sabato 11 febbraio 2017

Aspettando domani: da domani smetto...



E' oggi 'domani'?

"DA DOMANI SMETTO. Da domani smetto di saltare i pasti, di addossarmi tutte le colpe, di pesarmi di continuo, di percorrere a vuoto km e km, di contare le calorie, di trovare scuse, di buttare il cibo, di nascondermi, di affamare il mio corpo, di sfamare il mio istinto masochista, di cercarmi nello sguardo altrui, di rimproverarmi ingiustamente, di dire no al cibo, agli amici, alle feste, ai sogni, di dire no alla vita.
Ancora un giorno e poi basta. Ancora un giorno e poi da domani smetto. Da domani smetto."

DOMANI ARRIVA.
E' ora di smettere.
Ci provi...
...ma non ci riesci.
Non smetti. NON RIESCI A SMETTERE.

DOMANI ARRIVA E TU CONTINUI. Continui imperterrita ad ubbidire a testa china agli ordini del tuo io più severo, che tenti d'interrogare ma che non sembra disposto a collaborare. Continui, aspettando un altro 'domani', posticipando di continuo il tuo 'domani' a domani, ancora e ancora. E di domani in domani passano i mesi, gli anni, al punto che il tuo 'domani' svanisce, si dissolve nel buio che ti accerchia, te ne dimentichi. Ma non può durare a lungo, del tuo corpo non puoi dimenticarti a lungo, perché anche se tenti di ignorarlo, lui è forte, è forte anche quando è debole, anzi, diventa tanto più forte quanto più è debole, perché si avvale dell'aiuto di un'alleata che non teme scontri e non conosce freni, la malattia. Meno gli dai e più lui chiede, meno ti curi di lui e più lui implora pietà, meno assecondi i suoi bisogni e più lui si ribella contro di te. E non se ne sta zitto, cerca una via di fuga qualunque per far sentire la sua voce, manda segnali di fumo, per ricordarti che c'è: che a te piaccia o meno, che tu lo voglia o meno, che tu lo accetti o meno, il tuo corpo c'è. Tu ci sei, tu sei. E ti chiedi chi sei, ti chiedi come sia possibile essersi allontanati così tante miglia da se stessi da non riconoscersi più, da non volersi più. Tu sei anche quel corpo che talvolta ti stringe addosso. E invece che sentirtelo stretto, tu vorresti dargli aria, permettergli di respirare. Tu vorresti sentirti degna, degna di quel corpo: il tuo corpo, con tutte le sue medaglie, le sue ferite, le sue cicatrici, da poter schierare senza timore davanti agli altri, con gli altri. Tu vorresti sentirti degna di rispetto, di cure, di attenzioni, di ascolto, degna di amore.
Ma allora perché continuare ad aspettare 'domani'? Perché non spezzare il cortocircuito quotidiano facendo del 'domani' il tuo 'oggi', anticipando ad oggi il tuo domani, riconquistando quella dignità che dovrebbe spettarti di diritto in quanto essere umano?

"DA OGGI SMETTO. Smetto, senza scuse, senza incertezze. Smetto perché io voglio smettere, e se lo voglio, posso farlo, perché sono IO che scelgo che voglio smettere."

DOMANI ARRIVA MA IO CONTINUO: continuo la ricerca del 'mio oggi'.

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Oggi ho smesso, ho smesso di aspettare 'domani': ho iniziato a costruirlo ripartendo da me, dalla mia sofferenza, dall'affetto che mi sono sempre negata. Lo sto costruendo giorno dopo giorno, caduta dopo caduta, anche, e soprattutto, grazie all'affetto di chi ogni giorno mi accompagna in questo viaggio chiamato Vita e mi ricorda che lottare, per quanto faticoso sia, vale davvero la pena.

Sandra

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