevo la mano al domani poi facevo tre passi indietro.
Non posso spiegarlo, e forse non ci riuscirò mai.
Ho imbrogliato medici, psicologi, mia madre, mio fratello. Ma la vera menzogna l’ho sempre raccontata a me stessa, perché la verità faceva male. E la verità era che mi stavo negando un domani.
Poi, come dice una canzone, “non mi resta che allacciare un paio d’ali alla mia testa”, e mi sono sentita leggera, ho respirato l’aria e l’ho lasciata invadere i miei polmoni.
Ho scelto la vita.
E anche la vita l’ho maltrattata, l’ho ripudiata, l’ho insultata; mentre la pregavo di farmi spazio.
Così sono rinata. Per la prima volta nella mia vita sono riuscita a darmi un nome, un’identità che non si chiamava più Anoressia, ma si chiamava Martina.
E sono rinata, con tutto ciò che questo significa: ho imparato a camminare, a nutrirmi d’amore, a scoprire quali sono i miei limiti e quali gli orizzonti che voglio oltrepassare. Ho imparato a sognare, ad abbracciare, a urlare... a respirare.
Ho imparato a vivere, non solo esistere.
Certo, non è facile. Non passerà giorno senza che io non mi ricordi dei valori nutrizionali di qualcosa prima di mangiarlo, ma oggi lo mangio comunque e vaffanculo.
Non passerà giorno in cui non incontri le mie paure, perché ho imparato che ci sono alcune cose che se non le puoi sconfiggere devi imparare a conviverci, e non è segno di debolezza. Però oggi so come salutarle e passare avanti. Come farle addormentare.
Non passerà giorno in cui non mi ricorderò di tutto questo, perché è questo che mi ha reso ciò che sono oggi: che abbraccio la mia fragilità, la custodisco, perché è proteggendola che divento forte.
Ad oggi cammino verso il mio futuro, che non so ancora cosa voglio conquistare, ma mi ringrazio per essermelo concessa, un domani.
Ci saranno sempre momenti, occasioni, che mi riporteranno indietro: e io tornerò a visitare chi sono stata, e poi l’abbraccerò, la prenderò per mano e la porterò ad ammirare dove siamo arrivate e chi siamo diventate.
Non sempre mi apprezzo, però sto imparando a volermi bene. A riempire le mie crepe con i miei traguardi per ricordarmi che ce l’ho fatta. Ad accendere il sole che c’ho negli occhi anche di notte.
Ad oggi ti ringrazio cara Anoressia, perché mi hai fatto scoprire la vita. Mi hai fatto scoprire una persona, me stessa.
Non ti dimenticherò mai, mi hai lasciato cicatrici dentro, e scusa, ma ti lascio un passo indietro e io vado avanti. Verso dove ancora non lo so, ma sono sicura che sarà bellissimo e spaventoso come la vita che m’hai fatto esplodere dentro.
Abbiate paura, abbiatene tanta, fatevi male: perché, come un saggio dice, “è dal dolore che si può ricominciare”.
E niente vale quanto guardarvi allo specchio e volervi bene. Niente vale quanto essere fiere di voi.
Nonostante tutti i riflessi del passato, nonostante tutto.. ne vale la pena. Respirare. Sentirvi vive. Poter abbracciare vostra madre.
Mi chiamo Martina, e ho scelto la vita. Grazie.

Martina

 

 

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