giovedì 12 gennaio 2017

L'amore e la compassione per Hachiko...l'amore e la compassione per me stessa





L'altro giorno ho rivisto, dopo molto tempo, il film Hachiko. Hachiko è tratto da un fatto realmente accaduto. Narra la storia meravigliosa tra questo cane giapponese, Hachiko, e il suo padrone., un professore universitario..Entrambi sono legati da un sentimento di profondo amore e fedeltà e si sentono felici quando uno è vicino all'altro. Ogni mattina il suo padrone si reca in stazione per prendere il treno per andare poi a lavorare. Ogni giorno, Hachiko lo accompagna per poi far ritorno puntualmente alle 17 quando lui rientra dal lavoro. Finché una sera, il padrone purtroppo non tornerà più perché muore improvvisamente colto da un malore durante una lezione che stava tenendo in università. Da allora, per ben 10 lunghi anni, Hachiko è sempre stato davanti alla stazione, nella speranza che il padrone facesse ritorno. È rimasto là su quel piazzale, su quel muretto, fino alla fine della sua vita.
Inutile dire quanta emozione ha scatenato in me. Ho pianto tanto...ma del resto, chi non piangerebbe di fronte ad una storia così toccante?
Sono andata anche in internet per leggere la storia vera. È avvenuta tra il 1923 e il 1935. Ho trovato anche numerose foto e qui, è stato un crescendo di emozioni. Ho provato davvero tanta compassione verso la sofferenza di quel povero animale. Ho provato sulla mia pelle il suo dolore, il dolore di chi attende invano il ritorno di una persona amata. Un persona che per Hachiko era tutta la sua vita. Questa intensità di sensazioni provate mi hanno fatto riflettere... E ancora adesso sto pensando al turbinio di emozioni che si è generato dentro di me. Quando il film è finito, mi è rimasto addosso un senso di angoscia. Un' angoscia che non provavo più da anni: il non accettare la morte. Pensavo ad Hachiko, all'ingiustizia che ha dovuto subire: la perdita prematura del suo amato padrone. Ad Hachiko non interessava avere un'altra casa, avere altre persone che si sarebbero occupate di lui. Lui voleva solo il suo amato padrone. E nessun luogo poteva essere per lui casa se non quel muretto davanti alla stazione.
È stato difficile stare con questa angoscia. C'era molta resistenza in me. Avrei voluto avere qualcosa che potesse anestetizzare ciò che stavo provando. Lo sguardo sofferente di Hachiko....un marchio indelebile nel cuore. Un dolore che è arrivato come un'ondata e mi ha travolto. È stato impossibile non provare compassione e amore per Hachiko......E ora sono qui...e sto pensando......che cosa accadrebbe se questa emozione intensa di compassione provata verso questo cane potesse essere rivolta con uguale intensità verso la parte di me più fragile, più vulnerabile, la parte di me ferita? Come cambierebbe il rapporto che ho con me stessa? Se invece di puntarmi perennemente il dito contro... invece di giudicarmi...invece di punirmi e provare sensi di colpa...ebbene, come sarebbe se al posto di tutto questo riuscissi a portarci questo sentimento di profonda compassione e amore provato per Hachiko?
Come è così facile, naturale, spontaneo provare amore verso un animale che soffre, un bimbo che piange, un anziano malato, così ci viene naturale e automatico provare giudizio, indifferenza, odio verso la parte di noi più debole, più sensibile, la parte di noi sofferente.
C'è un modo per poter disattivare questo automatismo distruttivo per portarlo non più contro, ma a  favore di noi stessi?
Sto riflettendo.....Quando ero seduta sul divano a guardare il film, la mia mente, i miei pensieri erano tutti verso il dolore che stava provando Hachiko. Sono riuscita a provare compassione perché nel mio pensiero non c'era giudizio..anzi...c'era la totale assenza di giudizio...non c'era il mio ego a sputare sentenze...Questo ha permesso che i miei pensieri fossero focalizzati su ciò che Hachiko stava provando. Il suo dolore mi è arrivato addosso ed è riuscito a toccare delle corde profonde dentro di me.
Allontanando il giudizio, allontanando il dito puntato contro, allontanando l'indifferenza è venuto a sorgere l'amore e la compassione.
Ora, non so se riuscirò a metterlo in atto ogni giorno, ma voglio provarci. Siamo all'inizio di gennaio, quindi, periodo di buoni propositi. E allora, il mio buono proposito per questo 2017 è cercare di far sorgere l'amore e la compassione verso me stessa.
Ogni qual volta incomincerà a saltare fuori un giudizio critico, un senso di colpa, un darmi addosso, il famoso dito contro, cercherò di ricordarmi che la sofferenza di Hachiko non è così differente dalla mia stessa sofferenza.
Quel giorno, avrei voluto alzarmi...avrei voluto fare qualcosa...Essere la', oltre lo schermo della televisione, e poter abbracciare Hachiko..potergli ridare la gioia, l'amore, la felicità....Questo non lo posso fare per Hachiko.....ma posso farlo per me stessa.

Francesca 

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