..Sola
in questa stanza, dove il buio pare voglia inghiottirmi, mi cullo nei
miei ricordi, le mille immagini affollano la mente, scorrono veloci
come un film in bianco e nero. È un buio che non ho mai avvertito
prima, mi spaventa, mi indebolisce perché ho paura di entrarci
dentro.. ma soprattutto ho paura di non riuscire a starne fuori . In
questo stato di profonda difficoltà mi avvolge la sensazione di un
corpo deforme che non mi appartiene, non mi rappresenta. È un corpo
che non riesco a modificare, che non riesco a gestire, non ho
controllo su me stessa.
Continuo
a mangiare cibo, anzi ingurgitare per trovare un minimo di pace,
qualcosa che plachi questo senso di vuoto che avverto dentro. Ma è
una gratificazione illusoria ed effimera , perché subito dopo aver
mangiato subentra un senso di inadeguatezza, di umiliazione. Sono
queste le uniche emozioni che riesco a sentire.
Voglio
essere accettata e amata per come sono, mi dico, ma il punto è che
io mi vedo tremenda, e ogni tanto vorrei sparire, sprofondare in quel
buio che tanto mi fa paura. Ma proprio questo vuoto, questo buio, mi
permettono di non guardarmi dentro. Mi posso e mi possono solo vedere
da fuori. Perché dentro di me non so cosa si nasconda.
L’idea
di avere un corpo diverso da quello che ho adesso, mi terrorizza,
anche se mi affascina.
Penso
che costi troppi sacrifici e troppi impegni, comporta prendersi la
responsabilità della propria vita, e questo mi fa paura, una
fottutissima paura.
Ma un
giorno, ( 20 giugno 2011) ,proprio quando ero davanti allo specchio,
che inesorabilmente mi rimanda la realtà dei fatti, decido che
quello che avevo davanti era un estraneo, un elemento di me che
stonava, non volevo conoscerlo ne tanto meno farci amicizia. Quindi
armata di coraggio e buona volontà ho chiesto aiuto . Ho capito che
la super eroina che per troppi anni aveva abitato dentro di me, non
era in grado di dare supporto a nessuno. Era la voce di me bambina
che chiedeva di essere aiutata, ascoltata. La voce di quel bruco che
voleva diventare farfalla e che per troppo tempo è rimasto
imprigionato.
Ho
iniziato così a sperimentare e vivere cose diverse, ho iniziato a
mangiare in modo diverso e con mio grande stupore ho notato che il
cambiamento era una cosa bellissima.
Spezzare
le abitudini non è stato così traumatico come l’avevo ipotizzato.
Al contrario. Mi ha fatto scoprire quella parte creativa e dinamica
che non conoscevo.
Quando
ho iniziato il cammino verso il cambiamento le lacrime scendevano da
sole, per giorni e giorni , ma era un pianto liberatorio, un pianto
di felicità per aver iniziato a picconare la barriera fino ad allora
impenetrabile della mia anima.
Giorno
per giorno, ho iniziato a fare passo per passo, senza fretta, senza
troppe aspettative e i risultati sono arrivati da soli.
Ma
sono arrivati perché IO CI HO CREDUTO VERAMENTE.
Non si
trattava di deludere o assecondare nessuno, era una sfida con me
stessa , con quella parte bella di me.
Ora il
mio corpo mi sorride, la farfalla che era in me ha spiccato il volo e
i colori della mia anima non sono più il bianco o il nero ma mi
posso permettere di osservare un meraviglioso arcobaleno, un
caleidoscopio di emozioni.
SILVIA
PUDDU
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