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martedì 5 giugno 2018

Come un fiore, fragile e delicato


Non so proprio da dove iniziare a parlare di ciò che mi è successo, forse perché è arrivato tutto improvvisamente come un treno in corsa. Mi sono posta mille volte la domanda 'Perché a me?' ...non credo essere la sola ad avere questo interrogativo che mi preme in testa ogni giorno. 
Ho un po' paura a raccontarmi, a mettermi a nudo davanti a chi ha il coraggio di leggere…ma credo che sia importante conoscere e far sapere a chi ne soffre di non essere soli. 
È la seconda volta che mi alzo in piedi, dall'anoressia, in quattro anni. 
Ci si può alzare e urlare alla vita quanto si vale. 
È inutile raccontare lo sforzo immenso investito nell'attività fisica, il conto disperato e maniacale delle calorie concesse, i pianti allo specchio, i vestiti che sembravano stretti ma erano larghi. 
È inutile raccontare il dolore che si prova, dico solo che non lo auguro a nessuno e a chi lo vive ricordo che si può, si deve, stare meglio. Per noi stesse. 
A settembre del 2017 ho voluto prendere in mano la mia vita e mi sono affidata a coloro che oggi definisco i miei 'angeli custodi'. Ho iniziato a conoscermi, a esplorare i sentimenti e le emozioni che provavo e quelle che non credevo di star provando. Sembra strano...ma succede. Ho vissuto, si proprio cosi, per 5 lunghi mesi distante da quelle altre tre persone che normalmente si definiscono famiglia…ma ero arrivata al punto di non conoscere chi mi stava attorno, ad isolarmi e ad odiare chi lottava al posto mio. Giorno dopo giorno volevo scappare, tornare a casa per non affrontare il dolore…ma ho resistito, ho affrontato e ho guadagnato. Non ero sola ad affrontare il percorso in clinica a Villa Margherita (VI), avevo al mio fianco, per camminare mano nella mano, C. con cui ho stretto un legame unico che tutt'ora conservo, lo stesso A. 
Oggi sul mio braccio sinistro porto questo tatuaggio, simbolo di rinascita. 
Due sono i fiori aperti i quali simboleggiano le due volte in cui sono caduta nell'anoressia. 
Vi è un fiore che non è sbocciato, il quale è un augurio a non rendere viva una terza ricaduta. 
I tre fiori simboleggiano i tre anni dall'esordio a quando ho deciso di incidere ciò che mi ha segnata. Tre sono pure i mesi in reparto, tre sono anche i componenti della mia famiglia. 
Il fiore di ciliegio è simbolo di pace interiore, rappresenta la bellezza effimera della vita. Sono stata fragile come un fiore, delicato...ma bisogna ricordarsi che il fiore è bello cosi come si presenta! 
Ciao, sono Caterina, ho 20 anni e sto prendendo in mano la mia vita. Si può stare meglio. Lo devo a me stessa. Lo devi a te stessa.

Caterina 

 

3 commenti:

  1. Tanto di cappello per quanto sei riuscita a fare,a capire e superare!
    Continua su questa nuova strada e sii d'esempio per tutti quelli che vivono ogni giorno questo dramma...

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  2. Complimenti davvero....purtroppo so cosa stai passando.....tanti tantissimi auguri per tutto e il messaggio che anch io voglio mandare è che si può veramente uscire non ci vuole furia ma la luce arriverà....

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  3. Ciao cache. Ho letto le parole che hai scritto. Anche se non ci parlavamo molto spesso, sono molto fiera di te, e della tua forza che hai saputo far uscire per lottare contro qualcosa che ti faceva male. Continua così, non lasciarti vincere ancora, perché là fuori c'è un mondo meraviglioso e una vita bella piena da vivere ogni istante. Ti voglio bene, ti sono vicina.

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