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Questo spazio è dedicato a tutti coloro che vogliono CREARE UNA NUOVA CULTURA SUI DCA. Siete tutti importanti perchè unici, così come uniche sono le vostre storie e i vostri pensieri. Questo Blog resta quindi aperto a chiunque voglia proporre o condividere, perché Mi Nutro di Vita è di tutti ed è fatta TUTTI INSIEME.

giovedì 10 ottobre 2013

Irene...una nuova amica

Abbiamo deciso di pubblicare uno degli articoli che la nostra nuova amica Irene ha inserito nel suo blog.
un abbraccio
Michi


Tally Weijl: La verità, vi prego, sulla moda
Da Tally Weijl messaggi pro anoressia
Non è bastata la morte di Isabelle Caro, modella francese che nel 2008 aveva posato, scheletrica e nuda, per Oliviero Toscani,  nella controversa campagna contro l'anoressia lanciata dal marchio di abbigliamento italiano Nolita. Non è bastata la morte delle sorelle Ramos e di Caroline Reston, tre modelle sudamericane decedute per le conseguenze del disturbo alimentare di cui soffrivano. Non bastano le innumerevoli sfilate di moda dove, tra le già magrissime partecipanti, figurano ragazze che esibiscono gli evidenti segni di un deperimento fisico provocato da patologie legate all'alimentazione; un caso su tutti quello della Berlin Fashion Week del 2010, dove lo stilista Patrick Mohr aveva fatto sfilare modelle disgustosamente magre, pelate e con una barba posticcia. (Curiosamente, in quell'occasione le critiche erano state volte più all'aspetto sgradevolmente caricaturale di quelle donne barbute che non alla condizione clinica delle stesse.)  Non sono bastati nemmeno tutti i tentativi (a mio avviso ridicoli) di "ridimensionare le taglie", di "proporre nuovi canoni", di "esaltare le curve femminili": niente di concreto è stato fatto, nessun cambiamento significativo apportato. Gli stilisti continuano ad esigere ossa e magrezza, come testimonia lo scandalo scoppiato a Stoccolma, dove alcuni agenti reclutavano pazienti all'uscita della clinica per la cura dei disturbi alimentari più grande di tutta la Scandinavia, offrendo loro un contratto da modelle. Eppure, nonostante queste notizie, c'è qualcuno che ancora non ha capito la gravità del problema: due giorni fa, esposta in bella vista nel negozio Tally Weijl di via Torino a Milano, campeggiava una maglia con la scritta "DON'T FEED THE MODELS".("Non nutrite le modelle".) Alla luce di esempi così eclatanti di come il mondo della moda stravolga e influenzi i corpi e le menti di migliaia di ragazze e donne, ci vuole un bel coraggio a propinare un simile slogan, che può essere definito a tutti gli effetti come inneggiante all'anoressia. Inoltre, data la chiara allusione ai cartelli che vietano di dare cibo agli animali ("don't feed the animals", "don't feed the birds") il messaggio veicolato è anche profondamente irrispettoso nei confronti della donna, presentata alla stregua di un animale che non merita di essere nutrito. E questa idea è proposta con estrema leggerezza e voluta noncuranza alla (per lo più giovane e non necessariamente consapevole) clientela del negozio che, passivamente, recepisce e sublima un pericoloso messaggio all'interno di un ambito apparentemente innocuo - un negozio di moda giovanile. Complimenti a Tally Weijl!
 
Irene

6 commenti:

  1. Tally Weijl, mio negozio di fiducia.
    Ci sono rimasta decisamente di m***
    Mai e poi mai potrei andare in giro con una t-shirt con su scritto "DON'T FEED THE MODELS" MAI !!
    Ma stiamo scherzando?
    Dicono che la moda non c'entra nulla con anoressia e bulimia, e poi inducono ragazzine ad indossare magliette con su scritto "Non nutrite le modelle" ?
    Ma quando la vogliamo smettere di indurre le persone ad un lento suicidio?
    Le persone pensano che i problemi legati al cibo siano un capriccio, in realtà bulimia e anoressia sono delle malattie vere e proprie. Negli ultimi decenni, il tasso di mortalità legati ai DCA è passato dal 10% al 20%.
    Smettiamola con questa ignoranza e con queste prese per il culo!
    Invece di incoraggiare alla magrezza, incoraggiamo e aiutiamo tutte quelle persone che - anche in silenzio - stanno morendo dentro, ogni chilo perso è come sentirsi morire, ogni abbuffata è come sentirsi sprofondare, ogni qualvolta che si infilano due dita in gola è come buttare nel cesso quell'ennesima speranza di essere una persona normale e felice con il proprio corpo e con gli altri.

    Mi spiace il piccolo sfogo, ma vorrei che la gente capisse la gravità e la sofferenza di una speranza che in breve tempo potrebbe diventare una condanna.

    Grazie Mi Nutro di Vita e a Irene per questa documentazione.
    Ho linkato questo post su fb.

    Noemi

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  2. Bè, dato che si parla di anoressia e moda, e dato che questo blog si propone di parlare dei disturbi alimentari per quello che realmente sono, una volta letto questo post che mi sembra molto di parte ma anche scritto con molta ignoranza in materia, vorrei proprio poter dire la mia, dato il lavoro che faccio.

    Il 90% delle modelle/fotomodelle NON è magra di costituzione. Il 100% delle modelle segue diete ferree. Ma quasi nessuna è anoressica. Le modelle/fotomodelle possono essere – e spesso lo sono – effettivamente esageratamente magre. Premesso che nel 99,9% dei casi lo sono perché le loro immagini sono state modificate a dovere mediante l’ausilio di uno dei molteplici programmi di fotoritocco (non esiste singola foto di shooting che non venga ritoccata al Photoshop, non esiste proprio!), è pur vero che per lavorare come modella/fotomodella è spesso richiesta una magrezza fin troppo eccessiva. Ma magrezza. Non anoressia. Non facciamo confusione tra le due cose. Nella stragrande maggioranza dei casi la modella/fotomodella non mangia un cazzo perché se sei più magra (e più alta!) ti vengono affibbiati più lavori e guadagni di più. Tutto qui. Niente a che vedere con un disturbo alimentare. Difatti, una volta sopraggiunti i limiti di età ed abbandonata la professione, la stra-grande maggioranza di queste donne ricomincia a mangiare normalmente e se ne sbatte.
    Poi, effettivamente, c’è qualcuna che ha realmente un disturbo alimentare (eccomi, presente!). Ma si contano sulle dita delle mani. Per la maggior parte, si tratta di ochette che vogliono essere più magre delle altre solo per lavorare di più, è una sfida prettamente fisica, non sussiste nessuno degli aspetti mentali che caratterizza l’anoressia come tale.

    Cioè, penso che chiunque legga abitualmente questo blog sappia bene che l’anoressia non è un discorso di magrezza, ma di sovrastrutture mentali, ossessioni, manie di controllo totale, che sono quelle che caratterizzano l’anoressia in quanto tale. La stra-grande maggioranza delle modelle non ha nessun pensiero di questo tipo, pensano solo a dimagrire, ma non c’entra nulla con tutto il pattern mentale che è tipico dell’anoressia.

    I mass media vedono una modella/fotomodella eccessivamente magra e sbam!, si mettono a dire che è anoressica perché fa tanto notizia. Ma sono puttanate. Poi magari quella modella tira fuori una storiella lacrimosa su come ha combattuto contro l’anoressia e sbam!, miriadi di telecamere puntate su di lei a dire quant’è stata coraggiosa e strafiga. Ma sono puttanate. La modella ha fatto la fame per entrare nella taglia 36 e fare due servizi fotografici in più, poi ci vede l’occasione di un ulteriore guadagno se va in televisione a fare l’eroina tragica, e fa 2 + 2. Ma non c’entra una mazza con l’anoressia tutto questo.

    Quella magrezza spesso esagerata da opportuni software non ha niente a che vedere con l’anoressia, checché ne dicano i programmi in televisione.
    Gli stilisti insistono e rompono parecchiio le palle con tanto di minacce per avere un dimagrimento fino a che una non riesce ad entrare nella 36, perchè più la donna è magra, più è un buon manichino per l'esibizione dei capi (sì, che ci crediate o meno, succede proprio così), e certo questo può essere un comportamente discutibile; però, ripeto, il lavoro di modella/fotomodella in sè non c’entra praticamente niente con l’anoressia.

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  3. Cara Jonny,
    ho voluto rispondere al tuo commento perché a mio parere c'è stato un fraintendimento. Nessuno è qui per criminalizzare il mondo della moda, nessuno lo vuole identificare come un mondo negativo che ti obbliga ad entrare nel vortice dell'anoressia...chiariamoci! Come in tutte le cose bisogna stare molto attenti a non generalizzare. Dato che conosco poco questo mondo, non ritenendomi competente non mi permetterei mai(come penso anche la nostra amica Irene) di giungere alla facile conclusione...le modelle sono troppo magre...bene sono anoressiche. Quello che volevamo dire e che penso anche tu possa condividere è il fatto che sicuramente si spingono giovani ragazze ad andare contro natura, ad assumere un apporto calorico inferiore a quello necessario per una vita sana ed equilibrata. A questo punto chi magari è più sensibile o fragile emotivamente può facilmente cadere in quel vortice. Questo in relazione ad un discorso più generale. Per quanto riguarda la maglietta con la scritta "incriminata" io la giudico come una scelta di cattivo gusto, un modo forse per criminalizzare ancora di più il mondo della moda.
    aspetto una tua risposta
    Michi

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    1. Cara Jonny, cara Michi,
      vi rispondo innanzitutto scusandomi se quello che ho scritto è passato come generalizzante. In realtà ho riportato degli esempi che, pur nella loro verità, non intendono definire la totalità del mondo della moda. Il mio è innanzitutto un invito a riflettere sullo squallore del messaggio scritto sulla maglietta, che, in maniera più o meno diretta, mette l'accento sul gesto del nutrire e su una fetta della popolazione femminile notoriamente non molto nutrita. E, ad un diverso livello, scredita la donna ponendola sullo stesso piano di un essere che non va nutrito.
      In ogni caso trovo assurdo proporre uno slogan del genere - ma cosa rappresenta?
      Concordo con te, Jonny, sul discorso del fotoritocco, ma ancora, perché? non vedo dietro alle ossa, né vere né ritoccate, molta bellezza. E non capisco perché una donna dovrebbe desiderare di essere un buon manichino. è poi vero che tante (troppe) ragazze "ochette", come giustamente dici tu, si atteggiano: alcune restano delle "atteggiate", altre perdono il controllo sull'atteggiamento. Ma appunto per questo, proprio perché parliamo di ochette atteggiate, pensa che bel messaggio da proporre in un negozio frequentato per lo più da ragazzine...
      Vi ringrazio per i commenti, in ogni caso - se non ci fossero opinioni diverse, dove andrebbe a finire il dialogo?
      Ti chiedo però, Jonny, di non saltare a tua volta a conclusioni come la "molta ignoranza" di chi scrive: tieni presente che siamo su un blog, e pertanto non possiamo sapere chi si "nasconde" dietro le pubblicazioni (né quali siano i suoi studi, interessi o trascorsi.)
      Grazie ancora ragazze,
      Irene

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    2. cara Irene,
      sono perfettamente d'accordo con le tue parole!!! ho scritto perché non volevo che il tuo post fosse frainteso...io avevo condiviso sin da subito il tuo pensiero altrimenti non lo avrei pubblicato. Ti ho chiesto se gentilmente potevi intervenire nuovamente di modo da spiegarti meglio in prima persona.
      grazie ancora
      Un abbraccio
      Michi

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  4. Il mio “molto ignorante” non aveva accezione offensiva, bensì voleva banalmente essere constatazione del fatto che, non lavorando in un certo ambiente, ignorate come stanno veramente le cose. Visto che siete così intelligenti, con studi, trascorsi e comprensione immediata del pensiero altrui, mi stupisce che non siate riuscite a capire questo.

    Dato che Irene cita molteplici esempi di modelle, quel che volevo dire è che il sillogismo "modella-moda-anoressia" è assolutamente da sfatare. Vi invito ad una banalissima riflessione: una persona può essere anoressica anche a 90 Kg, perché, volendo rimanere solo sulla mera superficialità e parlare unicamente dell’aspetto “alimentare” di un DCA, allora l'anoressia banalmente spiegata è il MODO IN CUI tu mangi un panino. Non QUANTI panini ti si possono contare sulle chiappe. E, traslando il discorso nel campo della moda, una modella può perdere tot Kg per entrare in quel vestito, ma non necessariamente in quei tot Kg ci vede la sua vita, come invece è per la persona che ha l’anoressia (che poi questo sia moralmente giusto o sbagliato, è un discorso a parte che apre una mega parentesi).

    Per rispondere invece alla tua domanda, Irene: le case di moda offrono un ideale, un sogno se vogliamo. L’immagine dell’irraggiungibile racchiuso in uno scatto. L'utopia della modella con la pancetta, della modella "umana", non si realizzerà mai. Ed uscendo dal moralismo comune e privo di critica, non piacerebbe a nessuno. Tutti bravi a dire "bisognerebbe che le modelle assomigliassero alla mia vicina che va a fare la spesa per i suoi 3 figli"… ma dai!! Davvero chi lo dice ci crede?? Ne dubito fortemente.

    Lo slogan sulla maglietta lo trovo stupidino, fine a se stesso, un tentativo abortito di fare ironia. Ma, francamente, inoffensivo.

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