Ciao
Mi chiamo Giulia
Sono una ragazza che è venuta in contatto con Minutrodivita tramite la giornata del fiocchetto lilla ,dato che ho la mia analista al centro heta di ancona (fida).
Ho l'amicizia di Ilaria e della associazione e prima mi ha chiamato stefano perchè ha trovato interessanti delle cose che avevo scritto sulla pagine facebook di minutrodivita.
Io, poichè ora per me il cibo è solo cibo , dopo 10 anni di psicoterapie varie e 3 mesi in struttura, sono finalmente passata da ottobre alla psicanalisi proprio perchè la mia domanda è intorno al concetto di esistenze e desiderio e sinceramente sono stanca di spostare i sintomi , vorrei avere un punto di tenuta più saldo, mio, particolare. Dico questo per dirvi che collaboro con il centro heta per fornire le schede libro( e fisicamente i libri) della piccola bibliotechina del centro (www.centroheta.itandate su liberilibri schede libro e troverete le prime cinque se sieete curiose!!!)e per gli incontri che facciamo, la presentazione di libri ( stasera devo leggere ehehehe) o incontri con esperti. Di solito scrivo per le rubriche ( ad esempio le citazioni letterarie che trovate o la parte donazioni l'ho scirtta io) da cui cmq traspare la mia sofferenza e la fatica anche adesso che sto facendo.
Vengo da una delusione di una associazione che insomma credevo seria e invece è formata da gente incompetente che si proclama salvatrice, propone modelli standar di guarigione come se fosse una cosa fatta a step!!!!
Stefano mi ha parlato di quello che fate e mi piace molto, soprattutto l'umiltà e la nn presunzione di sapere come si deve "guarire" e come si vedrà il mondo da "guarite". Credo che sia questo lo scopo di una associazione non avere una sorta di seguaci intorno ad una ex dca e/o genitore!!!!! Il lavoro, la terapia, l'analisi è un discorso troppo intimo e particolare per essere etichettato dall'Altro.
Stefano mi ha detto che potevo scrivere a te per avere il permesso di pubblicare qualcosa se mi andava. A me fa immensamente piacere. Se ti va aggiungimi su facebook Giulia Tamburini.
Io posso anche parlare di me senza problemi, intanto ti mando quello che è già pubblicato sulla pagine facebook di minutrodivita che è la scheda libro de "IL VASO DI PANDORA" un libro pubblicato dall'associazione MIFIDODITE ponte con Todi a cui mi rivolsi dopo 7 anni di terapie a giugno 2009 (quando il DCA degenerò) e che mi indirizzo al centro heta.
Vedi tu se la scheda del libro, o non so qualche mio intervento può essere opportuno nel vostro contesto.
Per me sarebbe un onore trovare un luogo in cui la mia parola possa essere raccolta senza pregiudizi.
Giulia Tamburini
COMMENTO DEL LIBRO" IL VASO DI PANDORA" ( a cura di Laura Dalla Ragione e Paola Bianchini).
Questo è un libro talmente importante che, secondo me, dovrebbero leggerlo obbligatoriamente tutti i componenti della famiglia colpita da un caso di Dca, i medici di base, gli insegnanti nonchè alcune persone che si improvvisano esperte e fondano associazioni e gruppi di aiuto autoinvestendosi di ruoli di pseudo-salvatrici per chissà quale ragione.
Se solo invece si avesse l'umiltà di leggere questo libro capace invece di dare voce e dignità alla domanda che sta dietro una anoressia/bulimia e che non promette soluzioni miracolose (ma diffonde la speranza che è proprio attraverso la crisi che possa emergere il "nuovo") molti pregiudizi su questi disturbi cadrebbero.
E " l'immensa vergogna di essere sbagliate, di dare fastidio, di esistere" ( che io stessa ho provato prima di riconoscere l'evidenza di un problema) potrebbe essere almeno non rinforzata dalla parola dell'altro poco pensata.
E, davvero, per una ragazza con un disturbo alimentare ricevere una parola che apre e che non strozza ancora il cappio della corda che lei stessa si è messa al collo è già come poter respirare un pò di più.
In questi casi purtroppo " non si tratta di volontà, né buona né cattiva: la mancanza di volontà, il non poter avere una volontà è ciò che caratterizza questo disturbo".
A mio avviso è estremamente importante capire che , se una ragazza continua a digiunare, a vomitare o AD OSTINARSI A NON CHIEDERE AIUTO, non lo fa perchè vuole ma perchè non ha altra scelta.
Paola Bianchini infatti scrive:" è una impotenza meno evidente di quella fisica (essere per esempio in una carrozzella) ma non per questo meno invalidante.....non solo è sbagliato ma nocivo rimproverare questi pazienti dicendo che sono loro che la cercano (la malattia). Tutto questo oltre a farli sentire impotenti, non farà che aumentare il loro senso di colpa."
Che, mi permetto di aggiungere io essendoci passata, è cosi intenso e viscerale, cosi pervasivo in qualunque pensiero/azione si provi a compiere, che non ha affatto bisogno di essere ulteriormente rinforzato dalla parola altrui. O, peggio ancora , in questo caso PREGIUDIZIO.
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