Sono Valentina ho 28 anni sono di CASERTA E sono qui per raccontarvi la mia esperienza il mio inferno che ha condizionato la mia vita per 16 anni.Avevo 13 anni quando comincio' tutto ero una bambina allegra ma improvvisamente qualcosa cambio' dentro me.Iniziai a non piacermi più il mio corpo la mia vita mi sentivo sola e anche a scuola venivo sempre esclusa da tutto isolata e in più' anche la mia famiglia non mi considerava molto e in me arrivo' un senso di angoscia profonda.Non riuscivo a mangiare vedevo tutto come un nemico.....i miei preoccupati del mio deperimento subito spaventati mi portarono al policlinico di Napoli da una nutrizionista che mi segui' per un bel periodo,per me fu difficile seguirla mi rifiutavo proprio non volevo essere aiutata.poi piano piano mi affidai a lei...Alternai periodi di alti e bassi fino ad arrivare ai 18 anni,quando caddi' in un baratro profondo.Non riuscivo più a vivere ero spenta , i miei genitori decisero di andare a Chieti da dottor Di Flaviano,inizia con lui un percorso terapeutico di 6 mesi...All' inizio fu dura ero tentata di mollare tutto non accettavo il cambiamento poi piano piano mi affidai nelle loro mani nonostante le paure e le continue ansie su tutto..Ripresi in mano la mia vita per un po nonostante le preoccupazioni, ansie e ossessioni che mi frullavano in testa, anche se avevo imparato a considerare il cibo come una vera medicina indispensabile per la salute...Questi percorsi terapeutici sono fondamentali per acquisire consapevolezza di se e del proprio corpo e imparare a volersi più bene..Nel 2009 il mio ragazzo mi lascio'e mi cadde il mondo addosso , ricaddi in uno stato disastroso.Il mio corpo stanco delle troppe sofferenze, vennero colpiti gli organi interni tra cui il cuore ed ebbi una pericardite al , ero ad un passo dalla morte senza più forza con liquidi estesi un po dappertutto....Quel giorno che mi trovai in un letto di ospedale con flebo sondini e altro capii che la mia vita non doveva finire non dovevo mollare e questa forza dovevo trovarla...Fui ricoverata poi a Todi tre mesi e iniziai la risalita verso la luce,ricordo ancora quella frase che ha segnato il mio percorso" non ci si sente a casa dove si vive ma dove si e' compresi"ho lottato contro una parte di me e le mie paure e vivendo pienamente tutto il percorso.Tornata a casa ripresi gli studi, mi iscrissi all' università' ,sociologia, e sono stata costante con l' aiuto della nutrizionista e della psicologa all' asl di Aversa.NEL 2012 senti' che mancava l' ultimo gradino per ritornare a vivere del tutto e presi la decisione di rimettermi in discussione, sono partita per andare due mesi al centro G Gioia di Chiaromonte..Li ebbi finalmente la consapevolezza che stavo abbandonando del tutto i pensieri che avevano segnato profondamente parte importante della mia vita."Che fantastica storia e' la vita".....questa frase di una canzone di.Venditti accompagno' i miei 2 mesi li con persone dolcissime sempre pronte a darti aiuto e a farti sentire speciale.OGGI sono qui a scrivere con le lacrime agli occhi per aiutare tante ragazze che come me soffrono per aver incontrato questa brutta bestia che ti rovina la vita, ti logora e consuma l 'anima ed il corpo tutto...Non mollate mai perché il sole esiste per tutti affidatevi e prima o poi la vita cambierà' e troverete la sua luce.
Valentina
testo
Questo spazio è dedicato a tutti coloro che vogliono CREARE UNA NUOVA CULTURA SUI DCA. Siete tutti importanti perchè unici, così come uniche sono le vostre storie e i vostri pensieri. Questo Blog resta quindi aperto a chiunque voglia proporre o condividere, perché Mi Nutro di Vita è di tutti ed è fatta TUTTI INSIEME.
domenica 22 febbraio 2015
martedì 17 febbraio 2015
ILENIA
Mi chiamo Ilenia nella vita reale, ed ho soli 19 anni. Alcune di voi saranno più grandi di me, altre invece sarete più piccine, come lo ero io quando ho iniziato questo calvario.
Richiedo l'attenzione di ognuna di voi, perché per me è importante...
Tutto è cominciato... No, in realtà non so quando veramente ho iniziato a volermi fare del male. Ricordo solo un evento importante, che credo abbia alimentato il mio malessere e cambiato la mia vita. Era un giorno come tanti, uno di quelli tristi e vuoti, navigavo sul web, quando ad un tratto mi ritrovo a leggere i siti pro Ana. Sì, quelli che avete conosciuto pure voi. Quelli che iniziano con la premessa: lettera da Ana. Un poema moderno, nel quale la "Dea" Ana detta le regole della tua esistenza e ti spinge ad agire nel verso opposto in cui hai agito nei tuoi anni di vita. Sembra quasi aprirti gli occhi, parlandoti male delle persone che hai attorno, come se lei conoscesse i tuoi cari. In realtà è tutta una pappardella preimpostata, mirata proprio ad accendere il buio dei tuoi pensieri (Sì lo so di aver appena fatto un ossimoro).
Dopo la lettera, nonostante fosse stata lunga, mi ostinai a leggere le parole della blogger; questa tipa non aggiornava il suo blog da più di un anno e molti, nei commenti, chiedevano che fine avesse fatto, addirittura la credevano morta. E qui accade il peggio. La fatina del blog aveva dato ascolto alle parole di voci "malate" e ne era rimasta prigioniera, al punto di scomparire, fisicamente e spiritualmente. Per cui, data la mia voglia di vivere in quel periodo, cominciai a farmi un blog anch'io, ne seguivo altri, attivi.
Ho sempre adorato scrivere un diario, ma a quello online non ci avevo mai pensato. Un diario con pseudonimi, contatto falso, che non rivela la tua identità anagrafica, ma ti permette di avere pareri da gente che sta sulla tua stessa linea d'onda, la tecnologia stupisce sempre.
E' iniziato tutto per gioco, ma non tutti i giochi finiscono bene, se la fortuna non gira si rischia di perdere e pagare la penitenza.
I blog pro Ana erano molti, ma c'erano tre fazioni: siti dichiarati pro Ana o pro Mia (Bulimia), siti che dichiaravano invece di essere contro la malattia e di usare il diario virtuale come sfogo delle proprie frustrazioni, e infine quei blog dove non si dichiarava niente, solo di stare male...
Io facevo parte di quest'ultima categoria. Quando scrivevo, era come se facessi un soliloquio, diventava un colloquio soltanto quando qualche mia lettrice mi commentava.
La teoria era che ognuna di noi, essendo nello stesso calvario, doveva aiutare l'altra, dovevamo essere unite contro quel mostro. Il mostro che ci faceva odiare il cibo. Il mostro che ci faceva abbuffare con mezzo frigo e poi metterci due dita in gola al bagno, fino a sputare sangue. Quel mostro che ci faceva apparire la bilancia come unico metodo di giudizio della nostra persona.
Un numero basso non sarebbe mai stato abbastanza. Noi volevamo lo ZERO. Noi non volevamo PESARE, né fisicamente, nè in senso astratto.
Ma senza accorgercene, ci aiutavamo nei commenti ma ci influenzavamo coi post. Qualcuno scriveva di aver vomitato dopo aver mangiato, per i sensi di colpa, e qualcun'altro ne prendeva esempio. Un'altra parlava di lassativi e nel frattempo, scattava la scintilla nella mente di qualcun'altro.
Addirittura iniziammo tutte a scrivere dei diari alimentari. Ogni cosa che mangiavamo andava registrata alla fine del post, con la scusa di ricordare a noi stesse quanto facessimo schifo, o nel caso fossimo state brave.
Io lo facevo talvolta, ma ogni qual volta lo pubblicavo mi sentivo un maiale. Mi vergognavo con le mie fatine, leggere e belle fatine, di aver mangiato, anche se era solo un uovo sodo in tutta la giornata.
Io dovevo autocontrollarmi, avere la forza, ma NON di stare bene. Dovevo avere la forza di ammalarmi per bene, di smettere di mangiare, iniziare a perdere i capelli, le forze, e assomigliare sempre di più a una farfalla. Una stupenda farfalla, leggiadra ed effimera.
E nonostante che mi amasse vedeva già una bellissima farfalla, io rimanevo il sudicio bruco di sempre. Lo specchio me lo confermava. Ma lo specchio rifletteva l'immagine dei miei occhi, siamo sicuri che aveva ragione lo specchio? O ero io che volevo vedermi così?
Io credo la seconda, volevo farmi schifo, perché più lo facevo, più passava la fame e più mi avvicinavo al peso piuma, al sottopeso, al rischio di vita...
Molte di voi erano delle vere e proprie scrittrici, poiché consigli malati non voluti a parte, sapevano esprimere il proprio dolore in maniera così nitida e chiara da fare invidia. Sapevate benissimo cosa vi faceva stare male, non riuscivate a trovare le armi per combatterlo, perché pensavate che fosse una guerra collettiva la vostra. Ma lasciate che vi dica una cosa. Ascoltatemi tutte, la guerra dei disturbi alimentari la dovete combattere da soli. Lasciate stare tutte quelle frasi di perbenismo che vi dicono che non siete sole: LO SIETE.
Come sole vi siete cercate il problema, la malattia, il mostro, sole ne uscirete. (Se lo volete).
Potrete stare circondate di gente che vi vuole vedere felici e serene, ma se voi non volete Realmente combattere, la battaglia è persa in partenza.
Trovate una ragione, una FOTTUTA ragione, anche banale, per cui vale la pena uscire dal tunnel dei DCA. Immaginate quante cose belle potreste perdere se date ascolto alla vostra malattia.
Usate quella ragione come stimolo, imput per combattere!
In quel caso non sarete più sole, perché avrete Voi stesse dalla vostra parte. Per la prima volta vi vorrete bene. E se riuscirete ad amarvi, anche gli altri riusciranno ad amarvi e farsi amare.
Solo in quel caso potrete rivolgervi a psicologi, nutrizionisti e professionisti vari, per aiutarvi ad aiutare voi stesse.
Partite dalla volontà, la volontà di guarire.
Il resto verrà da sè.
Non avete paura piccole farfalle... Ci sono io con voi
p.s.
Io sono testimone del fatto che a parole siamo bravi tutti.....Ma avendo vissuto la questione in prima persona,vi chiedo supplicante di dare ascolto alle mie parole,fingete che oggi sia lunedì,come l'inizio di ogni dieta,invece di iniziare a star male,iniziate ad amarvi!
Con grande affetto per ognuno di voi,un bacio
Ilenia la Rosa
mercoledì 4 febbraio 2015
La rinascita di Rosa
Salve a
tutti. Mi chiamo Rosa Catalano ho 27 anni ho deciso di raccontarvi la
mia esperienza con l’anoressia nella speranza di poter essere
d’aiuto a tutti quei ragazzi che come me sono entrati nel tunnel
dei D.C.A.
La mia è
un’esperienza di morte sia del corpo che dello spirito, ma
soprattutto è un’esperienza di rinascita! Non lo credevo possibile
ma si può guarire!
Sono
cresciuta in una famiglia numerosa, sono la 4 di 8 figli. In una
famiglia così numerosa è difficile differenziarsi, io sono
cresciuta nell’insicurezza credendo che da sola non sarei mai
riuscita a far nulla cercando così l’appoggio di un amica o di un
familiare per farmi avanti nella vita. Questa è stata la causa della
mia caduta in quel tunnel tenebroso.
Come ben
sapete sono patologie molto frequenti nell’età adolescenziale. I
primi due anni delle scuole superiori li ho frequentati in una scuola
alberghiera privata tutta al femminile e ricordo bene che molte delle
ragazze dopo i pasti facevano a gara per andare a rigettare il pranzo
così da rimanere in linea per non ingrassare, essendo molto robusta
anch’io ci provai più volte ma senza riuscirci.
La mia
insicurezza era tanta; quando mi veniva dato il compito di preparare
un dolce subito cercavo l’appoggio di una compagna per il terrore
di fallire, e quando riuscivo da sola a realizzare qualcosa con i
complimenti della prof venivo messa da parte dalle compagne, quindi
preferivo rimanere nell’insicurezza screditandomi piuttosto che
rimanere sola. Con il passare degli anni aumentava il peso ed
aumentava l’insicurezza al punto che non riuscivo ad entrare in un
negozio per fare la spesa o per comprare i vestiti, mi rifugiavo
continuamente nel cibo, mangiavo tantissimo, tanto che all’età di
18 anni il mio peso era aumentato molto. Ricordo che a fatica
riuscivo ad allacciare i lacci delle scarpe, amici e familiari mi
prendevano in giro, alcuni dei miei amici a volte mi toglievano il
mangiare dalla bocca dicendomi “basta non lo vedi che sei grassa”.
Non
dimenticherò mai il giorno in cui decisi di cominciare una dieta
ferrea. Ricordo bene che quel giorno mia sorella (che ha un bel
corpo) tornò a casa con una cintura bellissima, la volevo indossare
ma non riuscì ad affibbiarla!!! Mi crollò il mondo addosso e mi
resi conto di quanto ero “larga”. Decisi così con tutta la mia
forza di volontà che dovevo cominciare una dieta, ho eliminato tutti
i cibi che ritenevo grassi ed ho cominciato a provocarmi il vomito
per accorciare i tempi ed in più facevo molta attività fisica.
Persi i primi 10 chili e pensavo “va bene così”, ma ormai il
cibo era il mio nemico, le calorie la mia ossessione! Anche l’acqua
mi faceva paura, da quì il declino totale. Continuai a perdere peso,
tanto che non uscivo più di casa tranne che per andare in palestra,
passavo le giornate a toccarmi le ossa, la mia migliore amica era
diventata la bilancia.
Arrivai in
un punto davvero critico; Andavo e venivo dagli ospedali, ogni
settimana facevo le analisi del sangue. Il solo pensiero di prendere
peso mi faceva impazzire, non facevo altro che fare del male a me
stessa ed alla mia famiglia. Dalla regione Sicilia l’unico aiuto
che ho avuto è stato l' uso di psicofarmaci che non mi curavano ma
mi stordivano tutto il giorno. Ero talmente magra che il mio cuore
era stanco di battere. Mi ricordo che un giorno ero seduta sul
divano, stavo davvero male, non riuscivo nemmeno a parlare e
realizzai che era la fine, mi rivolsi a Dio chiedendo perdono in
quanto consapevole del disprezzo che provavo per la vita che lui mi
aveva donato, gli ho chiesto aiuto! Ma nello stesso tempo non volevo
riprendere peso, mi sembrava impossibile il solo pensiero. Ricordo
che l’indomani nelle prime ore del mattino mia mamma chiamò
l’infermiere che si prendeva cura di me (un caro amico di famiglia)
perché stavo malissimo. Erano pronti a portarmi in ospedale e
improvvisamente, seduta sulla sedia, mi spensi. Chiusi gli occhi
tirando la testa indietro e non sentii più nulla. Non so quanto è
durato ma dopo un pò riuscii a sentire la voce di mio padre che mi
chiamava schiaffeggiandomi il viso e poi mi sono ritrovata in
ospedale. Il buon Dio è stato davvero misericordioso con me,
nonostante il mio tentativo di suicidio ha voluto tenermi in vita!!!
Successivamente la mia famiglia, tramite un prete, è riuscita a
mettersi in contatto con il centro per D.C.A a Todi (Umbria) ed è
stata la mia salvezza. Solo che, non essendo un ospedale e quindi non
offrendo servizio di rianimazione non è stato facile essere ammessa
in questo centro per le mie condizioni fisiche. Infatti dopo la prima
visita mi dissero chiaramente che dovevo prendere peso e i valori
ematochimici dovevano migliorare per essere ammessa. Hanno dato
alcuni consigli ai miei genitori per aiutarmi, uno di questi fu
quello di chiudere il bagno per 2 ore dopo i pasti...per me fu una
tragedia!!! Fu così che conobbi il dott…….. . L’ unico medico
che ha cercato davvero di aiutarmi e grazie a lui dopo qualche mese
mi hanno potuta ricoverare nel centro specializzato di Todi. È un
centro davvero fantastico ma il percorso di cura è davvero ripido.
Quanti sacrifici ha fatto la mia famiglia per permettermi le cure in
questo centro, figuratevi che mia mamma ha lavorato un mese gratis
nell’albergo in cui alloggiavo fino a quando non si liberò un
posto all’interno della struttura (ed io che ho sempre pensato che
non mi volessero bene). Nonostante ciò, non ero convinta di voler
guarire… uno dei compiti che mi diedero in questo centro fu quello
di scrivere una lettera al disturbo, e questa è la mia.
Todi 2006
Cara amica
mia … amica mia? Quale vera amica desidera la morte per un' altra
amica? E intanto è così che ti ho classificata. Il tuo è un volere
bene al contrario. Una vera amica se sincera non desidera altro che
il tuo bene! Tu invece mi hai amata al contrario. Per 5 anni mi hai
fatto credere che mi potevo rifugiare nel cibo, mi hai fatto credere
che solo lui poteva capirmi, poteva consolarmi, poteva soddisfarmi, e
quindi mi portavi al punto di non potermi nemmeno alzare dalla sedia.
Non mi hai mai fatto credere che potevo essere malata, ma solo che
era per ingordigia se non smettevo mai di mangiare; per 5 anni mi hai
fatto pensare che amavo così tanto il cibo solo per pura golosità,
fino a quando non mi sono stancata di non potermi più alzare dalla
sedia dopo ogni pasto, e quindi mi hai spinta ad intraprendere un’
altra via, la via del digiuno! Ogni giorno mi aiutavi a trovare la
forza per resistere, ogni giorno mi aiutavi ad eliminare qualcosa e
me la facevi mettere nella così detta “lista dei cibi cattivi”,
e ogni giorno mi aiutavi ad esaurirmi sempre di più, fino al punto
di non potermi più alzare dal divano, ma stavolta perché non avevo
più nemmeno le forze per respirare. Mi hai portata quasi alla morte,
ma anche lì in quel letto d’ospedale mentre tutti pregavano
affinché il mio cuore non si fermasse , tu portavi i miei pensieri
solo a “dimagrire”; nella mia mente passava e ripassava solo
questa parola maledetta “dimagrire”. Posso dire con certezza che
mi hai resa schiava del cibo che da “passione” è diventato
“ossessione”! e così mi hai portata ad allontanare tutti. Io,
una ragazza così aperta alla vita, ma tu mi hai portata ad
infastidirmi anche solo a sentire chiacchierare i miei amici. Tu, tu
… brutta egoista mi hai portata al punto di non poter più nemmeno
ballare, al punto di non poter più fare 2 passi, dimagrire, solo
dimagrire è stato il mio pensiero fisso per 10 mesi.
Mi hai
portata a provare invidia per i miei amici “loro belli tranquilli a
mangiare la solita pizza” e io che in quel momento avrei pagato con
l’oro solo per assaggiarla, senza poi dover trovare un modo per
eliminarla! Tu mi hai portata ad odiare la vita! Per colpa tua non ho
avuto rispetto per la vita.
Ma oggi cara
amica di viaggio, ti dico che non salirò più sul tuo treno della
morte, ora mi trovo con un piede fuori e uno dentro, e ti giuro che
sto mettendo le mie forze per quel piede che ora è più fuori che
dentro, quindi mi tocca dirti “addio” mia cara amica di viaggio,
ho deciso di scendere a Todi dove mi faranno riacquistare la voglia
di vivere. Voglio dirti che non ti lascerò in vita, io ti
distruggerò e lo faccio per entrambe, ma soprattutto lo faccio per
me, ma prima di farlo io ti voglio ringraziare; ti ringrazio per
avermi consolata quando ho lasciato il mio fidanzato, ti ringrazio
perché in tutti i miei momenti belli o brutti tu mi sei stata vicina
anzi sei stata l’unica che non mi ha mai lasciata la mano.
Per
proteggermi mi hai scollata dal mondo e ci siamo rifuggiate in
quella stanza dove ce ne stavamo sedute su quel divano a guardare la
tv, dove ogni giorno trasmettevano in diretta la vita reale, “i
veri sacrifici”, dove ogni giorno guardavamo tutti i miei amici
“vivere”, i mie cari “vivere”. Ora devi capire che mi sono
stancata di stare chiusa in quella stanza, lo so che tu lo fai per
proteggermi, ma non posso più farti compagnia. Ti lascio amica mia.
In questo
momento vorrei gridare e piangere “non mi abbandonare”, sei stata
davvero molto importante per me, ma ora anche per me è arrivato il
momento di essere spinta in quel baratro per imparare a volare.
Sai quanto
odio i saluti, il nostro non sarà un arrivederci, il nostro sarà un
vero addio!!! Addio mia cara amica, senza te finalmente diventerò
grande, e grazie a te imparerò ad affrontare le difficoltà della
vita a testa alta. Addio.
Il primo
ricovero è durato 3 mesi ma non essendo molto convinta di voler
guarire tornata a casa sono ricaduta nella fossa dell’ossessione, è
bastato sentirmi dire da parenti e amici che “stavo meglio”,
quindi dopo circa 4 mesi ho affrontato un secondo ricovero sempre a
todi ma non in clinica ma nell’ospedale di Todi dove c’era un
reparto per D.C.A. collegato comunque alla clinica. Lì il medico mi
disse chiaramente che il mio corpo non avrebbe sostenuto una terza
ricaduta. Doveva essere un ricovero breve che alla fine durò circa 4
mesi. Secondo ricovero seconda lettera…
Todi 2007
Ancora,
ancora schiava di te che sei così importante per la mia vita. Ora
sei di nuovo tornato (riferito al cibo) ad essere per me
un’ossessione, un incubo che non mi permette di dormire la notte,
un incubo che è tornato a darmi il tormento. Ma lasciami in pace, o
almeno cerca di giocare ad armi pari.
Da Giugno
ero riuscita a tenerti a bada e questo tu non lo hai potuto
sopportare, allora ti sei approfittata di quel virus (si trattava di
un virus dell’influenza che si manifestava con vomito)
per farmi riassagiare quel piacere di avere lo
stomaco vuoto, quel piacere di poter o di saper dire no a te (cibo)
che nutri il mio corpo e gli permetti di stare in piedi.
È vero, lo
devo ammettere, la cosa che ci ha tenuti uniti nonostante io già da
sette mesi non avessi smesso di nutrire il mio corpo è stato il
pensiero, o nell’inconscio il desiderio, di rimanere magra per
sempre! O per lo meno il piacere di sentirmi dire dalla gente che
sono magra, ma questo non ti ha dato il permesso di tornare a
rompermi le scatole perché dobbiamo essere obiettivi, io voglio
rimanere magra ma “viva”, tu invece vuoi farmi rimanere magra
proprio nell’eternità assoluta “la morte”. Non posso stare con
te perché non lo vuoi capire… non ti voglio disprezzare ma non
posso più giocare con te… perché?
Perché io
voglio tornare a vivere… io voglio tornare a volare, io voglio
poter amare, giocare, ridere, ballare, essere una persona amabile, ma
con te sono sempre nervosa perché tu mi fai solo pensare al cibo e a
come posso eliminarlo. Lo so, ancora non sono pronta a dirti addio,
ma se davvero mi vuoi bene aiutami ad ucciderti, sto male solo quando
mi siedo a tavola, mi hai rimesso dentro quell’ossessione d’
ingrassare anche solo bevendo dell’acqua. Non è giusto lasciami in
pace!!!
Tornata a
casa sentivo che l’ossessione per il peso, le forme corporee e per
il cibo era ancora dentro me, ma grazie al bagaglio pieno di
strategie che mi hanno dato a Todi riuscivo a non attuare metodi di
compenso, fu in quel periodo che mi fidanzai. Il mio fidanzato
insieme alla mia famiglia mi spronò a riprendere gli studi e con
grande stupore riuscii sia a diplomarmi che ad entrare all’
Università Degli Studi Di Palermo nelle facoltà di infermieristica.
Ho scelto questa facoltà proprio perché sentivo dentro di me che
guarendo avrei potuto aiutare gli altri nella guarigione.
Il periodo
universitario mi è stato molto utile, mi sono trasferita a Palermo
per seguire le lezioni e il tirocinio e quindi mi sono ritrovata a
fare i conti con me stessa.
Pian piano
ho iniziato ad arricchire il mio menù ma il pensiero era rivolto
sempre alla “linea - non ingrassare”. Per tenere a bada i
sintomi, cercavo di tenermi impegnata e soprattutto a casa non tenevo
nè specchi nè tanto meno la bilancia. Il vero cambiamento è
arrivato quando il mio ragazzo mi ha regalato un cagnolino “kira”.
Tenere un cucciolo a casa è molto faticoso e impegnativo, lei mi
tolse tutto il tempo che impiegavo per pensare al mio aspetto e su
quello che mangiavo. Ed è così che il menù si arricchiva sempre di
più. Tenere la mente occupata è molto importante, io mi sono
aiutata impegnandomi negli studi, occupandomi di kira, occupandomi
della musica che mi ha aiutata tantissimo a prendere sicurezza in me
stessa (prima mi imbarazzavo a suonare la chitarra davanti agli
amici) e mi occupavo della cura delle piante che rallegrano la casa e
danno molta soddisfazione. In tutto questo ho avuto la fortuna di
avere il mio ragazzo sempre al mio fianco insieme all’appoggio
della mia famiglia…. e in tutto questo ho riscoperto il beneficio
delle preghiera, il beneficio di affidare a Dio tutta la mia vita, le
mie preoccupazioni…. FINALMENTE VIVO!!!....
Grazie a Dio
dopo 4 anni di università mi sono laureata portando la tesi sui
D.C.A. sottolineando il ruolo che ha la figura infermieristica all’
interno delle strutture specializzate e sottolineando che in Sicilia
di strutture specializzate come quella di Todi non ce ne sono. Le
famiglie sono costrette a partire per dare le giuste cure ai propri
figli. Qui c'è la concezione che queste patologie si possono curare
con i psicofarmaci e con qualche incontro con il
psichiatra/psicologo.
Ad oggi sono
passati 9 anni e posso dire di essere guarita, ancora oggi preferisco
vivere senza specchi e senza bilancia, guarire non è facile ma ci
vuole tanta forza di volontà e non si può vivere con la paura del
cibo e delle forme corporee, gli alti e bassi ci sono ma con le
giuste strategie si possono tenere a bada e continuare a vivere!!!
Se oggi sono
viva è grazie a Dio e alla sua infinita Misericordia!!! Sono
convintissima che se mi ha lasciata in vita, è per permettermi di
dare testimonianza, per permettermi di dare aiuto a chi come me è
entrato in quel tunnel e non riesce a vedere quella luce che ne
indica l’ uscita.
Molti non
credendo in Dio troveranno banale ciò che ho appena detto ma
ribadisco che se sono viva è grazie a Lui… è grazie a Lui se la
mia famiglia è riuscita a curarmi a Todi perché non avevano i mezzi
economici, ma lui ci ha sempre provveduti!!! Ci ha sempre fatto
incontrare le giuste persone al momento giusto…
Forza ragazze e ragazzi!!!
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