domenica 16 agosto 2020

Pensieri riflessi

 

 

Scatta l'interruttore della luce, il solito clic che mi avverte del suo arrivo.
La vedo comparire difronte a me.
Si posiziona per bene, quasi alla ricerca dell'equilibrio su di un trampolino olimpionico per eseguire dei tuffi impeccabili, tuffi che andranno nel passato e nel presente, incerti nel futuro, e che nemmeno stavolta le faranno ottenere il punteggio desiderato.

Mi guarda. La guardo.
Avvicina una mano al viso. Faccio lo stesso.
La seguo nei movimenti, in tutto ciò che fa, ma lei non sembra farci molto caso, le interessa piuttosto cogliere un minimo dettaglio e scoprirlo diverso dall'ultima volta, o quantomeno immaginarlo.

Mi guarda. Io la vedo, lei no.
Non vede se stessa come io riesco a fare.
Io sono lo specchio della sua anima, lei un riflesso di ciò che crede di essere.

Stessi occhi, stesso naso, stessa bocca, persino stesse lentiggini che timide escono al primo sole d'estate.
Ma opposta capacità di osservazione.

Si gira di lato, ci osserva, si mette con la schiena dritta e la pancia in dentro, appoggia con delicatezza le mani sulle cosce, un tocco che cerca di nascondere la durezza di un pugno serrato al limite del sanguinamento.

Vorrei tanto uscire da questa fredda parete e stringere le sue mani nelle mie, prenderla per mano e portarla dalla mia parte dove non esiste alcun riflesso ma solo la verità.

Com'è riuscita per tutto questo tempo a guardarsi senza vedersi?
Come ha fatto ad incrociare così tante volte i suoi occhi senza leggerci dentro ciò che con la bocca non riusciva a pronunciare, che con la mente non riusciva neanche a pensare?
Come si fa a non vedere il proprio vero sé nemmeno standoci ad un palmo dal naso?

Quasi avesse sentito i miei pensieri si avvicina.
Ci guarda.
Sono pochi secondi che durano un'eternità, ma un'eternità non è nulla in confronto a pochi attimi di consapevolezza. Quelli sì che sembrano infiniti, si dilatano proprio come hanno fatto le sue pupille subito dopo aver sfiorato l'interruttore.

Dai suoi occhi cominciano a nascere lacrime che credeva di aver ormai terminato e che invece riescono sempre a trovare una via d'uscita dal caos che regna dentro lei.
Sono lacrime che fuggono dalla ricerca di amore, comprensione, speranza, che vorrebbero solo poter attraversare il mio specchio per trasformarsi in gocce di pura verità.
Ma dalla parte in cui si trova lei sono unicamente scie di dolore che le rigano il viso, dolore per essere com'è, dolore per non sentirsi com'è.

Ci sta guardando.
Credo che ora ci abbia viste.

Elisa


Nessun commento:

Posta un commento