lunedì 25 marzo 2019

Come un uragano



Ciao! 
Non so come iniziare e non so neanche bene cosa dire. È la prima volta che rompo il silenzio che mi ha da sempre accompagnato. Dico "da sempre" perché di anni ne sono passati un bel po’ da quel giorno, quello in cui non mi sembrava così sbagliato dimagrire un pochino, perché alla fine si tratta solo “di perdere qualche kg”.

Già, è così che ho iniziato io, avevo 15 anni e non so ancora spiegarmi bene che cosa non andasse in me, ma c’era qualcosa che proprio non mi piaceva. Era una sensazione forse, di qualcosa a metà tra insoddisfazione e inadeguatezza. Ogni tanto ci ripenso e mi chiedo se lo capirò mai. So solo che la sensazione di “potere” che ti travolge non appena ti rendi conto di avere il controllo del tuo corpo è diventata nei mesi l’unica voce che riuscivo a sentire. L’anoressia nasce da un piccolo sussurro, che piano piano ti attrae quando ti senti vulnerabile o sola, o quando ti senti inadatta, poco adeguata, insufficiente. L’unica cosa che devi fare è seguirla. Lei non ti tradirà mai, ha la soluzione apposta per te. Basta fare come dice. E poi “si può smettere quando si vuole”.

È talmente annebbiante che non ti rendi conto più di niente. I vestiti si allargano, le forze diminuiscono, ti manca il fiato anche solo per salire un piano di scale. Ma tu niente, continui, dritta, su quella strada. Dove ti porta non lo sai, ma non riesci a pensare ad altro che a percorrerla. Ti illudi che ci sarà una fine e che sarai veramente felice. Quindi continui, perseveri, controlli. Controlli il peso, le calorie, i movimenti, “se mi pettino i capelli così nessuno si accorge che me ne sono caduti così tanti”. La tua intera vita ruota intorno a questo. E nel mentre non riesci neanche a renderti conto di cosa stai perdendo. Di tua madre che vede sua figlia scomparire.

All’inizio sembra super: ti senti piena di possibilità, in grado di fare tutto. Ma poi dimagrisci e Anoressia non è ancora contenta. Devi fare di più. L’anoressia è diventata un lavoro a tempo pieno. Trascorri la giornata a contare le calorie, a pensare a cosa fare, a raccontare bugie su bugie alle persone che sono preoccupate. Non capisci neanche tanto bene il perché di quella preoccupazione, perché tu “hai tutto sotto controllo”. E poi, c’è una cosa che credo non dimenticherò mai: quella sensazione di freddo perenne che ti pervade in ogni momento.

Non riesci a smettere, sei esausta, mentalmente a pezzi. Intorno a te ti pregano di farti aiutare. Ma è questa la tua vita? A un certo punto qualcosa si rompe. Perdi il controllo. Come finisce questa storia? Non lo so ancora, è una battaglia di tutti i giorni. Mi sono resa conto che forse non è mai possibile debellare un disturbo alimentare, credo che se ti ammali questo diventi parte di te. Forse la porteremo sempre dentro di noi. E allora penso che da questo forse possiamo imparare. Imparare a guarire, imparare a credere in noi stesse, imparare a combattere con la forza di un urgano, imparare che dopo ogni discesa c’è una salita tanto dura quanto appagante quando si arriva in cima. 

Un giorno, uno di quei giorni in cui pensi di non farcela, un mio amico che non smetterò mai di ringraziare per quanto mi ha aiutato, mi ha detto “no man is an island entire of itself”. Per cui vi dico, fatevi aiutare, lottate, abbiate la forza di risollevarvi e cambiare le cose e non abbiate paura di farvi scaldare da quella famosa luce in fondo al tunnel.

Sara

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