martedì 11 aprile 2017

O bianco o nero. Mela si, mela no.




Alcuni giorni fa mi è capitato di scontrarmi con un meccanismo a me molto noto: la convinzione di non valere nulla. Mi sono sentita molto in difetto, ho provato disistima e un profondo senso di non valore. Era da tempo che non provavo queste emozioni in modo così forte, e ne sono rimasta spiazzata. Ogni cosa facessi mi sembrava inutile, e altrettanto inutile mi sentivo io. Mi è venuta a mancare l' energia, mi sentivo apatica, con questo perenne giudizio addosso: TU NON VALI NIENTE!!!! Quando invece io volevo a tutti i costi valere qualcosa. E sono andata alla ricerca di questo mio valore, elemosinandolo a destra e a manca. Ma senza successo. Si, perché il giudice interiore sputava sempre la sua sentenza: non è abbastanza. Tu non vali. Non sei nulla. Gli altri sono meglio di te... Mi sono sentita sprofondare. Dove era finita la mia forza? Il mio coraggio di guardare comunque sempre avanti poiché ogni cosa passa? Eppure sapevo che niente dura per sempre. Le cose sorgono, si manifestano, e finiscono. In un fluire continuo. Nulla è perenne. Mi ripetevo questo, ma non funzionava...quella sensazione di angoscia non sembrava volersene andare. Era come se fosse impregnata dentro di me. Non ho cercato la soluzione nel cibo.  No, questo no perché il cibo non è più la mia medicina. Sono invece rimasta  con queste emozioni, ed è stato bruttissimo. Le ho osservate, cercando di attutirne l'intensità respirandoci dentro, cercando di portare la calma in me. Niente. Non sapevo dove trovare un raggio di luce per incamminarmi. Ero finita nel meandro feroce dell' autodistruzione. Ero spaventata, si, perché a creare tutta quella sofferenza ero io, io con i miei pensieri. Ed era proprio questo a spaventarmi: avevo paura di me stessa !!!!!Sapevo benissimo che potevo essere anche la risolutrice di quella sofferenza...ma non avevo la forza di controbattere. La sensazione era quella di cercare di sollevarmi da terra, ma di non riuscirci perché un grande piede puntato sulla schiena mi costringeva a stare giù. Con la faccia a terra. E in quello stare giù era tanto il freddo che avvertivo. Anche se le giornate erano piene di sole, sentivo sempre dentro di me tanto freddo, come se stessi effettivamente in contatto con un terreno bagnato e il mio corpo ne assorbisse tutta l'umidità.  Finché mi si è mostrata una parte di me che reclamava attenzione. La parte che vuole sempre essere perfetta. L'ho guardata e le ho chiesto cosa aveva da dirmi. Mi ha detto che era stanca, stanca di dover dimostrare a tutti di essere impeccabile. Ho cominciato a dialogare con lei, e le ho chiesto di cosa aveva bisogno...Di riposo. Ed ecco arrivare il pensiero: "si, ma se tu ti riposi, io che faccio? Finisco con il non fare nulla perché sei tu a fare tutto...Non puoi riposarti, altrimenti io non so come fare...Io non sono capace...io non valgo..."
D'un tratto mi si è aperto uno spiraglio di luce e ho visto il meccanismo: bianco o nero / tutto o niente/ valgo o non valgo/ sono perfetta sono imperfetta...
Ho cominciato ad avvertire un leggero calore dentro di me, la paura si è affievolita e ho cominciato a sentire le tensioni che andavano lentamente a sciogliersi dentro di me.
Questo è potuto accadere perché riconoscendo il meccanismo, sono riuscita ad intravedere che tra il bianco e il nero ci sono una miriade di sfumature di grigio.  Il grigio ci è difficile però vederlo. Ma perché?  Il bianco rappresenta la perfezione. Il nero rappresenta l'imperfezione. E il grigio? Il grigio ci appare come indefinito...il grigio non ha un'identità. Quindi il grigio cosa fa? Ci crea confusione...ci crea paura...ed è qui l'inghippo. Il grigio in realtà rappresenta la via di mezzo, rappresenta l'equilibrio, solo che spesso l'equilibrio ci è sconosciuto, quindi, preferiamo stare nel conosciuto, anche se fa male, perché questo ci illude di avere il controllo. Ma in realtà non controlliamo nulla e finiamo solo con il farci del male. Quindi cosa si fa per uscire dal meccanismo del tutto o niente, del bianco o nero? Io ho iniziato  accogliendo ogni tanto uno spicchietto di grigio per vedere come ci stavo.
Facendo un esempio pratico: siamo davanti a una mela. Mela sì o mela no?
Se scelgo mela sì, mangio la mela e arriva il giudizio "Oggi sono stata cattiva. Sono imperfetta. Ho ceduto. Non valgo niente.", e  subito arrivano i sensi di colpa.
Se scelgo mela no, non mangio la mela, e arriva invece il giudizio " Oggi sono stata brava. Sono perfetta. Non ho ceduto. Valgo" e non arrivano i sensi di colpa.
E se invece scelgo la mezza mela, che cosa succede? Vogliamo provare ad esplorare che cosa accade se ogni tanto scegliamo di  stare nel grigio?
E così, ho provato a stare anche nel grigio...

Francesca

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