L'AUTOPUNIZIONE COME FORMA DI APPAGAMENTO
Desiderio, bisogno, piacere, senso di colpa,
punizione, senso di libertà.
Resistere a un desiderio, bandire il piacere,
eliminare il senso di colpa, punirsi per liberarsi.
La punizione negli anni più
bui aveva assunto nella mia vita le false sembianze di un bisogno da
soddisfare, era l'unica cosa che mi poteva dare la sensazione di sentirmi
appagata, soddisfatta, fintamente gratificata per essere riuscita ad oppormi ad
una tentazione o per aver trovato rimedio ad un mio
cedimento davanti ad esse, un dolore mascherato da piacere. Solo castigandomi
potevo espiare la colpa di essermi concessa ad un insulso piacere corporale ed
emotivo.
La punizione auto
inferta era l'unico sapore che pensavo mi provocasse benessere, quel sapore di
libertà dal senso di colpa che però ahimè rimaneva sempre lì, perché anche solo
dopo qualche minuto che la mia mortificazione si era consumata io ricominciavo
a sentirmi sporca, in difetto, sbagliata. Quelle lunghe camminate mattutine e pomeridiane,
che non avevano alcunché delle piacevoli passeggiate ma solo la rigidità di una
marcia dal gusto belligerante, scandita dai passi di un soldato pronto per la
battaglia sempre contro me stessa. Così come quel finto rifugio di casa in cui
passavo i minuti più violenti delle mie giornate, aggredendo quel corpo già
duramente provato, dove solo due dita della mia mano mi provocano più dolore di
qualsiasi ferita inferta dalla lama più tagliente. Ed ogni volta, che sia stato
per strada o in bagno, mi ripetevo sempre la stessa cosa: "Dai un altro
piccolo sforzo, hai quasi finito, pensa che raggiunto lo scopo ti sentirai
meglio", quasi per incoraggiarmi a sopportare gli ultimi interminabili
istanti di agonia.
Beh, non posso non
commuovermi in questo momento, e vi assicuro che lo sto facendo. Non solo perché
ora vorrei poter abbracciare forte la persona che ero, ma anche perché dopo
tanto dolore mi sento libera non grazie alla punizione, ma all'aria che respiro
quando passeggio tra le strade di campagna vicino casa mia, o quando non sento
più ogni angolo di casa come una gabbia o il bagno come un purgatorio, ma come
luoghi in cui non vedo l'ora di tornare dopo una lunga giornata lontano da
essa.
Per troppo tempo il
mio unico aguzzino sono stata proprio io, liberato da questo crudele compito,
ora è diventato il mio migliore amico.
Rosy
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