lunedì 8 aprile 2019

Io sono Luna


Mia dolce Ana,
Ne é passato di tempo eh?
Come stai? Mi chiedo dove tu possa trovarti in questo momento.
Insomma dove sono tutte le promesse che mi avevi fatto? Dov'é finita quella che credevo la mia migliore amica?
Una compagna di viaggio, una fonte di ispirazione, un accumulo di speranza...
Con te ho trascorso quelli che credevo i miglior peggiori momenti della mia vita sempre, se così possiamo definirla.
Credevo di aver imparato tutto da te, ma in particolar modo cosa volesse veramente dire la parola: "Vivere".
La realtà é che invece hai fatto tutt'altro.
Mi hai insegnato a morire, ma non una cosa indolore, mi hai insegnato come trafiggermi e uccidermi lentamente.
Mi hai accecato, non vedevo più nulla se non te. Brillavi di luce propria, una luce oscura che mi ha trascinato sul filo del rasoio.
Con te tutto quello che all'apparenza sembrava impossibile, riusciva invece a prendere vita.
Pensavo di aver finalmente incontrato una persona che non mi avrebbe mai abbandonato, ma poi con il passare del tempo, mi sono resa conto che in realtà eri solo frutto di una mia fantasia malata.
Perché gli altri non ti vedevano?
Perché mi credevano pazza?
Tu c'eri, ne ero sicura.
Più mi guardavo in quel maledetto specchio, più trovavo la forza e il coraggio di andare avanti e più la bilancia scendeva, più sentivo di star meglio.
Avanti eh, mi viene da sorridere adesso usando questo termine.
Quello che equivaleva a un andare avanti per me, era in realtà un retrocedere per tutti.
Ma allora chiariamoci, che razza di amica é una persona che vuole trascinarti alla soglia di un dolore mortale?
Oggi, dopo quasi 3 anni che combatto con te, ho deciso di svelarti un segreto: "Hai tentato di rovinarmi e credimi ci sei riuscita, ma contro ogni  aspettativa mi sono rialzata e sono risalita da quel buco nero che mi aveva risucchiata".
Non vedevo.
Non sentivo.
Non respiravo.
Batteva il mio cuore? Non ricordo.
Ho dimenticato.
Ero circondata da numeri, conti e specchi, ossessioni e obblighi.
Passi e beh km... Ora sono solo cicatrici.
Le gambe facevano male, ma non volevo dar a nessuno la soddisfazione di ammettere che avevano ragione loro, che in realtà io stavo morendo.
Non era mai abbastanza, era sempre solo sufficiente proprio perché a causa tua la perfezione regnava sovrana nella mia mente annebbiata .
A pensarci ora però mi rendo conto di una cosa: "Non c'era niente di perfetto in te, in noi.. Cioé come può essere perfetto un mostro? Già la parola dice tutto."
Una ragazza di 16 anni, intrappolata nel corpo di una bambina di 10.
Che schifo eh?
E poi torni, anzi ritorni, con fatica, forza e costanza, ti rialzi, ma allo stesso tempo, al tuo ritorno dagli abissi, ti rendi conto che non sei cambiata solo tu, ma anche tutto quello che ti circondava.
Ana, dolce e devastante Ana,
Hai cercato di portarmi via tutto e no, non nego che in parte ci sei riuscita, ma sai una cosa?
Non ero io.
Io sono Luna, non sono te.
Avevano ragione tutti, in realtà tu non esistevi.
Eri solo una stupida e tremenda malattia mortale  che aveva preso vita nel mio corpo, forse per esternare un dolore che neanche io riuscivo a comprendere.
Ma é proprio quando tocchi il fondo che decidi di rialzarti no?
Insomma che senso ha guardare il mondo al contrario?
È così bello quello che ci circonda e non importa se ancora non lo vediamo, non importa quanto tempo ci metteremo per vederlo...
La cosa importante é che prima o poi torneremo a vedere e non solo, ma anche a sentire.

Chiudi gli occhi e ascolta, ascolta il tuo cuore che batte di nuovo e sii orgogliosa del fatto che ancora produce un suono musicale e poi guardati intorno e decidi cosa farne della tua vita, ogni secondo é prezioso, perché in un solo secondo tutto può cambiare.
Ho sempre avuto paura di perdere le persone e ne ho perse fin troppe, ma perderti Ana credo sia stata la cosa migliore di tutta la mia vita.
Non nego che guardandomi allo specchio qualche volta la mia mente non si ricordi di te e non nego neanche che tutte le paranoie che per anni mi hanno accompagnata siano del tutto sparite, ma questo non vuol dire che io non possa averle piano piano abbandonate.
Sei quello che sei perché sei una ed unica.
Sei quello che sei perché il passato ti ha formato e quando ha visto che eri pronta ti ha abbandonato.
Sei quello che sei perché quando ti svegli alla mattina decidi tu se sorridere o meno, decidi tu come affrontare la giornata.
E sarai quello che sarai perché tu e tu soltanto potrai decidere cosa diventare.
Abbiamo una sola vita e ci sono già abbastanza sofferenze, guardati intorno e cerca di recuperare tutto quello che hai perso.
Ti dico una cosa però: "Ana lasciala lì, non era reale, tu sei una persona, non una malattia".
Non é un arrivederci
Il nostro é un addio.

Con affetto e un tocco di paura
La tua vecchia Luna.


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