martedì 7 ottobre 2014

Anche gli EDNOS soffrono

Carissimi,
vi scrivo per raccontarvi la mia esperienza al Centro Disturbi Alimentari di Genova.
Io mi chiamo Ilaria e la mia serenità dipende in toto dal numero che ogni mattina compare sulla bilancia. Non sono magra, non sono grassa. Sono normopeso e detesto mangiare. Ma ho sempre fame. Insomma, sono incastrata nel limbo degli EDNOS, quelli che sono disturbi alimentari generici, difficili da catalogare, troppo pesanti per conviverci, troppo poco influenti per considerarli importanti e degni di essere curati.
Ogni singolo giorno, per 10 anni, due dita in gola hanno fatto sì che il mio stomaco espellesse ogni alimento ingerito e ritenuto eccessivo. Poi sono iniziati i dolori allo stomaco e le ricerche su internet. Ho capito che mi stavo distruggendo e con molta, molta, molta forza di volontà, ho smesso di vomitare.
Ovviamente, questo, è servito solo a peggiorare la mia situazione psicologica.
Ma io non vi sto scrivendo per descrivervi il percorso di crescita del mio demone, ma per raccontarvi di come chi avrebbe dovuto darmi una mano a combatterlo, lo ha solo nutrito e fatto sviluppare.

Per qualche anno, ho cercato il coraggio di farmi aiutare. 
Questa primavera, poi, stanca di contare ogni singola caloria ingerita, di sentirmi in colpa per qualsiasi alimento assunto che non fosse frutta o verdura, stanca di essere torturata dal desiderio e dal senso di colpa, stanca di guardarmi allo specchio e vedere una ragazza orrenda e grassa, ho trovato finalmente la forza di contattare telefonicamente il Centro Disturbi Alimentari di Genova Quarto.
E' stato difficilissimo fare quella telefonata. Non so quante volte ho fatto il numero e riattaccato il telefono, decine, forse. 
Così come è stata una vera sfida di coraggio, dover andare dal mio medico generico a chiedergli la richiesta precisamente per "Consulto psicologico per disturbi alimentari". 
Insomma, io adesso, dal mio medico, non ho più il coraggio di andarci. Mi faccio lasciare le ricette in farmacia.

Comunque, armata dei rimasugli della mia forza, inizio il mio percorso.
Ho compilato questionari, risposto a domande, fatto visite, prelievi, esami.
Sono nella norma. I valori vanno bene, il BMI è normale. Il peso anche. La mia dieta è equilibrata. Migliorabile, ma equilibrata.
Dai primi giorni di giugno ai primi di agosto, sono stata seguita dalla psicologa, che ha iniziato a scavare per capire, per capirmi. E io, accecata da una fiducia che arrivava solo dalla disperazione, ho vuotato il sacco. Ho tirato fuori ogni cosa, ogni sofferenza, ogni frustrazione. Ed ogni volta lei mi guardava e sembrava aver trovato il problema.
Un'insoddisfazione generale della vita, il rapporto con mia madre, paura, mancanza di autostima, senso di colpa generalizzato, tensione accumulata. Persino il respiro affannoso, era un problema da risolvere.
"Adesso cerco di farmi un'idea generale." e "Poi ci lavoreremo.", erano le frasi che le sentivo dire.

Poi sono andata due settimane in ferie. Settimane in cui ho perso completamente il controllo sulla mia alimentazione e sulla mia persona. Sono caduta in un baratro e avevo bisogno di parlare con qualcuno, ma anche gli psicologi hanno bisogno delle vacanze e, quindi, fino a settembre, non se ne sarebbe parlato di un colloquio.

Ed eccoci ai giorni nostri.
Il 9 settembre, con il cuore disperato e confuso e con un corpo sgraziato e idealmente appesantito da cibi che non avrei ma voluto mangiare, sono andata alla mia tanto agognata seduta. E le ho detto tutto. 
Di quanto sono difficili le ferie, se hai paura di mangiare e se chi è con te non capisce. Di quanto mi sono sentita persa e disperata. Di quanto avrei voluto potermi cucire la bocca, per non inghiottire più niente.
Ebbene, il il suo parere è che io sono solo un pò confusa e non riesce a capire da dove nasce il mio malessere. Un bell'appuntamento con la dietista che schematizza il mio regime alimentare e tanti saluti. 
"Poi, se tra qualche tempo stai ancora male, SEMMAI, ci sentiamo."

Un pò confusa, ma tutto sommato ancora vogliosa di uscirne, mi reco dalla dietista, la quale, candida come una nuvola, mi chiede come va con la dieta e se ho difficoltà a seguirla.
QUALE, DIETA?
Un foglio datato giugno, con il regime alimentare che avrei dovuto seguire e che nessuno si era mai preoccupato di darmi.
Un regime alimentare i cui pasti sono il doppio di quelli a cui sono abituata, che mi è stato consegnato con l'ordine di seguirlo e la promessa sarei stata meglio e che, comunque, loro avrebbero ricontattato a breve.
E che io mi sto sforzando davvero di seguire.

E' passato quasi un mese, da quando mi hanno dato questa dieta. Ovviamente, mangiando il doppio di prima, ho messo su peso. Ovviamente, sono disperata. E, ovviamente, nessuno si è più interessata alla mia situazione.

Il problema è che io ora, non solo sono sempre ossessionata dal mio aspetto fisico e dal terrore di ingrassare, ma ho anche da affrontare tutta la serie di demoni che qualcuno ha risvegliato, senza preoccuparsi di darmi gli strumenti per farlo e lasciandomi completamente sola.
Sapete come mi sento? 
Mi sento come se avessi cercato qualcuno con un estintore che mi aiutasse a domare un falò indisciplinato e quel qualcuno fosse arrivato con un estintore pieno di benzina. E poi mi avesse lasciato in mezzo al bosco incendiato, con un bicchiere d'acqua in mano, dicendomi "Ti basta, per spegnerlo."
Insomma, sto peggio di prima. E in più sono arrabbiata. Con loro, con me stessa.

Insomma, io capisco, che ci sono persone più gravi che meritano di essere seguite con più attenzione. Ma anche le persone come me, stanno male.
Anche se non siamo obese o pelle-ossa, soffriamo.
Anche un'influenza va curata, sebbene non sia grave come una polmonite.
Non sono pentita di aver cercato aiuto, ma sono dispiaciuta ed amareggiata, di essere incappata in persone incompetenti.
Non so se voi siete le persone giuste a cui raccontare questa storia, ma mi piacerebbe che fosse pubblicata sul vostro blog, così, per condividere e confrontare un'esperienza.

Anche gli EDNOS soffrono.

Grazie.Ilaria

5 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  2. (Ho provato a pubblicare un commento in due parti ma non ne ha pubblicata una... quindi riformulo,abbi pazienza..)

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  3. Carissima Ilaria,
    penso che abbia raccontato il tuo percorso nel posto giusto e alle persone giuste!
    Io stessa mi sono riconosciuta in alcune situazione:pur essendo bulimica e quindi più "facile da identificare e seguire" (e già questa discriminazione nei DCA non va bene,non ha senso),ho conosciuto tanti specialisti che hanno allungato il mio calvario invece di aiutarmi a superarlo,gente che mi dava diete da fame per il sovrappeso o che mi faceva sprecare ore (con relativi 60/70 euro a volta) a chiedermi insistentemente cosa avessi sognato o a chiacchierare su come avessi arredato la nuova casa.. Più una perdita di tempo,oltre che di soldi e salute,che una soluzione ai miei problemi.
    Mi ci son voluti ben 7 anni per trovare la psicologa giusta,una persona meravigliosa che mi ha presa per mano con pazienza e dolcezza non smielata,che,nel percorso verso la guarigione (purtroppo non completa,ma ognuno ha i propri tempi),mi ha anche fatto conoscere la dietista giusta e mi ha permesso di avere degli strumenti che mi ha insegnato ad usare al fabbisogno. Io ero nel tuo stesso stato d'animo,stanca di gente incompetente e mangiasoldi,eppure i miei specialisti giusti,che "mi calzavano come un guanto",sono arrivati! Questo per farti capire che non ti devi mai arrendere,continua a cercare chi ti possa aiutare davvero,e tronca sul nascere percorsi con gente che non sa neanche ciò che fa,senza esitazione!

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  4. Hai incontrato gente incompetente e,purtroppo,ne incontrerai molta altra nella vita,ma non devi fare l'errore di prendertela anche con te stessa,non ha senso! Loro sono incompetenti e non sanno fare il loro lavoro,invece tu tanta manna che hai cercato aiuto,cosa che non è affatto facile.. Sentiti valore aggiunto,una vera guerriera,perché molte altre ragazze non hanno il coraggio di esporsi,e alcune di loro non realizzano nemmeno di avere un problema! Tu,oltre ad averlo capito,ti sei anche mossa per trovare una soluzione ed iniziare un percorso verso la guarigione.. Quante persone possono dire di aver fatto la stessa cosa? Cerca di incanalare la rabbia e usarla per lottare con ancora più determinazione,e chiudi quel capitolo di esperienze negative,non ti servono.. Pensa a ciò che ti può far star bene,e ad imparare più lezioni possibili da ciò che,all'inizio,ti demotiva!
    Ti porto un mio esempio recente,per spronarti a prenderla in modo diverso:recentemente sono stata indirizzata da un altro dietista,poiché non perdevo più peso (sono in obesità) a seguito di abbuffate a raffica e in teoria "avevo bisogno di una persona più rigida",e mi son sentita dire da lui "Tu ti reputi malata ma non hai nessun disturbo alimentare",con strafottenza e sguardo pieno di pena.. Non importava tutte le abbuffate che avessi elencato,quanti pensieri di rigurgitare tutto che trattenevo a stento,per lui io mi dovevo solo impegnare senza tante scuse.. Mi dicevo,mentre lui mi dava una dieta totalmente insapore dove le poche cose che amavo mangiare (vegane,come la mia scelta di vita da aprile,ma non rigidamente salutiste) mi venivano via via depennate senza pietà,"Ma non capisci che il problema non è la dieta ma sono i miei pensieri,che butto nelle abbuffate? Dopo 9 anni di calvario e frequenti scivolate,riconoscerò i segni di una possibile ricaduta nella bulimia!".

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  5. La Petra di anni fa si sarebbe arresa ad una dieta insapore,che l'avrebbe portata presto al craving (mancanza fortissima di un alimento,che crea un bisogno abnorme) e alle abbuffate più pesanti; la Petra che sono ora ha scritto un messaggio a quel dietista,dicendo "Io non me la sento di intraprendere questa dieta che mi toglie il piacere di mangiare,ridurmi ad inorridire ad ogni pasto perché c'è roba che mi fa schifo". Mi è stato risposto "Se volevi mangiare come ti pareva,perché sei venuta da me?",e io ho detto "Se avessi saputo il tipo di regime alimentare che mi avresti proposto,sarei rimasta con il vecchio schema che è perfettamente bilanciato e tiene conto dei miei problemi di salute".. Due settimane dopo ho annullato il secondo appuntamento e ho chiuso il capitolo,cercando di trovare dentro di me l'equilibrio giusto per ricominciare a mangiare come dio comanda,con i miei tempi. Così dovresti prenderla anche tu:non vedere queste esperienze come un fallimento,ma come sprono per fregartene sempre di più di chi non ti capisce (l'ignoranza è loro,non sicuramente tua!) e lottare per te stessa,mettendoci ancora più impegno e continuando a cercare specialisti migliori. Tu sai qual è il tuo valore,chi non lo capisce si perde una grande occasione! :)
    Continua il tuo percorso di lotta e desiderio di guarigione,metticela tutta per contrastare quei demoni e appoggiati a chi,come me e altre persone qui,sanno cosa stai passando! Ciò che ti tieni dentro ti corrode e basta..e ne vale la pena?
    FORZA,FORZA,FORZAAAAA!!!!
    Purtroppo il tuo disturbo alimentare è poco conosciuto,e c'è ancora la credenza che il dca sia l'anoressia grave (alias evidente anche ai sassi) e che ci siano dca di serie a e b,ma rimane il fatto che la gente soffre comunque e a volte si rovina la vita.. Per questo,con la tua storia,puoi informare chi di dovere e destare l'attenzione su questo aspetto poco conosciuto,e,ripeto,nel frattempo non devi smettere di cercare gli specialisti giusti! Prova a chiedere a questa associazione,visto che sei della zona di Genova (io sono di Parma,quindi non conosco nessuno lì..),e qualcuno che è guarito ti darà nomi validi! Non mollare!!!
    Un bacio grande grande,e grazie infinite per aver condiviso la tua storia! Che è ben lontana da essere una storia di serie b,anzi! :*

    Petra

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