Tutto sommato
sono contenta di me, di accettarmi per quella che sono, sia con pregi e difetti
e di non voler essere la fotocopia di nessuno al di fuori di me. Ho imparato ad
agire con coraggio senza più preoccuparmi di compiacere agli altri, anche nelle
situazioni meno favorevoli e con esiti poco vantaggiosi. Morale: dovendo
comunque scegliere tra perdere gli altri o me stessa, preferisco perdere gli
altri per non rinunciare alla mia dignità. Non amo le lagne, né chi si
lamenta... sono convinta che chi si lamenta per ogni cosa metta in atto
presunzione... si lagna chi vorrebbe modificare il presente senza prendersi
alcuna responsabilità e aspetta che gli altri si occupino di lui. Credo che
aiutare un lamentoso non sia affatto un atto di generosità, al contrario sia un
inganno. Così facendo impedirà al lamentoso di crescere e credere nelle proprie
capacità. L'arma vincente per superare gran parte delle difficoltà è agire per
affermare se stessi ed essere se stessi. Non è vincente chi si sottrae ad ogni
ostacolo per viltà o per avere l'amore altrui. Vincente è chi usa le proprie
risorse per farsi valere, chi difende i propri spazi e diritti, chi esprime i
propri desideri e raggiunge gli obbiettivi prefissati senza mettere i piedi in
testa a nessuno. Non amo chi fa vittimismo, chi manipola, chi si racconta balle,
chi tenta di appiccicarsi come una sanguisuga rendendo schiava la libertà e i
limiti della disponibilità altrui... questo non è rispetto, è egoismo. So che è
un modo sbagliato per chiedere affetto e protezione, ma non capiscono chi vive
adeguandosi ai dettami altrui compiacendo gli altri per paura o per
opportunismo, lamentandosi incessantemente e restando nella passiva attesa che
qualcosa accadrà, verrà assorbito in una spirale di sfiducia e paura di ogni
cosa? Tendere una mano, essere attenti e disponibili alle necessità altrui è
positivo ma sempre, però, partendo da una posizione di autonomia per non
correre il rischio di negare se stessi e fare dell'interlocutore una sorta di
ricattatore. Tutti i miei ricoveri, connessi a problemi col cibo, sono avvenuti
negli Stati Uniti d'America, ho avuto dei vantaggi, perché quando pazienti come
me avevano tentato invano di appiccicarmisi addosso prosciugando le mie già
poche energie i vantaggi che ho avuto per liberarmi delle loro catene erano
stati quello di dire “sono italiana e non comprendo l'inglese”. Mary, mia
madre, era americana e quando le avevo raccontato l'accaduto aveva sorriso:
l'inglese lo sapevo correttamente parlare e scrivere. Ciao mamy sarai sempre la
stella più luminosa. Il destino ce lo creiamo noi, sapevo che avrei raggiunto
le mie mete, che avrei parlato altre lingue e non immaginavo che ad oggi avrei
parlato correttamente 7 lingue... ma a che mi servono se sono da mesi
inchiodata a questo letto? Un'amica non ancora incontrata, mi ha detto che la
mia dignità la difenderò lottando in questo letto. Io posso solo ringraziarla e
dirle che, comunque vada, è stata una presenza costante e preziosa per me, la
sua positività è indispensabile come l'aria che respiro.
Anonimo
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