Immaginate di prendere in mano un sacchetto, non un
sacchetto qualunque: un sacchetto portagioie, di quelli in tessuto, quelli di
velluto setoso al tatto, come quelli in cui le nonne tengono i gioielli.
Ecco, aprite quel sacchetto e dentro immaginate di
metterci tutte le emozioni: la gioia e la tristezza, la malinconia, l'invidia,
la rabbia e la felicità…tutte, una per una, come gemme preziose di vari colori
(si, un po' come le perle colorate di "Inside Out").
Ora che ce le avete messe dentro tutte, afferrate le
estremità del laccio per richiudere il sacchetto e tiratele, fino a stringere
forte l'imboccatura, senza lasciare entrare aria.
In terapia spesso si utilizza il termine
"congelamento": si parla di emozioni "congelate", che un
po' alla volta si sciolgono, man mano che si procede nel percorso. Man mano che
ci si ri-scopre, ad una ad una le si scopre. Si svelano a noi come nuovi volti,
quasi sconosciuti, perché per mesi, anni, abbiamo smesso di guardarli, di
curarli, soffocati dalla malattia.
In fondo le emozioni sono come dei gioielli, che
indossiamo ogni giorno, a volte senza nemmeno rendercene conto, perché troppo
indaffarati, o semplicemente distratti, poco attenti.
Le emozioni sono i gioielli più belli che indossiamo anche
nelle giornate più cupe, mentre la vita, nel suo scorrere, allenta o stringe le
estremità dell'imboccatura del sacchetto. Le emozioni sono gioielli che
impreziosiscono le nostre giornate, come gemme incastonate tra le nostre
cicatrici, colori splendenti alla luce del sole…no, non quello fuori, il sole
dentro.
Vi confesso che oggi mi sorprendo
ad annotare questi pensieri, che si sbrogliano, un po' come quelle emozioni
s-congelate, alla luce di una serenità nuova, faticosamente riconquistata dopo
anni trascorsi nell'angolo del buio accecante della malattia.
Mi sorprendo a sentire le mie
emozioni, che ri-nascono così, quasi senza chiamarle. Un po' come le foto
"artistiche", non le devi cercare (devi saper guardare attentamente,
quello si), arrivano da sé, spontaneamente.
Oggi non la reprimo più questa
spontaneità, non la ripugno più. Anzi voglio prendermene cura, giorno dopo
giorno, come un tesoro da custodire, perché in fondo è ciò che ho di più
prezioso nel mio stare al mondo.
Sandra