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lunedì 5 ottobre 2015

Fame d'amore





Placare la fame d’amore, placare quella per il cibo. Due bisogni che per quanto possa sembrare assurdo possono essere legati da un filo invisibile, un filo conduttore che li mette continuamente in comunicazione rendendoli un’unica cosa. L’amore come il cibo fonti insostituibili alle quali attingere per stare al mondo, per vivere. Eppure si può, ci si impone di placarle nel momento in cui diventano demoni. La fame d’amore se non viene appagata, se non si trova la giusta strada per far si che quell'amore ti riempia in maniera naturale sentendo tutta la sua magia, non solo ti spaventa e tendi ad annullarla ma cominci a percepire quell'amore solo come qualcosa di irruento, che ti aggredisce, che ti investe fagocitandoti senza abbracciarti con tutto il calore possibile e immaginabile…quel calore si trasforma in fiamme che ti consumano bruciandoti o scompare totalmente per far posto a un gelo paralizzante. Lo spirito non riceve, o meglio non deve ricevere alcun nutrimento così come il corpo. Il mondo dello spirito così come quello del corpo possono sentire alla stessa maniera, non si è solo spirito o soltanto corpo non esiste o…o, entrambi costituiscono un tutt'uno, se soffre l’uno soffre anche l’altro. Se l’uno non è in grado di vedere anche l’altro diventa cieco. Poi un giorno ti capita una cosa inaspettata e straordinaria allo stesso tempo. In uno dei miei momenti più critici , quando ho cominciato a sentire fame di cibo, a riconoscerla, ad ammettere di sentirla, nonostante la cosa mi potesse sconvolgere, contemporaneamente sono riuscita a percepire quella fame d’amore per me ormai sconosciuta. Se fino a quel momento il ‘NON DEVI SENTIR IL BISOGNO DI UNA CAREZZA, DI UN ABBRACCIO, DI UNO SGUARDO ‘INNAMORATO’’ non mi aveva mai mollato e si muoveva di pari passo con l’imperativo ’NON DEVI SENTIR IL BISOGNO DI CIBO’ , la necessità di sentire il cibo in bocca e nello stomaco e di ‘RIEMPIRMI’ si affacciava piano piano insieme al bisogno di sentire l’affetto e l’amore di mia madre, di RIEMPIRMI di esso. Ricordo ancora quella telefonata mentre ero in clinica ’Mamma mi manchi, vorrei un tuo abbraccio. Per me udire quelle parole dalla mia bocca è stato qualcosa di indescrivibile soprattutto se penso a chi erano rivolte, mia madre. Sentirmi in quel momento significava voler sentire, voler ricevere, essere accolta ed accogliere. Riconoscermi ed essere riconosciuta. Stavo ascoltando i miei bisogni, che rivelazione! Ed ora ogni giorno per me è una rivelazione, una sorpresa. Piano piano sto scoprendo cosa significa tutto questo, non sto imparando ad amare e a ricevere amore, non possiamo ridurre tutto a delle nozioni a dei parametri da seguire. L’amore non si impara si vive….

Rosy

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