Rafforzare la propria parte di
sé autentica attraverso la scrittura del diario
Il mio diario è stato un confidente, ma non è sempre
stato l'amico che io pensavo fosse. Talvolta era un confidente per il mio DCA,
che registrava i pensieri malati, invece dei miei pensieri "veri", "autentici".
In quelle occasioni, diventava uno spazio in cui le regole erano fatte per
provare ad arrivare alla fine di ogni giornata, e un contenitore di segreti a
causa della forte vergogna, dello stigma e dell'ansia. La guarigione ha
implicato riacquisire fiducia non solo in me stessa e negli altri, ma anche nel
diario stesso.
Durante il percorso verso la guarigione, mentre diventavo
sempre più consapevole dei comportamenti e dei pensieri della malattia, sono
stata in grado di osservare e di riflettere su come il diario poteva aiutare ad
evitare gli effetti debilitanti di quei pensieri e quei comportamenti dettati
dalla malattia, come per esempio mantenere dei segreti o auto stigmatizzarsi. Coltivare
queste tecniche di autoconsapevolezza mi ha aiutata a vedere quanto lontana ero
arrivata nella guarigione, e a vedere che la
malattia si inseriva nel contesto della mia vita, ma non era la mia vita.
Un luogo in cui piangere ‘la vita perduta’ e scoprire
nuovi pensieri
Il diario può, soprattutto, "crescere" con lo
scrittore, non solo durante i primi stadi della guarigione, ma anche, ad
esempio, negli stadi finali, quando il dolore diventa una parte importante del
processo di crescita verso un futuro promettente.
Il mio diario
rivela il dolore per la "vita perduta" durante la malattia, e il
dolore nell'affrontare la perdita della relazione con la malattia stessa. Il processo di guarigione
implica molto di più che osservazioni del comportamento, riduzione dei sintomi,
dati clinici e calcoli. La guarigione ha a che fare con le emozioni e le
sensazioni, incluso il dolore per gli effetti della malattia sulle relazioni,
la formazione personale e le opportunità lavorative, con l’esplorazione di vecchie
auto-convinzioni e l’emergere di nuove consapevolezze essenziali per affrontare
la vita. La consapevolezza dell'effetto provocato dal dolore mostra i benefici
del tenere un diario nel tempo, perché il
diario può diventare una risorsa, una fonte, di riflessione terapeutica.
Anche quand’ero consapevole che aggrapparsi ad una dieta
quotidiana di pesi, calorie ed esercizio fisico è fare il gioco del DCA,
mettere in discussione questi comportamenti può spaventare. Ma quando si è superata la fase del
recupero, le decisioni in favore di sé stessi, della salute, di un corpo ed un
mente in salute, diventano sempre più facili.
Lo scrittore può quindi usare il proprio diario per
aiutarsi ad accettare la malattia come parte della propria storia di vita e a
focalizzarsi contemporaneamente nel vivere appieno il ‘qui ed ora’, piuttosto
che sulle perdite.
Indizi tra le pagine
Grazie
alla riflessione, lentamente ho imparato a riconoscere come le decisioni, prese
talvolta in nome del "tenere tutto sotto controllo" e dello stare
"bene", stavano alimentando la mia malattia. Per essere libera, ho
dovuto mettere a punto un nuovo
approccio. Con il passare del tempo, il mio diario privato mi ha aiutata a riconoscere il bisogno di cercare
aiuto quando si facevano strada i pensieri fastidiosi, distruttivi e legati
alla malattia - velocemente, il tempo di una 'scivolata', semplice come
mangiare un cioccolatino per dimenticare la sensazione di sentirsi esclusi,
rifiutati, poteva trasformarsi in una ricaduta. Oltre a fornirmi un metodo di comunicazione con il mio terapeuta, e a
rimanere un 'luogo' in cui emozionarmi e confidarmi, il mio diario è diventato un mezzo per aprirmi, per uscire allo
scoperto.
Un po'
alla volta, sono stata in grado di osservare la mia esperienza di malattia nel
contesto della mia vita. Ero io, ma non
ero 'io'; io potevo scegliere di non permettere alla malattia di definirmi.
Quando il
pensiero di un disturbo alimentare ti spinge a cadere nei comportamenti malati,
prendi il tuo diario (di qualunque forma esso sia) e scrivi. Non esitare. Semplicemente
scrivi. Scrivi qualunque cosa. Semplicemente scrivi.
Il processo
di prendere in mano il diario e scrivere, e lasciare scorrere, e scorrere, i
tuoi pensieri incontrollati e le tue sensazioni, finché si esauriscono, può
aiutarti a razionalizzarli e a vedere meglio la realtà della situazione. In
questo modo, scrivere può essere d'aiuto nel neutralizzare e deviare qualunque pensiero incalzante del disturbo
alimentare che ti spinge a farti del male.
I benefici
dello scrivere il diario come strumento per distinguerti dal tuo disturbo
alimentare si possono ritrovare anche condividendo e riflettendo sui contenuti
con altre persone di cui ti fidi. Come mi ha raccontato Taylor, un partecipante
al progetto-diario The Diary Healer:
Talvolta si trattava semplicemente di scrivere quello che il Disturbo Alimentare mi diceva, così potevo portarlo ai miei terapeuti e loro mi potevano aiutare ad affrontare i pensieri. Talvolta era questione di riflettere su qualcosa che era emerso in terapia e di rendersi conto di come alcuni messaggi e comportamenti del DCA si fondassero in realtà su errate auto percezioni. Soprattutto, tenere il diario per me è stato un modo per aiutare me stessa e la mia stessa voce, più che per imparare ad identificare la voce del disturbo alimentare. Avevo bisogno di trovare la mia voce per arrivare e mantenere la guarigione. Tenere il diario nel corso della guarigione mi ha aiutata ad imparare a riconoscere quando qualcosa che sento o penso mentalmente è incongruente con la mia voce, i miei valori, e il mio modo di stare al mondo.
Quando
parlare è troppo difficile, scrivi
Non esiste una cura rapida per guarire da un DCA e quando
si fa esperienza del rifiuto, dello stigma o della vergogna, che sia a casa,
nelle strutture di cura o in comunità, ricominciare a comunicare può essere
doppiamente difficile. Quando l’aiuto non viene fornito in modo utile, scriverne
può aiutare sia il paziente che il terapeuta. Condividere degli appunti
scritti, magari lasciandoli sul tavolo della cucina, o sul frigorifero, o in
qualunque posto in cui risultino visibili agli altri, può aiutare ad alleviare
un momento di difficoltà a casa, e le risposte si possono riservare per un
momento successivo.
Scrivere, anziché parlare, può aiutare a superare la
tendenza a mal interpretare quello che si dice o si fa, a casa e in terapia, e
il semplice processo di scrittura può ridurre l’ansia, dare conforto ed essere
rassicurante. Inoltre, mette una distanza tra chi scrive e l’evento, fornendo
un’opportunità di riflessione. Mettere tutto per iscritto e sul tavolo aiuta a
tirare fuori il disturbo alimentare, a non lasciargli possibilità di
nascondersi da nessuna parte.
Detto ciò, qualche volta, durante i periodi di
malnutrizione, i terapeuti devono necessariamente affrontare la malattia per
conto del paziente finché non si è recuperata una sufficiente consapevolezza di
sé e una capacità di prendersi cura di sé.
Conoscenza, affetto e il diario - un trio potentissimo
Tutti all'interno della famiglia sono stati in qualche
modo toccati dall’esperienza della malattia. Con la dovuta considerazione, il
processo di scrittura dà il permesso non solo a chi scrive, ma anche agli altri
membri della famiglia, di esprimere la propria sofferenza, di capire, di
perdonare e di sviluppare l’amore per se stessi.
La famiglia non è la
causa del disturbo alimentare, ma il suo ruolo nei processi di cura e
guarigione è cruciale. La conoscenza è fondamentale, tanto quanto lo è
l'affetto. L’affetto è uno strumento di guarigione straordinario quando viene
espresso in un modo che si addice ai bisogni della persona che soffre, e riduce
l’attrazione del disturbo alimentare.
Io sono grata al
mio diario per avermi aiutata a sopravvivere, ad affrontare e a guarire dalla
mia malattia, perché io posso essere qui oggi, a godermi la mia famiglia e a
continuare a scoprire chi “io” sono, vivendo appieno la mia vita.
Fissare un appuntamento con il tuo diario è tempo ben
speso. Consideralo come un investimento per il tuo vero io. Il miglior
investimento che tu possa fare!
Scrivi!
June
June Alexander è una scrittrice internazionale e appassionata attivista nell'ambito dei
disturbi alimentari. Da quando è guarita, nel 2006, ha scritto 9 libri
sui DCA. L'ultimo, Using Writing as a
Therapy for Eating Disorders—The Diary Healer, è
la sua opera principale del suo lavoro di Dottorato in scrittura creativa.
La sua
passione per la scrittura e per la cura che pone al centro il paziente, l'ha
portata all'attivismo in ambito DCA a livello locale, nazionale ed
internazionale.
Di recente,
June ha intrapreso uno scambio internazionale con Sandra Zodiaco e
l'Associazione Mi Nutro Di Vita
(Pieve Ligure, GE), per la lotta ai DCA e allo stigma che circonda queste
malattie. Come parte di questa collaborazione oltreoceano, la traduzione in
inglese di questo post scritto da June è disponibile su: https://www.thediaryhealer.com/category/blog/.
--- leggi "Il mio amico Diario - parte 1"
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