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martedì 12 settembre 2017

"Mangiatrice di vita"



"Adoravo che, anche se mi avessero ricoverata, avrei sempre potuto vincere io sulle loro cure. Io avrei deciso se avrebbero funzionato"

Ecco...a distanza di una manciata d'anni, vorrei poter tornare indietro ed accettare le indicazioni dei medici che si sono susseguiti. 
Vorrei poter entrare in una clinica/ospedale e seguire quanto mi si consigliava per riuscire a stare almeno un po' meglio. 
Vorrei poterci tornare, a quei ricoveri salvavita, per uscirne diversa, più sana e consapevole. 
Ora, ora che l'unico desiderio è quello di trovare un po' di pace e sollievo, ora che è troppo tardi, immagino di poter imboccare quell' adolescente e convincerla che vincere non è imbrogliare sulle cure. 

Ora, dopo anni ed anni di malattia, troppe sono le cose che non è più in mio potere (né di nessun altro) cambiare o migliorare. Troppe sono le conseguenze di questo martirio, di questa "mangiatrice di vita". Siano esse fisiche o mentali, sono oramai fuori da ogni controllo o potere. 
Prima era impotente chi mi stava accanto, ora al gruppo mi sono aggiunta anche io. 

Vi supplico, non date retta a quella voce che vi dice che siete più furbe ed intelligenti o forti degli altri solo perché rifiutate un alimento o una flebo o una pastiglia. 
Abbracciate i consigli e aiuti che vi vengono dati, abbracciate genitori e dottori e amici. 
Abbracciate l'amore che provano per voi e che vogliono farvi provare.
O vi ritroverete tra qualche anno a non avere alcun controllo su voi stesse, alcun diritto, alcun potere. Vi ritroverete a non capire più cosa vi succede (e neppure i migliori dottori lo capiranno), a non riconoscere più il vostro corpo e il suo funzionamento, a non avere possibilità di migliorare e a non voler più trovare una luce perché anche la speranza, quella dolce stronza, vi abbandonerà su un incerto, freddo e asettico letto d'ospedale.

Lara 
(autrice del libro "Piegata, diario di un'anoressia")

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