Cara Laila,
ti scrivo perché ho ormai preso una decisione e non voglio rimandare. Sì, perché nella vita occorre decidere, con coraggio, forza, determinazione, lasciandosi dietro le convinzioni di chi sempre ci giudicherà; per svoltare bisogna decidere e basta.
Sono sempre stata spensierata, ridente e solare, soprattutto convinta che la mia esistenza, sarebbe trascorsa senza preoccupazioni, in fondo mi avevano sempre detto, fin da piccola, che essere buoni e benevoli, mi avrebbe ripagata con tanta felicità e sole cose buone. Purtroppo ho imparato a mie spese che non è così, non sappiamo cosa in realtà la vita ha in serbo per noi.
Ti ricordi, era il giorno del mio compleanno, 18 anni festeggiati insieme a te e Luca, sempre insieme noi tre… tu poi te ne sei andata prima, con una scusa qualunque ci hai lasciati soli. Sapevi che tuo fratello aveva un debole per me e che io gli volevo altrettanto bene.
Tutto regolare, e i successivi due anni sono stati meravigliosi fino a quell’incidente. Non ho avuto nemmeno il tempo di salutarlo. Mi ha preso per mano e mi ha detto di stare tranquilla, mentre io semicosciente sentivo solo il rumore del frullino dei vigili del fuoco, che tagliava le lamiere dell’auto per tirarci fuori. Quando mi sono svegliata il mondo si era capovolto, Luca non c’era più ed io sarei stata destinata a sopravvivergli, sentendomi sola e colpevole.
Avrei voluto esserci io al suo posto, lo sai, te l’ho detto mille volte.
Ho iniziato a pensare che tutta quell’angoscia che avevo nel cuore, potesse essere repressa e soffocata, cercando di focalizzarmi su qualcosa che mi facesse stare meglio e l’unica risposta è stata il cibo.
Tonnellate di cibo hanno transitato il mio esofago con scriteriata velocità, facendo appena in tempo ad arrivare allo stomaco, per poi essere rigettate dentro uno squallido water, tutto sempre rigorosamente in silenzio, per non farmi sentire, ma soprattutto per non voler ammettere a me stessa che c’era qualcosa che non andava.
Ho pensato che questa pratica fosse liberatoria e terapeutica, ma in realtà è solo servita a farmi cadere in un groviglio di ingranaggi, che mi stavano per stritolare facendomi deperire, nel corpo, nella mente e soprattutto nell’anima. Guardandomi allo specchio oggi, posso vedere solo un essere smorto ed avvizzito.
Nonostante tutto, solo ora capisco che mi sei stata sempre vicina, che hai messo da parte il tuo dolore, per cercare di soccorrermi nel mio. Io sono stata solo un’egoista e forse un po’ cinica, pensando di essere la sola a provare dolore e sconforto; è evidente che non era così.
Tre giorni fa mi hai strattonata con forza urlandomi contro non so cosa, mentre ti ascoltavo non ti sentivo, ma ti vedevo; ho scorto uno scintillio nei tuoi occhi che i miei non hanno più; so che era amore, vero, puro ed incondizionato. Ho visto le lacrime solcarti le guance e disperate cercare di rimanerti aggrappate al viso, per poi frangersi a terra. Ho capito che quella che pensavo fosse rabbia, era solo paura di perdere anche me.
Cara Laila, il tuo sprone mi ha risvegliata; il cibo non può essere una soluzione ad un problema così grande, devo affrontarmi ed affrontare un percorso che non sarà né breve né semplice, ma ti giuro che tornerò presto, con lo stesso amore per la vita che ho visto nei tuoi occhi.
Tua Lu
P.s.: Non so se avrò il coraggio di darti questa lettera, ma credimi, non sono mai stata lucida come ora. Sono sicura che mi perdonerai per tutto il male che facendomi ho fatto, e spero soprattutto che tuo fratello mi stia guardando ancora dal cielo, con gli stessi occhi dell’ultimo nostro incontro.
ti scrivo perché ho ormai preso una decisione e non voglio rimandare. Sì, perché nella vita occorre decidere, con coraggio, forza, determinazione, lasciandosi dietro le convinzioni di chi sempre ci giudicherà; per svoltare bisogna decidere e basta.
Sono sempre stata spensierata, ridente e solare, soprattutto convinta che la mia esistenza, sarebbe trascorsa senza preoccupazioni, in fondo mi avevano sempre detto, fin da piccola, che essere buoni e benevoli, mi avrebbe ripagata con tanta felicità e sole cose buone. Purtroppo ho imparato a mie spese che non è così, non sappiamo cosa in realtà la vita ha in serbo per noi.
Ti ricordi, era il giorno del mio compleanno, 18 anni festeggiati insieme a te e Luca, sempre insieme noi tre… tu poi te ne sei andata prima, con una scusa qualunque ci hai lasciati soli. Sapevi che tuo fratello aveva un debole per me e che io gli volevo altrettanto bene.
Tutto regolare, e i successivi due anni sono stati meravigliosi fino a quell’incidente. Non ho avuto nemmeno il tempo di salutarlo. Mi ha preso per mano e mi ha detto di stare tranquilla, mentre io semicosciente sentivo solo il rumore del frullino dei vigili del fuoco, che tagliava le lamiere dell’auto per tirarci fuori. Quando mi sono svegliata il mondo si era capovolto, Luca non c’era più ed io sarei stata destinata a sopravvivergli, sentendomi sola e colpevole.
Avrei voluto esserci io al suo posto, lo sai, te l’ho detto mille volte.
Ho iniziato a pensare che tutta quell’angoscia che avevo nel cuore, potesse essere repressa e soffocata, cercando di focalizzarmi su qualcosa che mi facesse stare meglio e l’unica risposta è stata il cibo.
Tonnellate di cibo hanno transitato il mio esofago con scriteriata velocità, facendo appena in tempo ad arrivare allo stomaco, per poi essere rigettate dentro uno squallido water, tutto sempre rigorosamente in silenzio, per non farmi sentire, ma soprattutto per non voler ammettere a me stessa che c’era qualcosa che non andava.
Ho pensato che questa pratica fosse liberatoria e terapeutica, ma in realtà è solo servita a farmi cadere in un groviglio di ingranaggi, che mi stavano per stritolare facendomi deperire, nel corpo, nella mente e soprattutto nell’anima. Guardandomi allo specchio oggi, posso vedere solo un essere smorto ed avvizzito.
Nonostante tutto, solo ora capisco che mi sei stata sempre vicina, che hai messo da parte il tuo dolore, per cercare di soccorrermi nel mio. Io sono stata solo un’egoista e forse un po’ cinica, pensando di essere la sola a provare dolore e sconforto; è evidente che non era così.
Tre giorni fa mi hai strattonata con forza urlandomi contro non so cosa, mentre ti ascoltavo non ti sentivo, ma ti vedevo; ho scorto uno scintillio nei tuoi occhi che i miei non hanno più; so che era amore, vero, puro ed incondizionato. Ho visto le lacrime solcarti le guance e disperate cercare di rimanerti aggrappate al viso, per poi frangersi a terra. Ho capito che quella che pensavo fosse rabbia, era solo paura di perdere anche me.
Cara Laila, il tuo sprone mi ha risvegliata; il cibo non può essere una soluzione ad un problema così grande, devo affrontarmi ed affrontare un percorso che non sarà né breve né semplice, ma ti giuro che tornerò presto, con lo stesso amore per la vita che ho visto nei tuoi occhi.
Tua Lu
P.s.: Non so se avrò il coraggio di darti questa lettera, ma credimi, non sono mai stata lucida come ora. Sono sicura che mi perdonerai per tutto il male che facendomi ho fatto, e spero soprattutto che tuo fratello mi stia guardando ancora dal cielo, con gli stessi occhi dell’ultimo nostro incontro.
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Immagine: Illustrazione di Knysh Ksenya
Immagine: Illustrazione di Knysh Ksenya
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