domenica 30 luglio 2017

Guarire.


Hai paura di tornare indietro? 
La paura c’è sempre, c’è in tutti noi, ogni giorno. Con la paura, però, bisogna convivere. Non possiamo pretendere di non avere paura del passato o del futuro. Il passato ci segna e il futuro ci segnerà; non è detto però che questi segni non ci abbiano fatto e non ci faranno maturare. Io ringrazio “la vocina”, la ringrazio ogni istante, perché mi ha fatto prendere coscienza di quello che sono, di quello che siamo. A volte, la rimpiango. La rimpiango perché non ha più quella forza che aveva, non ha più quel grande potere su di me. Rimpiango il fatto che certi commenti e certe parole, non mi feriscano più come una volta, quasi non mi tocchino; rimpiango le crisi, i momenti di totale cecità, perché superarle era frutto di crescita. 
Rimpiango il mio corpo emaciato, e si, me ne vergogno. Contemporaneamente, mi sento in colpa, perché non sono stata abbastanza malata, mi sono fatta sconfiggere. Si, la mia parte negativa si è lasciata abbattere. Ma questo pensiero finisce qui. Infatti, ringrazio la capacità di restringere i miei pensieri in un anello circoscritto, di controllarli e raggirarli. A volte penso di tornare indietro, a volte penso che si stesse meglio prima, ma mi rendo conto che era un’utopia, quasi un’illusione, un sogno ad occhi aperti, un brutto sogno. 
Rimpiango il controllo, ma so che questa è una fase e che questo peso è momentaneo. 
Rimpiango il senso di onnipotenza, ma sulla terra di onnipotente non c’è nessuno. E non c’è nessuno che non sia influenzato dal suo passato. Pensavo che non si guarisse mai totalmente, forse, lo penso tutt’ora. Forse dobbiamo decidere noi, quando e se guarire, magari invece, quando succede, neanche ce ne rendiamo conto. Certo, la guarigione è un percorso lungo e duro, sicuramente a volte sembra irraggiungibile, ma io credo, fondamentalmente che invece di pensare a guarire, dovremmo pensare a vivere: il resto, il meraviglioso resto, viene da sé.

Anna Miglietta

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