domenica 18 ottobre 2020

Cambiare in meglio

 

Saranno troppe le volte in cui mi chiederò “Perché proprio io? Perché proprio a me?”

Saranno poche le volte in cui saprò darmi una risposta, troppo, troppo poche.

Ma meglio io che la mia famiglia, meglio io che i miei amici, “perché non a me?”

 

Perché non a me?

Combattenti non si nasce, ci si diventa, ci si diventa con le sfide che la vita stessa ci pone, ci si diventa con la saggezza di affrontare le cose, di guadagnarsi la vittoria senza però non meditare la sconfitta.  Ci sono troppe cose che hanno un perché, troppe cose che non ce l’hanno, l’anoressia è una di queste. L’anoressia è uno dei tanti argomenti che ti fa sedere a tavola sconfitta, triste e frustata, quando, per tante altre persone, il momento migliore è proprio quello di sedersi a tavola e mangiare, mangiare tutto e di più.

Mi chiamo Chiara e ho 19 anni, vivo in un piccolo paesino situato in provincia di Benevento, sono già stata ricoverata una volta per anoressia e sono sotto rischio di esserlo di nuovo. Perché sì l’anoressia non ti guarda in faccia, non gli importa del tuo aspetto, com’è il tuo naso, la tua bocca, come sono i tuoi occhi, se hai amici o meno, a lei interessa nutrirsi di te, nutrirsi di “vita”.

Ti toglie tutto, a partire dalla tua “dignità” a finire di perdere perfino la tua identità ed essere quella soprannominata “Anoressica”

E si sa, quanto può essere dura perdere la propria identità, quella costruita e fortificata soprattutto con l’adolescenza, vederla cadere giù come un battito di ali, ti fa sentire sconfitta. Mattone dopo mattone costruisce una casa, forchettata dopo forchettata non fa guarire dall’anoressia, mettetevelo in testa, non si sceglie consciamente l’anoressia, è una malattia, e in quanto tale, non decidi tu di ammalarti. Mi farebbe davvero piacere farlo capire a chi non la pensa così.

Ho conosciuto questo nemico, nel 2019, ho passato il mese di giugno, mese per cui iniziano le vacanze, in un letto d’ospedale, pesavo 35 kg, sono uscita da lì con 40 kg, non il massimo, ma credevano che finalmente avrei potuto continuare il percorso riabilitativo da casa e invece non è finita così. Dai 40 kg, ho avuto un crollo, e sono finita a pesare 33 kg, attualmente ne peso 35 e sto continuando il percorso terapeutico con persone specializzate.

L’anoressia, ha bussato alla mia porta e io inconsapevolmente l’ho aperta. Perché sì, quando si tende a fidarsi della mente e del cuore, questo succede. L’anoressia vuole portarsi via la vita, il futuro, la bellezza e il piacere delle cose, soprattutto l’amore.

Ma non bisogna permetterlo, a volte non si riesce neanche ad esprimere tutto ciò che ci fa provare questo nemico così grande. È un po' come avere la testa continuamente in guerra, contro sé stessi. Ma sono sicura che un giorno, ritroveremo la nostra metà, ciò che eravamo prima della malattia, troveremo il coraggio di guardarla e cambiare. Cambiare in meglio… perché si può e si deve.

Chiara P.

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