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Questo spazio è dedicato a tutti coloro che vogliono CREARE UNA NUOVA CULTURA SUI DCA. Siete tutti importanti perchè unici, così come uniche sono le vostre storie e i vostri pensieri. Questo Blog resta quindi aperto a chiunque voglia proporre o condividere, perché Mi Nutro di Vita è di tutti ed è fatta TUTTI INSIEME.

domenica 22 febbraio 2015

Che fantastica storia è la vita

Sono Valentina ho 28 anni sono di  CASERTA E sono qui per raccontarvi la mia esperienza il mio inferno che ha condizionato la mia vita per 16 anni.Avevo 13 anni quando comincio' tutto ero una bambina allegra ma improvvisamente qualcosa cambio' dentro me.Iniziai a non piacermi più il mio corpo la mia vita mi sentivo sola e anche a scuola venivo sempre esclusa da tutto isolata e in più' anche la mia famiglia non mi considerava molto e in me arrivo' un senso di angoscia profonda.Non riuscivo a mangiare vedevo tutto come un nemico.....i miei preoccupati del mio deperimento subito spaventati mi portarono al policlinico di Napoli da una nutrizionista che mi segui' per un bel periodo,per me fu difficile seguirla mi rifiutavo proprio non volevo essere aiutata.poi piano piano mi affidai a lei...Alternai periodi di alti e bassi fino ad arrivare ai 18 anni,quando caddi' in un baratro profondo.Non riuscivo più a vivere ero spenta ,  i miei genitori decisero  di andare  a Chieti da dottor Di Flaviano,inizia  con lui un percorso terapeutico di 6 mesi...All' inizio fu dura ero tentata di mollare tutto non accettavo il cambiamento poi piano piano mi affidai nelle loro mani nonostante le paure e le continue ansie su tutto..Ripresi in mano la mia vita per un po nonostante le preoccupazioni, ansie e ossessioni che mi frullavano in testa, anche se avevo imparato a considerare il cibo come una vera medicina indispensabile per la salute...Questi percorsi terapeutici sono fondamentali per acquisire consapevolezza di se e del proprio corpo e imparare a volersi più bene..Nel 2009 il mio ragazzo mi lascio'e mi cadde il mondo addosso , ricaddi in uno stato disastroso.Il mio corpo stanco delle troppe sofferenze, vennero colpiti gli organi interni tra cui il cuore ed ebbi una pericardite al , ero ad un passo dalla morte senza più forza con liquidi estesi un po dappertutto....Quel giorno che mi trovai in un letto di ospedale con flebo sondini e altro capii che la mia vita non doveva finire non dovevo mollare e questa forza dovevo trovarla...Fui ricoverata poi a Todi tre mesi e  iniziai la risalita verso la luce,ricordo ancora quella frase che ha segnato il mio percorso" non ci  si sente a casa dove si vive ma dove si e' compresi"ho lottato contro una parte di me e le mie paure e vivendo pienamente tutto il percorso.Tornata a casa ripresi gli studi, mi iscrissi all' università' ,sociologia, e sono stata costante con l' aiuto della nutrizionista e della psicologa  all' asl di Aversa.NEL 2012 senti' che mancava l' ultimo gradino per ritornare a vivere del tutto e presi la decisione di rimettermi in discussione, sono partita per andare due mesi al centro G Gioia di Chiaromonte..Li ebbi finalmente la consapevolezza che stavo abbandonando del tutto i pensieri che avevano segnato profondamente parte importante della mia vita."Che  fantastica storia e' la vita".....questa frase di una canzone  di.Venditti  accompagno' i miei 2 mesi li con persone dolcissime sempre pronte a darti  aiuto e a farti sentire speciale.OGGI sono qui a scrivere con le lacrime agli occhi per aiutare tante ragazze che come me soffrono per aver incontrato questa brutta bestia che ti rovina la vita, ti logora e consuma l 'anima ed il corpo tutto...Non mollate mai perché il sole esiste per tutti affidatevi e prima o poi la vita cambierà' e troverete la sua luce.
Valentina

martedì 17 febbraio 2015

ILENIA

Mi chiamo Ilenia nella vita reale, ed ho soli 19 anni. Alcune di voi saranno più grandi di me, altre invece sarete più piccine, come lo ero io quando ho iniziato questo calvario. Richiedo l'attenzione di ognuna di voi, perché per me è importante... Tutto è cominciato... No, in realtà non so quando veramente ho iniziato a volermi fare del male. Ricordo solo un evento importante, che credo abbia alimentato il mio malessere e cambiato la mia vita. Era un giorno come tanti, uno di quelli tristi e vuoti, navigavo sul web, quando ad un tratto mi ritrovo a leggere i siti pro Ana. Sì, quelli che avete conosciuto pure voi. Quelli che iniziano con la premessa: lettera da Ana. Un poema moderno, nel quale la "Dea" Ana detta le regole della tua esistenza e ti spinge ad agire nel verso opposto in cui hai agito nei tuoi anni di vita. Sembra quasi aprirti gli occhi, parlandoti male delle persone che hai attorno, come se lei conoscesse i tuoi cari. In realtà è tutta una pappardella preimpostata, mirata proprio ad accendere il buio dei tuoi pensieri (Sì lo so di aver appena fatto un ossimoro). Dopo la lettera, nonostante fosse stata lunga, mi ostinai a leggere le parole della blogger; questa tipa non aggiornava il suo blog da più di un anno e molti, nei commenti, chiedevano che fine avesse fatto, addirittura la credevano morta. E qui accade il peggio. La fatina del blog aveva dato ascolto alle parole di voci "malate" e ne era rimasta prigioniera, al punto di scomparire, fisicamente e spiritualmente. Per cui, data la mia voglia di vivere in quel periodo, cominciai a farmi un blog anch'io, ne seguivo altri, attivi. Ho sempre adorato scrivere un diario, ma a quello online non ci avevo mai pensato. Un diario con pseudonimi, contatto falso, che non rivela la tua identità anagrafica, ma ti permette di avere pareri da gente che sta sulla tua stessa linea d'onda, la tecnologia stupisce sempre.
E' iniziato tutto per gioco, ma non tutti i giochi finiscono bene, se la fortuna non gira si rischia di perdere e pagare la penitenza.
I blog pro Ana erano molti, ma c'erano tre fazioni: siti dichiarati pro Ana o pro Mia (Bulimia), siti che dichiaravano invece di essere contro la malattia e di usare il diario virtuale come sfogo delle proprie frustrazioni, e infine quei blog dove non si dichiarava niente, solo di stare male...
Io facevo parte di quest'ultima categoria. Quando scrivevo, era come se facessi un soliloquio, diventava un colloquio soltanto quando qualche mia lettrice mi commentava. La teoria era che ognuna di noi, essendo nello stesso calvario, doveva aiutare l'altra, dovevamo essere unite contro quel mostro. Il mostro che ci faceva odiare il cibo. Il mostro che ci faceva abbuffare con mezzo frigo e poi metterci due dita in gola al bagno, fino a sputare sangue. Quel mostro che ci faceva apparire la bilancia come unico metodo di giudizio della nostra persona. Un numero basso non sarebbe mai stato abbastanza. Noi volevamo lo ZERO. Noi non volevamo PESARE, né fisicamente, nè in senso astratto.
Ma senza accorgercene, ci aiutavamo nei commenti ma ci influenzavamo coi post. Qualcuno scriveva di aver vomitato dopo aver mangiato, per i sensi di colpa, e qualcun'altro ne prendeva esempio. Un'altra parlava di lassativi e nel frattempo, scattava la scintilla nella mente di qualcun'altro. Addirittura iniziammo tutte a scrivere dei diari alimentari. Ogni cosa che mangiavamo andava registrata alla fine del post, con la scusa di ricordare a noi stesse quanto facessimo schifo, o nel caso fossimo state brave. Io lo facevo talvolta, ma ogni qual volta lo pubblicavo mi sentivo un maiale. Mi vergognavo con le mie fatine, leggere e belle fatine, di aver mangiato, anche se era solo un uovo sodo in tutta la giornata. Io dovevo autocontrollarmi, avere la forza, ma NON di stare bene. Dovevo avere la forza di ammalarmi per bene, di smettere di mangiare, iniziare a perdere i capelli, le forze, e assomigliare sempre di più a una farfalla. Una stupenda farfalla, leggiadra ed effimera. E nonostante che mi amasse vedeva già una bellissima farfalla, io rimanevo il sudicio bruco di sempre. Lo specchio me lo confermava. Ma lo specchio rifletteva l'immagine dei miei occhi, siamo sicuri che aveva ragione lo specchio? O ero io che volevo vedermi così? Io credo la seconda, volevo farmi schifo, perché più lo facevo, più passava la fame e più mi avvicinavo al peso piuma, al sottopeso, al rischio di vita... Molte di voi erano delle vere e proprie scrittrici, poiché consigli malati non voluti a parte, sapevano esprimere il proprio dolore in maniera così nitida e chiara da fare invidia. Sapevate benissimo cosa vi faceva stare male, non riuscivate a trovare le armi per combatterlo, perché pensavate che fosse una guerra collettiva la vostra. Ma lasciate che vi dica una cosa. Ascoltatemi tutte, la guerra dei disturbi alimentari la dovete combattere da soli. Lasciate stare tutte quelle frasi di perbenismo che vi dicono che non siete sole: LO SIETE. Come sole vi siete cercate il problema, la malattia, il mostro, sole ne uscirete. (Se lo volete). Potrete stare circondate di gente che vi vuole vedere felici e serene, ma se voi non volete Realmente combattere, la battaglia è persa in partenza. Trovate una ragione, una FOTTUTA ragione, anche banale, per cui vale la pena uscire dal tunnel dei DCA. Immaginate quante cose belle potreste perdere se date ascolto alla vostra malattia. Usate quella ragione come stimolo, imput per combattere! In quel caso non sarete più sole, perché avrete Voi stesse dalla vostra parte. Per la prima volta vi vorrete bene. E se riuscirete ad amarvi, anche gli altri riusciranno ad amarvi e farsi amare. Solo in quel caso potrete rivolgervi a psicologi, nutrizionisti e professionisti vari, per aiutarvi ad aiutare voi stesse. Partite dalla volontà, la volontà di guarire. Il resto verrà da sè. Non avete paura piccole farfalle... Ci sono io con voi
p.s.
Io sono testimone del fatto che a parole siamo bravi tutti.....Ma avendo vissuto la questione in prima persona,vi chiedo supplicante di dare ascolto alle mie parole,fingete che oggi sia lunedì,come l'inizio di ogni dieta,invece di iniziare a star male,iniziate ad amarvi!
Con grande affetto per ognuno di voi,un bacio
Ilenia la Rosa

mercoledì 4 febbraio 2015

La rinascita di Rosa





Salve a tutti. Mi chiamo Rosa Catalano ho 27 anni ho deciso di raccontarvi la mia esperienza con l’anoressia nella speranza di poter essere d’aiuto a tutti quei ragazzi che come me sono entrati nel tunnel dei D.C.A.
La mia è un’esperienza di morte sia del corpo che dello spirito, ma soprattutto è un’esperienza di rinascita! Non lo credevo possibile ma si può guarire!
Sono cresciuta in una famiglia numerosa, sono la 4 di 8 figli. In una famiglia così numerosa è difficile differenziarsi, io sono cresciuta nell’insicurezza credendo che da sola non sarei mai riuscita a far nulla cercando così l’appoggio di un amica o di un familiare per farmi avanti nella vita. Questa è stata la causa della mia caduta in quel tunnel tenebroso.
Come ben sapete sono patologie molto frequenti nell’età adolescenziale. I primi due anni delle scuole superiori li ho frequentati in una scuola alberghiera privata tutta al femminile e ricordo bene che molte delle ragazze dopo i pasti facevano a gara per andare a rigettare il pranzo così da rimanere in linea per non ingrassare, essendo molto robusta anch’io ci provai più volte ma senza riuscirci.
La mia insicurezza era tanta; quando mi veniva dato il compito di preparare un dolce subito cercavo l’appoggio di una compagna per il terrore di fallire, e quando riuscivo da sola a realizzare qualcosa con i complimenti della prof venivo messa da parte dalle compagne, quindi preferivo rimanere nell’insicurezza screditandomi piuttosto che rimanere sola. Con il passare degli anni aumentava il peso ed aumentava l’insicurezza al punto che non riuscivo ad entrare in un negozio per fare la spesa o per comprare i vestiti, mi rifugiavo continuamente nel cibo, mangiavo tantissimo, tanto che all’età di 18 anni il mio peso era aumentato molto. Ricordo che a fatica riuscivo ad allacciare i lacci delle scarpe, amici e familiari mi prendevano in giro, alcuni dei miei amici a volte mi toglievano il mangiare dalla bocca dicendomi “basta non lo vedi che sei grassa”.
Non dimenticherò mai il giorno in cui decisi di cominciare una dieta ferrea. Ricordo bene che quel giorno mia sorella (che ha un bel corpo) tornò a casa con una cintura bellissima, la volevo indossare ma non riuscì ad affibbiarla!!! Mi crollò il mondo addosso e mi resi conto di quanto ero “larga”. Decisi così con tutta la mia forza di volontà che dovevo cominciare una dieta, ho eliminato tutti i cibi che ritenevo grassi ed ho cominciato a provocarmi il vomito per accorciare i tempi ed in più facevo molta attività fisica. Persi i primi 10 chili e pensavo “va bene così”, ma ormai il cibo era il mio nemico, le calorie la mia ossessione! Anche l’acqua mi faceva paura, da quì il declino totale. Continuai a perdere peso, tanto che non uscivo più di casa tranne che per andare in palestra, passavo le giornate a toccarmi le ossa, la mia migliore amica era diventata la bilancia.
Arrivai in un punto davvero critico; Andavo e venivo dagli ospedali, ogni settimana facevo le analisi del sangue. Il solo pensiero di prendere peso mi faceva impazzire, non facevo altro che fare del male a me stessa ed alla mia famiglia. Dalla regione Sicilia l’unico aiuto che ho avuto è stato l' uso di psicofarmaci che non mi curavano ma mi stordivano tutto il giorno. Ero talmente magra che il mio cuore era stanco di battere. Mi ricordo che un giorno ero seduta sul divano, stavo davvero male, non riuscivo nemmeno a parlare e realizzai che era la fine, mi rivolsi a Dio chiedendo perdono in quanto consapevole del disprezzo che provavo per la vita che lui mi aveva donato, gli ho chiesto aiuto! Ma nello stesso tempo non volevo riprendere peso, mi sembrava impossibile il solo pensiero. Ricordo che l’indomani nelle prime ore del mattino mia mamma chiamò l’infermiere che si prendeva cura di me (un caro amico di famiglia) perché stavo malissimo. Erano pronti a portarmi in ospedale e improvvisamente, seduta sulla sedia, mi spensi. Chiusi gli occhi tirando la testa indietro e non sentii più nulla. Non so quanto è durato ma dopo un pò riuscii a sentire la voce di mio padre che mi chiamava schiaffeggiandomi il viso e poi mi sono ritrovata in ospedale. Il buon Dio è stato davvero misericordioso con me, nonostante il mio tentativo di suicidio ha voluto tenermi in vita!!! Successivamente la mia famiglia, tramite un prete, è riuscita a mettersi in contatto con il centro per D.C.A a Todi (Umbria) ed è stata la mia salvezza. Solo che, non essendo un ospedale e quindi non offrendo servizio di rianimazione non è stato facile essere ammessa in questo centro per le mie condizioni fisiche. Infatti dopo la prima visita mi dissero chiaramente che dovevo prendere peso e i valori ematochimici dovevano migliorare per essere ammessa. Hanno dato alcuni consigli ai miei genitori per aiutarmi, uno di questi fu quello di chiudere il bagno per 2 ore dopo i pasti...per me fu una tragedia!!! Fu così che conobbi il dott…….. . L’ unico medico che ha cercato davvero di aiutarmi e grazie a lui dopo qualche mese mi hanno potuta ricoverare nel centro specializzato di Todi. È un centro davvero fantastico ma il percorso di cura è davvero ripido. Quanti sacrifici ha fatto la mia famiglia per permettermi le cure in questo centro, figuratevi che mia mamma ha lavorato un mese gratis nell’albergo in cui alloggiavo fino a quando non si liberò un posto all’interno della struttura (ed io che ho sempre pensato che non mi volessero bene). Nonostante ciò, non ero convinta di voler guarire… uno dei compiti che mi diedero in questo centro fu quello di scrivere una lettera al disturbo, e questa è la mia.


Todi 2006
Cara amica mia … amica mia? Quale vera amica desidera la morte per un' altra amica? E intanto è così che ti ho classificata. Il tuo è un volere bene al contrario. Una vera amica se sincera non desidera altro che il tuo bene! Tu invece mi hai amata al contrario. Per 5 anni mi hai fatto credere che mi potevo rifugiare nel cibo, mi hai fatto credere che solo lui poteva capirmi, poteva consolarmi, poteva soddisfarmi, e quindi mi portavi al punto di non potermi nemmeno alzare dalla sedia. Non mi hai mai fatto credere che potevo essere malata, ma solo che era per ingordigia se non smettevo mai di mangiare; per 5 anni mi hai fatto pensare che amavo così tanto il cibo solo per pura golosità, fino a quando non mi sono stancata di non potermi più alzare dalla sedia dopo ogni pasto, e quindi mi hai spinta ad intraprendere un’ altra via, la via del digiuno! Ogni giorno mi aiutavi a trovare la forza per resistere, ogni giorno mi aiutavi ad eliminare qualcosa e me la facevi mettere nella così detta “lista dei cibi cattivi”, e ogni giorno mi aiutavi ad esaurirmi sempre di più, fino al punto di non potermi più alzare dal divano, ma stavolta perché non avevo più nemmeno le forze per respirare. Mi hai portata quasi alla morte, ma anche lì in quel letto d’ospedale mentre tutti pregavano affinché il mio cuore non si fermasse , tu portavi i miei pensieri solo a “dimagrire”; nella mia mente passava e ripassava solo questa parola maledetta “dimagrire”. Posso dire con certezza che mi hai resa schiava del cibo che da “passione” è diventato “ossessione”! e così mi hai portata ad allontanare tutti. Io, una ragazza così aperta alla vita, ma tu mi hai portata ad infastidirmi anche solo a sentire chiacchierare i miei amici. Tu, tu … brutta egoista mi hai portata al punto di non poter più nemmeno ballare, al punto di non poter più fare 2 passi, dimagrire, solo dimagrire è stato il mio pensiero fisso per 10 mesi.
Mi hai portata a provare invidia per i miei amici “loro belli tranquilli a mangiare la solita pizza” e io che in quel momento avrei pagato con l’oro solo per assaggiarla, senza poi dover trovare un modo per eliminarla! Tu mi hai portata ad odiare la vita! Per colpa tua non ho avuto rispetto per la vita.
Ma oggi cara amica di viaggio, ti dico che non salirò più sul tuo treno della morte, ora mi trovo con un piede fuori e uno dentro, e ti giuro che sto mettendo le mie forze per quel piede che ora è più fuori che dentro, quindi mi tocca dirti “addio” mia cara amica di viaggio, ho deciso di scendere a Todi dove mi faranno riacquistare la voglia di vivere. Voglio dirti che non ti lascerò in vita, io ti distruggerò e lo faccio per entrambe, ma soprattutto lo faccio per me, ma prima di farlo io ti voglio ringraziare; ti ringrazio per avermi consolata quando ho lasciato il mio fidanzato, ti ringrazio perché in tutti i miei momenti belli o brutti tu mi sei stata vicina anzi sei stata l’unica che non mi ha mai lasciata la mano.
Per proteggermi mi hai scollata dal mondo e ci siamo rifuggiate in quella stanza dove ce ne stavamo sedute su quel divano a guardare la tv, dove ogni giorno trasmettevano in diretta la vita reale, “i veri sacrifici”, dove ogni giorno guardavamo tutti i miei amici “vivere”, i mie cari “vivere”. Ora devi capire che mi sono stancata di stare chiusa in quella stanza, lo so che tu lo fai per proteggermi, ma non posso più farti compagnia. Ti lascio amica mia.
In questo momento vorrei gridare e piangere “non mi abbandonare”, sei stata davvero molto importante per me, ma ora anche per me è arrivato il momento di essere spinta in quel baratro per imparare a volare.
Sai quanto odio i saluti, il nostro non sarà un arrivederci, il nostro sarà un vero addio!!! Addio mia cara amica, senza te finalmente diventerò grande, e grazie a te imparerò ad affrontare le difficoltà della vita a testa alta. Addio.
Il primo ricovero è durato 3 mesi ma non essendo molto convinta di voler guarire tornata a casa sono ricaduta nella fossa dell’ossessione, è bastato sentirmi dire da parenti e amici che “stavo meglio”, quindi dopo circa 4 mesi ho affrontato un secondo ricovero sempre a todi ma non in clinica ma nell’ospedale di Todi dove c’era un reparto per D.C.A. collegato comunque alla clinica. Lì il medico mi disse chiaramente che il mio corpo non avrebbe sostenuto una terza ricaduta. Doveva essere un ricovero breve che alla fine durò circa 4 mesi. Secondo ricovero seconda lettera…



Todi 2007
Ancora, ancora schiava di te che sei così importante per la mia vita. Ora sei di nuovo tornato (riferito al cibo) ad essere per me un’ossessione, un incubo che non mi permette di dormire la notte, un incubo che è tornato a darmi il tormento. Ma lasciami in pace, o almeno cerca di giocare ad armi pari.
Da Giugno ero riuscita a tenerti a bada e questo tu non lo hai potuto sopportare, allora ti sei approfittata di quel virus (si trattava di un virus dell’influenza che si manifestava con vomito) per farmi riassagiare quel piacere di avere lo stomaco vuoto, quel piacere di poter o di saper dire no a te (cibo) che nutri il mio corpo e gli permetti di stare in piedi.
È vero, lo devo ammettere, la cosa che ci ha tenuti uniti nonostante io già da sette mesi non avessi smesso di nutrire il mio corpo è stato il pensiero, o nell’inconscio il desiderio, di rimanere magra per sempre! O per lo meno il piacere di sentirmi dire dalla gente che sono magra, ma questo non ti ha dato il permesso di tornare a rompermi le scatole perché dobbiamo essere obiettivi, io voglio rimanere magra ma “viva”, tu invece vuoi farmi rimanere magra proprio nell’eternità assoluta “la morte”. Non posso stare con te perché non lo vuoi capire… non ti voglio disprezzare ma non posso più giocare con te… perché?
Perché io voglio tornare a vivere… io voglio tornare a volare, io voglio poter amare, giocare, ridere, ballare, essere una persona amabile, ma con te sono sempre nervosa perché tu mi fai solo pensare al cibo e a come posso eliminarlo. Lo so, ancora non sono pronta a dirti addio, ma se davvero mi vuoi bene aiutami ad ucciderti, sto male solo quando mi siedo a tavola, mi hai rimesso dentro quell’ossessione d’ ingrassare anche solo bevendo dell’acqua. Non è giusto lasciami in pace!!!


Tornata a casa sentivo che l’ossessione per il peso, le forme corporee e per il cibo era ancora dentro me, ma grazie al bagaglio pieno di strategie che mi hanno dato a Todi riuscivo a non attuare metodi di compenso, fu in quel periodo che mi fidanzai. Il mio fidanzato insieme alla mia famiglia mi spronò a riprendere gli studi e con grande stupore riuscii sia a diplomarmi che ad entrare all’ Università Degli Studi Di Palermo nelle facoltà di infermieristica. Ho scelto questa facoltà proprio perché sentivo dentro di me che guarendo avrei potuto aiutare gli altri nella guarigione.
Il periodo universitario mi è stato molto utile, mi sono trasferita a Palermo per seguire le lezioni e il tirocinio e quindi mi sono ritrovata a fare i conti con me stessa.
Pian piano ho iniziato ad arricchire il mio menù ma il pensiero era rivolto sempre alla “linea - non ingrassare”. Per tenere a bada i sintomi, cercavo di tenermi impegnata e soprattutto a casa non tenevo nè specchi nè tanto meno la bilancia. Il vero cambiamento è arrivato quando il mio ragazzo mi ha regalato un cagnolino “kira”. Tenere un cucciolo a casa è molto faticoso e impegnativo, lei mi tolse tutto il tempo che impiegavo per pensare al mio aspetto e su quello che mangiavo. Ed è così che il menù si arricchiva sempre di più. Tenere la mente occupata è molto importante, io mi sono aiutata impegnandomi negli studi, occupandomi di kira, occupandomi della musica che mi ha aiutata tantissimo a prendere sicurezza in me stessa (prima mi imbarazzavo a suonare la chitarra davanti agli amici) e mi occupavo della cura delle piante che rallegrano la casa e danno molta soddisfazione. In tutto questo ho avuto la fortuna di avere il mio ragazzo sempre al mio fianco insieme all’appoggio della mia famiglia…. e in tutto questo ho riscoperto il beneficio delle preghiera, il beneficio di affidare a Dio tutta la mia vita, le mie preoccupazioni…. FINALMENTE VIVO!!!....
Grazie a Dio dopo 4 anni di università mi sono laureata portando la tesi sui D.C.A. sottolineando il ruolo che ha la figura infermieristica all’ interno delle strutture specializzate e sottolineando che in Sicilia di strutture specializzate come quella di Todi non ce ne sono. Le famiglie sono costrette a partire per dare le giuste cure ai propri figli. Qui c'è la concezione che queste patologie si possono curare con i psicofarmaci e con qualche incontro con il psichiatra/psicologo.
Ad oggi sono passati 9 anni e posso dire di essere guarita, ancora oggi preferisco vivere senza specchi e senza bilancia, guarire non è facile ma ci vuole tanta forza di volontà e non si può vivere con la paura del cibo e delle forme corporee, gli alti e bassi ci sono ma con le giuste strategie si possono tenere a bada e continuare a vivere!!!
Se oggi sono viva è grazie a Dio e alla sua infinita Misericordia!!! Sono convintissima che se mi ha lasciata in vita, è per permettermi di dare testimonianza, per permettermi di dare aiuto a chi come me è entrato in quel tunnel e non riesce a vedere quella luce che ne indica l’ uscita.
Molti non credendo in Dio troveranno banale ciò che ho appena detto ma ribadisco che se sono viva è grazie a Lui… è grazie a Lui se la mia famiglia è riuscita a curarmi a Todi perché non avevano i mezzi economici, ma lui ci ha sempre provveduti!!! Ci ha sempre fatto incontrare le giuste persone al momento giusto…

Forza ragazze e ragazzi!!!