"E ogni ostacolo che supererò sarà come un colpo d'ali e là io volerò"
Una delle tante, troppe paure che non ci permette di migliorare, è pensare che torneremo come prima, che se il nostro corpo torna ad essere quello che era prima della malattia, allora anche noi torneremo ad essere il tipo di persona che odiavamo. Facciamo il grande sbaglio di confondere contenuto e contenitore, il nostro animo con il nostro aspetto. Ma una volta che l'animo cambia non sarà mai più lo stesso, anche se viene messo dinuovo nello stesso corpo di una volta. Sempre nello stesso bicchiere puoi metterci l'acqua, ma poi anche dell'aranciata, del vino, qualsiasi cosa tu voglia bere, qualsiasi cosa tu voglia essere.
Vorrei interrogare sia la Me passata sia la Me presente, perché reputo si debbano sempre sentire due campane e diverse visioni di un unico argomento. Do la parola all'Elisa del passato, che di paure ne sa molto più di me ora.
"Se per guarire devo ritornare in quel corpo, da cui è iniziata tutta la mia sofferenza, il mio dolore, il mio odio e cattiveria verso me stessa, be allora passo, me ne resto in questa zona d'ombra dove nessuno può vedermi o sa che esisto, qui dove la malattia è l'unica che mi capisce. È l'unica che conta con me le calorie e i chili da perdere, altrimenti chi mi aiuterebbe a farlo? Tiene il conto anche degli amici e amori persi, delle occasioni sprecate e delle lacrime versate, o forse di questo ha perso anche lei il conto. È l'unica che mi parla sempre e mi incita a spingermi sempre più in là, verso quel "sempre di meno" che non è mai abbastanza. È grazie ai suoi consigli che sono riuscita a costruirmi la mia bella torre segreta, e dopo così tanta fatica col cavolo che torno indietro, ho paura di tornare in quel corpo che non mi faceva sentire altro che la pesantezza della vita, la pesantezza del non sapere chi io fossi".
Ora invece sentiamo cos'ha da dire l'Elisa di adesso.
"Cara Me, non posso darti torto. Essere al sicuro dai pericoli dei mondo ci fa sentire calmi e tranquilli, ci fa pensare che vada tutto bene e di avere la situazione pienamente sotto controllo. Ma ti chiedo, sei al sicuro da te stessa?
Vedo che sorridi con la bocca, ma lo stai facendo anche con il cuore? E poi, non ti senti stretta in quella torre, tutta sola con il corpo esile che hai paura quasi a sfiorarti per non romperti? Ti dirò una cosa, tu sei già rotta, ad ogni passo che fai salendo quella dannata torre perdi pezzi di te. Arrivata in cima ti senti certo più leggera, ma cosa ti rimane? Ah, certo, hai lei, c'è sempre lei fedele al tuo fianco, che sciocca. Lei, sempre pronta a criticarti, a dirti cosa non va in te, a ricordarti cosa non sei, a contare con te quanto manca alla tua morte. E ti dirò di più, nessuno verrà a salvarti, nessuno scalerà la torre, ma non perché non ti stiano cercando, anzi, ti cercano da quando te ne sei andata senza salutare o lasciare un messaggio. Non verrà nessuno semplicemente perché non sanno dove sia la tua torre, da tanto bene l'hai nascosta. E dunque questa la vita che vuoi, la non-vita che hai scelto? Ora vorrei darti un consiglio, per quanto utile tu possa considerarlo: fa' un bel respiro e, senza pensarci troppo, corri giù per la scalinata e chiudi a chiave l'anoressia nella torre. Non la stai eliminando, non voglio che tu la uccida, voglio solo che la escluda dalla tua vita, una vita che potrai ricostruire grazie ai pezzi che troverai scendendo le scale. Troverai quelli che ti serviranno, perché quelli troppo leggeri saranno volati via, e quelli troppo pesanti saranno sprofondati senza lasciare traccia, cosicché raccoglierai solo quelli che riuscirai a sollevare senza fatica. E credimi, uscita da lì respirerai a pieni polmoni la vita, respirerai l'amore di chi ti stava aspettando e non ha mai perso la speranza di riabbracciarti, rientrerai nel tuo corpo che ora sarà degno di questo nome. Ma dentro, dentro non sarai mai più la stessa. Sarai migliore."
Elisa
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