Cara Anoressia,
anche se di caro hai ben poco
dato che ti sei portata via
tutti i miei sorrisi e ogni mio gioco.
Un piatto di pasta non ha più lo stesso sapore
che aveva quando ero solo una bambina
ancora innocente e con alle guance lo stesso colore
con cui mi svegliavo energica ogni singola mattina.
Ti sei insinuata, pallida, tra le mie giornate
isolandomi dal resto del mondo
e adesso osservo da dietro queste grate
il tempo che scorre, profano e profondo.
Tu mi hai illusa, vigliacca
di poter diventare perfetta
costruendomi attorno una baracca
dove mi ritrovo a viver costretta.
Sei quanto di più infimo si possa pensare,
sei l'amica che nessuno vorrebbe mai avere,
sei l'impossibilità di essere amata e di amare,
sei la foglia secca che mi ha fatto cadere.
Mi sono accartocciata ascoltando le tue parole,
mi sono nascosta dietro le tue preoccupazioni,
ho consumato i miei muscoli e le mie suole
per ascoltare i tuoi ordini e le tue intimidazioni.
Mi sono ridotta pelle e ossa
per un ideale che non esiste
replicando ogni tua singola mossa
che mi ha portato ad esser così triste.
Cara Anoressia,
vattene lontano da me
perchè non ti voglio più sentire mia
mentre sorseggio un amaro caffè.
Sei nei miei sorrisi spenti
nelle canzoni, nelle urla e nei silenzi,
negli sguardi bassi e nei sentimenti,
nella debolezza sino alla perdita dei sensi.
Quando lo specchio riflette i miei lineamenti
tu sei lì dietro, pronta all'amaro giudizio
e non sei mai in vena di dolci complimenti
ricordandomi tutti i difetti e ogni piccolo vizio.
Vorrei tanto che tu diventassi una farfalla
che vola rasente all'acqua di un ruscello
così vicina da rimanere poi a galla
abbandonando così il mio corpo e il mio cervello.
E allora vola lontano,
cara Anoressia,
e lascia per sempre la mia mano
e quel senso di vuoto e malinconia.
anche se di caro hai ben poco
dato che ti sei portata via
tutti i miei sorrisi e ogni mio gioco.
Un piatto di pasta non ha più lo stesso sapore
che aveva quando ero solo una bambina
ancora innocente e con alle guance lo stesso colore
con cui mi svegliavo energica ogni singola mattina.
Ti sei insinuata, pallida, tra le mie giornate
isolandomi dal resto del mondo
e adesso osservo da dietro queste grate
il tempo che scorre, profano e profondo.
Tu mi hai illusa, vigliacca
di poter diventare perfetta
costruendomi attorno una baracca
dove mi ritrovo a viver costretta.
Sei quanto di più infimo si possa pensare,
sei l'amica che nessuno vorrebbe mai avere,
sei l'impossibilità di essere amata e di amare,
sei la foglia secca che mi ha fatto cadere.
Mi sono accartocciata ascoltando le tue parole,
mi sono nascosta dietro le tue preoccupazioni,
ho consumato i miei muscoli e le mie suole
per ascoltare i tuoi ordini e le tue intimidazioni.
Mi sono ridotta pelle e ossa
per un ideale che non esiste
replicando ogni tua singola mossa
che mi ha portato ad esser così triste.
Cara Anoressia,
vattene lontano da me
perchè non ti voglio più sentire mia
mentre sorseggio un amaro caffè.
Sei nei miei sorrisi spenti
nelle canzoni, nelle urla e nei silenzi,
negli sguardi bassi e nei sentimenti,
nella debolezza sino alla perdita dei sensi.
Quando lo specchio riflette i miei lineamenti
tu sei lì dietro, pronta all'amaro giudizio
e non sei mai in vena di dolci complimenti
ricordandomi tutti i difetti e ogni piccolo vizio.
Vorrei tanto che tu diventassi una farfalla
che vola rasente all'acqua di un ruscello
così vicina da rimanere poi a galla
abbandonando così il mio corpo e il mio cervello.
E allora vola lontano,
cara Anoressia,
e lascia per sempre la mia mano
e quel senso di vuoto e malinconia.
Chiara
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In foto, opera di Beatrice Mascolo.
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