*Tra pochi giorni è Natale...per tutti?*
Il Natale è luce, amore, condivisione, gioia, ma non per tutti questo periodo dell'anno può essere entusiasmante.
Potrebbe capitare a chiunque: chi vive la perdita di un proprio caro, un momento difficile, o una condizione patologica.
Anche chi convive con un disturbo alimentare può avere maggiori difficoltà in questo periodo.
Lo sappiamo bene, ed è per questo che pubblichiamo questo post condividendo una toccante poesia che Ungaretti scrisse nel Natale del 1916, di ritorno dal fronte di guerra.
NATALE DI GIUSEPPE UNGARETTI
"Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
Ho tanta
stanchezza
sulle spalle
stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
non si sente
altro
che il caldo buono
Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare."
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare."
Anche chi soffre di un DCA può sentirsi così.
Ma lottare per guarire significa anche concedersi la possibilità di intravedere una luce, di ritornare prima o poi a sentire lo spirito del Natale, di accogliere se stessi, la propria ri-nascita e gioire nonostante il lungo viaggio, le difficoltà e la fredda grotta.
Non perdete la speranza.
Noi non la perdiamo mai, e il regalo natalizio più bello che abbiamo ricevuto in anticipo è stato ascoltare i pazienti dire che sono contenti di festeggiare finalmente il Natale, sapere che alcuni faranno un piccolo viaggio dopo anni e anni di immobilità assoluta, vedere la luce negli occhi di chi ha rifatto l'albero dopo tanto tempo, di chi è contento di tornare a giocare a carte con parenti e amici, e di chi decide di mangiare il pandoro senza paura di un'abbuffata o una restrizione.
Guarire è possibile e donarsi questa speranza può essere il regalo più bello.
Noi ve lo auguriamo con tutto il cuore.
Ma lottare per guarire significa anche concedersi la possibilità di intravedere una luce, di ritornare prima o poi a sentire lo spirito del Natale, di accogliere se stessi, la propria ri-nascita e gioire nonostante il lungo viaggio, le difficoltà e la fredda grotta.
Non perdete la speranza.
Noi non la perdiamo mai, e il regalo natalizio più bello che abbiamo ricevuto in anticipo è stato ascoltare i pazienti dire che sono contenti di festeggiare finalmente il Natale, sapere che alcuni faranno un piccolo viaggio dopo anni e anni di immobilità assoluta, vedere la luce negli occhi di chi ha rifatto l'albero dopo tanto tempo, di chi è contento di tornare a giocare a carte con parenti e amici, e di chi decide di mangiare il pandoro senza paura di un'abbuffata o una restrizione.
Guarire è possibile e donarsi questa speranza può essere il regalo più bello.
Noi ve lo auguriamo con tutto il cuore.
Dott. Mario Russo e Viviana Valtucci
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