Cara Marghe,
sei stata un fiore bisognoso,
talmente fragile da spezzarsi semplicemente con una folata di vento. Nessuno ti
ha annaffiata, accudita, nessun raggio di sole ti ha sfiorata. Ma anzi ti hanno
calpestata senza riguardo e senza pietà.
Sei nata come un bocciolo
colorato, pieno di sfumature pronte a sfoggiare la loro bellezza. Purtroppo
qualcosa è andato storto, non sei mai sbocciata.
Crescendo, sei diventata sempre
più sensibile e fragile… Fino ad ammalarti. Forse per la poca sicurezza in te
stessa, forse per il poco amore ricevuto, forse per attirare l’attenzione, per
essere finalmente accudita da qualcuno.
Ricordo quanto eri esile,
ammaccata, sola. Eri completamente soggiogata da colei che ritenevi tua amica,
l’anoressia. Sei stata catapultata nel mondo delle ossessioni, delle paure e
del masochismo.
Numerosi ricoveri, pianti
isterici, disperazione, urla, tagli, sangue…
Ricordo quanta ansia avevi
durante la giornata. Iniziando dal mattino, su cosa metterti perché dovevi
indossare qualcosa che potesse contenere grandi quantità di cibo; l’ansia su
dove ti avrebbero messa in “sala terapia”, perché se eri di spalle alle OSS non
avresti potuto nascondere; le camminate in giardino a temperature disumane; le
comparazioni su chi era più magro, su chi mangiava cosa. Ma il panico maggiore
arrivava al momento dei pasti, in particolare pranzo e cena. Oh, quanto olio su
quelle vaschette di plastica bianche… quanto cibo, rispetto alle altre. Eppure
in quella maledetta vaschetta c’era il tuo nome stampato. Non potevi scappare.
I pranzi più disperati, quelli
domenicali. Ritenevano che la domenica doveste mangiare cose più “elaborate”,
perché così funzionava in una famiglia tradizionale. Così, spesso avevate Pollo
arrosto con Patate al forno; o pomodori ripieni di tonno e verdure grigliate…
un incubo. Quante volte, hai desiderato morire.
Troppa sofferenza per un fiore
piccolo come te. Tanti ricoveri salva vita, ma nessuno che ti abbia aiutato
veramente. Ciò che ti ha salvata, è stata proprio la vita. Perché un giorno hai
detto basta, hai preso le redini e hai iniziato a lottare veramente. Ti sei
resa conto che era importante capire il senso della tua esistenza, non
annientarti. Perché tutti noi abbiamo un senso. E dobbiamo trovarlo, a costo di
stravolgere la propria vita.
Tu ti sei messa in gioco, hai
lasciato da parte tutto il resto e ti sei data un senso. Ti sei posta mille
domande che alla fine hanno avuto risposte. Tante cose ancora sono irrisolte,
ma l’unico modo per risolverle è vivere. Giorno dopo giorno, attimo dopo
attimo, tutto si sistema e trova il suo equilibrio. Importante: saper
aspettare.
Paradossalmente il tuo senso è quello
assicurarti che tutti stiano bene, ma senza uccidere ciò che sei. Il tuo lavoro
come massaggiatrice, ti ha insegnato a schermarti abbastanza da non assorbire
tutto il dolore degli altri ma allo stesso tempo sai alleviarlo.
Tutte le persone lasciate da
parte in questi anni, erano ancora lì ad aspettarti. Capendo così che non sei
mai stata sola. Che ti amano incondizionatamente. Compreso l’amore della tua
vita, che hai allontanato bruscamente allora, ma che è sempre stato ad
attenderti. E adesso siete finalmente insieme, stavolta per davvero.
Chi ti ama ti ammira, per la
forza che hai avuto e per quella che hai ogni giorno. Alcune persone si sono
confermate come ciò che credevi, ma non importa. Ne hai tante, tantissime
altre.
Adesso hai chi si prende cura di
te: TE STESSA. Hai capito che la persona più importante presente nella tua vita
sei tu. E che, senza di te, niente funziona. L’equilibrio tra mente, anima e
corpo… quel corpo tanto odiato, DEVE far parte di te. Senza ripudiarlo, senza
devastarlo. E’ il tuo tempio e da tale devi trattarlo. Non ce ne sono altri,
questo è e questo avrai.
Alla fine abbandoni tutte le tue
paure e inizi a vivere, scoprendo che tutto ciò che un tempo ti terrorizzava,
adesso sono semplici attimi che fanno parte della vita. Adesso ti emozioni per
una giornata di sole dopo anni di pioggia, per un panorama mozzafiato o per un
bacio inaspettato. Sei così piccola rispetto al mondo, eppure ti senti tanto
forte da conquistarlo. Mentre prima eri un bocciolo difficile da sbocciare, ora
sei un albero con solide radici. Ogni tanto si spezzano, ma ce ne sono altre
mille a sorreggerti.
Questo va a tutte le anime
fragili, che credono fermamente di essere schiacciate dall’universo. E’ vero,
siamo un microcosmo rispetto al macrocosmo dell’universo, ma ciò non significa
che siamo inutili. Dovete trovare il vostro senso e andare oltre all’apparenza
delle cose. Perché dietro a quest’ultima c’è un vortice di emozioni e bellezze
che, prima di darvi per vinte, dovete provare. Nel mio piccolo microcosmo, vi
giuro che il bello c’è, dobbiamo solo imparare a vederlo.
Margherita