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Questo spazio è dedicato a tutti coloro che vogliono CREARE UNA NUOVA CULTURA SUI DCA. Siete tutti importanti perchè unici, così come uniche sono le vostre storie e i vostri pensieri. Questo Blog resta quindi aperto a chiunque voglia proporre o condividere, perché Mi Nutro di Vita è di tutti ed è fatta TUTTI INSIEME.

mercoledì 15 novembre 2017

Il mio amico Diario - parte 3



Come usare il tuo diario come strumento di guarigione e cambiamento
Quando ho iniziato a guarire dal mio disturbo alimentare 'di lunga data', il mio diario personale è diventato un strumento utile per il mio cambiamento.
Per esempio, le esperienze dolorose che il DCA mi aveva aiutata a sopprimere, dovevano essere invece affrontate e allontanate in un modo che alleviasse il dolore e la paura. Oppure, il mio diario è diventato uno strumento con cui confrontarmi negli eventi che scatenavano i pensieri malati e ostacolavano quindi la guarigione.
Il diario è diventato una sorta di intermediario, tra l'équipe terapeutica e me. Ci sono voluti molti anni per ri-allenare la mente, in modo che i pensieri veri, autentici, potessero avere le meglio sui pensieri malati, ma un po' alla volta l'autoconsapevolezza è cresciuta sempre di più!
Una svolta è arrivata intorno ai miei 30 anni, quando uno psichiatra ha saputo guardare oltre la mia malattia e si è guadagnato la mia fiducia. Lui ha capito il valore della medicina narrativa, lui mi ascoltava e incoraggiava la comunicazione scritta.
Il mio diario è diventato così uno strumento con cui stabilire una relazione di fiducia, un primo passo vitale per riconnettermi con me stessa e ritrovare fiducia in me.
Il diario era sempre stato un compagno di viaggio, ma inconsapevolmente era diventato anche un compagno per evitare la guarigione. Con una guida ed un aiuto esperti, però, è diventato un terreno su cui allenarsi a far crescere nuovi pensieri e comportamenti che fossero di sostegno alla mia parte più autentica, a chi ero davvero.

Annullare i pensieri del DCA
Il compito di allenare la mente in modo che i pensieri autentici abbiano la meglio sui pensieri malati, può essere la tua sfida più difficile ma anche la più soddisfacente. Almeno, questa è stata la mia esperienza.
Condividendo i pensieri che prima erano rimasti confinati nel mio diario, con il mio terapeuta, ho ricevuto aiuto e sostegno per riconoscere e separare i pensieri malati - del disturbo - e i miei veri pensieri, ed ho cominciato ad utilizzare sempre di più il diario come uno strumento che mi ha aiutasse a connettermi e a rinforzare la mia parte più autentica.
Ad esempio, il DCA poteva trasformare una piccola critica in un'enorme catastrofe. I pensieri urlavano: "Tu sei inutile". Ma ora, quando mi sento criticata o le cose non vanno come avevo previsto, scrivo nel mio diario come mi sento, e perché mi sento così, lasciando andare la tensione del momento, fino a che i pensieri si allentano, rallentano, e io riesco a vedere la situazione con maggiore lucidità.  
Ci è voluta molta tenacia, perché la mia malattia è stata parte della mia vita per tantissimi anni. Ma hey, io ce l'ho fatta, puoi farcela anche tu.

Scrivere può aiutare a mettere in stand-by il panico
Quando ti senti confusa o spaventata, scrivere può aiutarti a concentrarti sui fatti, a tirare fuori pensieri e sensazioni. Ad esempio: quando il ragazzo non chiama, come invece previsto, Kate apre il suo diario e scrive: "…il mio ragazzo non ha mantenuto la sua promessa di chiamarmi alle 8…".
A seconda del tipo di DCA, i pensieri che si riversano sulla pagina sono: "lei non si preoccupa per me; temo che gli importi più di X che di me…perché io non valgo nulla; io sono grassa, devo fare 500 addominali, devo saltare la cena / sono un maiale / mi abbufferò fino a scoppiare, stupida come sono…".
Ma grazie ad una guida, Kate ha usato questa esperienza per imparare a calmare i suoi pensieri la prossima volta e a creare una pausa nella foga dei pensieri negativi del disturbo: "…non mi farò del male perchè so che questo non aiuterà a risolvere la situazione".

Condividere il tuo diario – come può essere d'aiuto
Talvolta, convincere il tuo terapeuta che tu sei, di fatto, malata è la prima sfida da vincere per iniziare un percorso di cura.
Eve, grazie alla condivisione del suo diario con lo psichiatra che aveva da poco incontrato, ha iniziato a ricevere le giuste cure.
Eve, grazie alla condivisione del suo diario con lo psichiatra che aveva da poco incontrato, ha iniziato a ricevere le cure che le avrebbe poi salvato la vita. "Leggendo il mio diario si è reso conto di quanto stavo male e ha preso delle decisioni che mi avrebbero salvato la vita, considerato quanto masochista ero. Più tardi, quando le cose non erano più così disperate…leggere le sue parole mi ha aiutata a ricordarmi che non ero sola e che c'era qualcuno che si occupava, e si preoccupava, per me."
Durante i ricoveri, il diario ha dato ad Eve qualcosa da fare e, cosa ancora più importante, ha continuato ad esserle d'aiuto nel suo ruolo di traduttore e informatore:  "Era un'opportunità il fatto che il mio psichiatra leggesse e mettesse in discussione i pensieri espressi nel diario perché durante la settimana, finché non lo rivedevo di nuovo, rimanevo con persone di cui non mi fidavo. Il diario e la mia visita psichiatrica successiva erano tutta la speranza a cui potevo aggrapparmi" (estratti dal diario di Eve, tratti da The Diary Healer).
Il diario di Eve le è servito come una sorta di "avvocato personale" nella sua diagnosi. Condividendo estratti e pagine, il suo diario è diventato la sua voce e le ha evitato di dover raccontare nuovamente la sua storia ad ogni medico che incontrava, il che poteva essere stancante e doloroso. La sue pagine di diario mantenevano anche l' "accuratezza" della sua storia.

La differenza tra un diario personale e un diario alimentare
Condividere la scrittura con i membri dell'équipe terapeutica dà loro l'opportunità di leggere, prendere in considerazione e ri-tradurre al paziente quello che è stato scritto.
Tuttavia, se i pensieri e le sensazioni vengono mascherati, o le frasi modificate, per paura che qualcuno di cui non ci si fida possa leggerli, il diario può perdere la sua capacità di essere uno strumento autentico di chi lo scrive. E' vitale sentirsi sicuri di discutere senza limitazioni fatti o eventi potenzialmente dannosi riportati nel diario.
La soluzione di Andrea è stata quella di condividere il suo diario alimentare, una parte strumentale della sua terapia, con la sua équipe terapeutica, ma di mantenere privato il suo diario personale. Come ha scritto: "Il mio diario personale era solo mio, solo per me. Sapere che avrei dovuto condividere tutti i miei pensieri trascritti nel diario con la mia terapeuta mi avrebbe portata ad auto-censurarmi. Un diario alimentare è d'aiuto quando è usato ad esempio per  rinforzare alcune strategie alimentari. Tuttavia, registrare dettagli e particolari può essere a rischio di manipolazione del DCA. Ricordati, il DCA si nutre di segreti e regole di auto-distruzione. Per evitare questo rischio, è meglio usare il diario alimentare sotto la guida di un professionista." (Andrea, tratto da The Diary Healer)

Un diario può essere uno strumento terapeutico di riflessione importante
In una relazione terapeutica basata sulla fiducia, il diario è un valido strumento per:
* la sua immediatezza e disponibilità: accessibile 24h su 24 e 7 giorni su 7
* libertà di espressione: non ci sono regole, né giudizi o interruzioni
* la frequenza: uno spazio in cui rompere il silenzio e la lasciare andare i propri pensieri, le proprie sensazioni
* confronto con la realtà: la riflessione aiuta a screditare la negazione
* autogestione: non esiste un modo giusto o sbagliato di scrivere un diario
* autostima: con perseveranza, la scrittura diventa uno sfogo rassicurante ed arricchente per esplorare nuovi pensieri
* auto-esplorazione: uno strumento per scoprire risposte che si trovano dentro di noi
* un testimone della guarigione: registra progressivamente il processo di guarigione.

June


June Alexander è una scrittrice internazionale e appassionata attivista nell'ambito dei disturbi alimentari. Da quando è guarita, nel 2006, ha scritto 9 libri sui DCA. L'ultimo, Using Writing as a Therapy for Eating Disorders—The Diary Healer, è la sua opera principale del suo lavoro di Dottorato in scrittura creativa.
La sua passione per la scrittura e per la cura che pone al centro il paziente, l'ha portata all'attivismo in ambito DCA a livello locale, nazionale ed internazionale. 

Di recente, June ha intrapreso uno scambio internazionale con Sandra Zodiaco e l'Associazione Mi Nutro Di Vita (Pieve Ligure, GE), per la lotta ai DCA e allo stigma che circonda queste malattie. Come parte di questa collaborazione oltreoceano, la traduzione in inglese di questo post scritto da June è disponibile su: https://www.thediaryhealer.com/category/blog/.
 

 



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