mercoledì 1 luglio 2015

Tutto sommato sono contenta di me



Tutto sommato sono contenta di me, di accettarmi per quella che sono, sia con pregi e difetti e di non voler essere la fotocopia di nessuno al di fuori di me. Ho imparato ad agire con coraggio senza più preoccuparmi di compiacere agli altri, anche nelle situazioni meno favorevoli e con esiti poco vantaggiosi. Morale: dovendo comunque scegliere tra perdere gli altri o me stessa, preferisco perdere gli altri per non rinunciare alla mia dignità. Non amo le lagne, né chi si lamenta... sono convinta che chi si lamenta per ogni cosa metta in atto presunzione... si lagna chi vorrebbe modificare il presente senza prendersi alcuna responsabilità e aspetta che gli altri si occupino di lui. Credo che aiutare un lamentoso non sia affatto un atto di generosità, al contrario sia un inganno. Così facendo impedirà al lamentoso di crescere e credere nelle proprie capacità. L'arma vincente per superare gran parte delle difficoltà è agire per affermare se stessi ed essere se stessi. Non è vincente chi si sottrae ad ogni ostacolo per viltà o per avere l'amore altrui. Vincente è chi usa le proprie risorse per farsi valere, chi difende i propri spazi e diritti, chi esprime i propri desideri e raggiunge gli obbiettivi prefissati senza mettere i piedi in testa a nessuno. Non amo chi fa vittimismo, chi manipola, chi si racconta balle, chi tenta di appiccicarsi come una sanguisuga rendendo schiava la libertà e i limiti della disponibilità altrui... questo non è rispetto, è egoismo. So che è un modo sbagliato per chiedere affetto e protezione, ma non capiscono chi vive adeguandosi ai dettami altrui compiacendo gli altri per paura o per opportunismo, lamentandosi incessantemente e restando nella passiva attesa che qualcosa accadrà, verrà assorbito in una spirale di sfiducia e paura di ogni cosa? Tendere una mano, essere attenti e disponibili alle necessità altrui è positivo ma sempre, però, partendo da una posizione di autonomia per non correre il rischio di negare se stessi e fare dell'interlocutore una sorta di ricattatore. Tutti i miei ricoveri, connessi a problemi col cibo, sono avvenuti negli Stati Uniti d'America, ho avuto dei vantaggi, perché quando pazienti come me avevano tentato invano di appiccicarmisi addosso prosciugando le mie già poche energie i vantaggi che ho avuto per liberarmi delle loro catene erano stati quello di dire “sono italiana e non comprendo l'inglese”. Mary, mia madre, era americana e quando le avevo raccontato l'accaduto aveva sorriso: l'inglese lo sapevo correttamente parlare e scrivere. Ciao mamy sarai sempre la stella più luminosa. Il destino ce lo creiamo noi, sapevo che avrei raggiunto le mie mete, che avrei parlato altre lingue e non immaginavo che ad oggi avrei parlato correttamente 7 lingue... ma a che mi servono se sono da mesi inchiodata a questo letto? Un'amica non ancora incontrata, mi ha detto che la mia dignità la difenderò lottando in questo letto. Io posso solo ringraziarla e dirle che, comunque vada, è stata una presenza costante e preziosa per me, la sua positività è indispensabile come l'aria che respiro.


Anonimo

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