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martedì 19 maggio 2020

La mia esperienza con il "digiuno intermittente"


Questo è il mio vissuto...non vorrei ferire nessuno ma io ci sono cascata...per fortuna ho delle ancore...
Premetto, non sono un'esperta in materia. Non sono in nessun tipo di social, quindi non so esattamente cosa circoli in merito. Scrivo quel che mi balena in testa rispetto ad un argomento che mi è "capitato" tra le mani, consapevole di quanto esso sfrutti lo spazio del mio disturbo alimentare che dilata immagini e pensieri. Quel che scrivo preciso essere un mio vissuto recente, forse uguale ad alcuni o molto diverso da altri. Argomento: digiuno intermittente. Ho visto diversi video su Youtube, ho cercato invano di distogliere lo sguardo ma non ce l'ho fatta, ingolosivano troppo il mio disturbo. Li ho ascoltati, guardati e ricercati ulteriormente, cercando di rimanere sul pezzo ,come dico io, come per dire a me stessa:" Ok guardalo ma poi non farti prendere troppo perché sai che poi la voce chiama!". Credo di esser rimasta sul pezzo forse 2 giorni. Poi di nuovo attiva su Youtube e riguarda, riascolta e l'idea:" Perché no? Perché non tentare? Infondo se ci sono evidenze scientifiche si può fare! nessuno può dirmi nulla! nessuno può rimproverare il mio tipo di scelta alimentare ". Nonostante il periodo che stiamo vivendo, la mia psichiatra mi segue tramite colloqui in video chiamata e tra le mille strategie studiate in questi anni, ho capito che di quel pensiero, ovvero iniziare il digiuno intermittente, dovevo parlarne. Ho capito che per me, per la mia storia, quell'idea balenata in un lampo mi era stata offerta non da Youtube ma dalla malattia, l'ennesima modalità che tentavo di usare come giustificazione per alimentare la voce e di conseguenza la restrizione....lo so lo so...ho fatto un gran caos e non so neppure se questa chiaccherata con me stessa sarà compresa da chi mi ascolta. Ma dico a chi soffre di dca che per se caso dovesse sentir parlare di questo argomento, che per alcuni è uno stile di vita valido, forse per chi si trova nella mia posizione può diventare uno stile pericoloso in quanto attiva delle modalità, rituali ed ossessioni amiche della malattia. Per i vissuti che ho scatena pensieri che lì per lì possono sembrare controllabili ma poi sfuggono e la voce torna prepotente a strappar via tutte le fatiche che mi hanno permesso di costruire un diario alimentare che, nonostante le lacrime, la paura e le fatiche iniziali, giorno dopo giorno mi sta regalando sorrisi...ecco se dovesse capitarvi come è successo a me, prima di iniziare parlatene con i vostri terapisti e pensate ai sorrisi che avete pagato con tanto sacrificio. Scusate la confusione,forse ho toccato un argomento troppo complesso, anche se ho quasi la certezza che chi sulla propria pelle sta facendo a botte col disturbo nonostante il caos mi potrà capire... buona vita.

Anonimo


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