Nei disturbi alimentari non esistono colpe...tante, troppe volte tutto si fa risalire esclusivamente a madri opprimenti o troppo apprensive, a padri incapaci di prendere decisioni o posizioni, estremamente passivi, a genitori assenti, anaffettivi o proiettati in maniera preponderante sulle aspettative rivolte verso figlie/figli che tendono a volerle rispettare a tutti i costi oppure ad assorbire le loro angosce e le loro ansie forse per potergliele strappare e alleggerirli...e chi ne ha più ne metta..molte volte un invischiamemto di ruoli o di emozioni che si traducono in un 'sistema' confuso contribuisce all'esplosione del sintomo...CONTRIBUISCE appunto, proprio come tutti gli aspetti su menzionati...i fattori in gioco sono molteplici ; dinamiche relazionali si, che si esprimono in primis nel nucleo familiare, ma anche individuali. Tutto questo però non deve far cascare nel tranello delle COLPE...assolutissimamente controproducente. Assumersi le proprie responsabilità, riappropriarsi del proprio ruolo così come del proprio 'carico', un modo per venire a contatto ognuno con il proprio sé e trovare un moto di reazione..
E voi cosa ne Pensate ? A presto
Michi
Grazie di cuore per aver accolto questo mio pensiero per me molto sentito.....spero davvero che possa essere uno spunto di riflessione...
RispondiEliminaun abbraccio fortissimo
rosy
Sono totalmente d'accordo sul fatto che sia assurdo ed inutile parlare di colpe.
RispondiEliminaIo parto dall’ovvio presupposto che i disturbi alimentari siano patologie multifattoriali, ovvero ingenerate da miriadi di concause diverse tra loro, e differenti da persona a persona. Dunque, proprio perché i DCA sono patologie multifattoriali per antonomasia, è impossibile individuare una causa specifica su cui puntare il dito: le cause sono tantissime, e tra i vari fattori che agiscono ce ne sono senz’altro alcuni preponderati rispetto ad altri… che non devono però necessariamente ricercarsi nell’ambito familiare.
Per quanto anche la famiglia, in certe persone, possa rappresentare una delle millemila concause che portano allo sviluppo di un DCA, non ne è la causa principale né determinante, come molte cose che si trovano scritte, su Internet ed altrove, vorrebbero far credere. Anche perché il dire che lo sviluppo di un DCA filiale sia conseguenza dell’atteggiamento genitoriale, presupporrebbe che la figlia fosse una specie di spugna che assorbe quanto le viene detto e lo interiorizza in maniera acritica, e negherebbe la capacità della figlia stessa di possedere un cervello e dunque di ragionare su ciò che le viene detto, e di autodeterminarsi.
Non solo un DCA è così complesso che non si può fare un’attribuzione univoca di colpa/responsabilità, secondo me è proprio scorretto l’utilizzare parole come “colpa” e “responsabilità”, perché le trovo controproducenti e meramente fini a se stesse: chi si colpevolizza si fa domande all’infinito sul perché sia successa una determinata cosa, e su come avrebbe potuto comportarsi per evitarlo… ergo, gira e rigira sul passato, che è inalterabile per definizione in quanto passato. E perde così tempo prezioso che avrebbe potuto impiegare per capire cosa potrebbe fare da quel momento in poi per cercare di migliorare la situazione.
Anch'io concordo sul fatto che non sia giusto parlare di "colpe", anche se si tratta di un tranello in cui è davvero facile cadere, specie relativamente all'ambito familiare... ammetto di esserci caduta io stessa. A mio parere, però, quando si ha a che fare con patologie come i Disturbi Alimentari, è estremamente superficiale limitarsi ad attribuire delle colpe e ad individuare dei presunti colpevoli... sarebbe molto più corretto parlare di "concause" scatenanti il disturbo, casomai, e SU QUELLE lavorare. Eppure... ho visto e sentito fior di Psichiatri scaricare pressochè interamente sui genitori (per comodità?) la mancata guarigione delle proprie pazienti ...il che mi sembra, in tutta sincerità, piuttosto fuori dal mondo :(. Un abbraccio anche da parte mia <3!
RispondiEliminaVorrei specificare una cosa...il senso del termine responsabilità che non viene da me usato con un'accezione negativa...troppo spesso viene accostato al vocabolo 'colpa' ma secondo me ha un altro senso.....responsabilità come consapevolezza del proprio agire....i nuclei familiari sono dei microcosmi in cui si concentrano molteplici dinamiche e dinamica equivale a movimento...movimenti che nascono dall'agire dei componenti che non vivono passivamente l'ambito familiare...per quanto possano esistere dei nuclei più o meno statici comunque l'azione anche se minima c'è...e a questa azione corrisponde comunque una reazione.....i componenti del nucleo come attori attraverso il loro agire producono delle reazioni, c’è un'interazione e responsabilizzarli rispetto alle loro azioni significa renderli consapevoli e cercare di creare una reazione...cosa che i sensi di colpa non fanno perchè provocano solo passività....
RispondiEliminaquesto è il mio modesto punto di vista
vi abbraccio
Rosy