Settembre
è sempre stato per me un mese particolare.
Ricordo
che, mentre gli altri si struggevano di malinconia perché le vacanze erano
terminate, io tiravo un respiro di sollievo perché la grande fatica dell'estate
era finalmente finita. Fatica che si poteva tradurre benissimo in sofferenza:
il terrore di esporsi al mare, il perenne paragone con le altre ragazze che ai
miei occhi risultavano sempre bellissime, felicissime, realizzate, facendomi
sentire ancora di più quanto io mi ritenessi al contrario insignificante,
inutile e di poco valore.
C'era
poi l'enorme difficoltà a stare sola in casa e quindi non riuscire a tuffarmi
nel pieno godimento dell'abbuffata. E il continuo sentirsi dire: "ma
quanto sei magra…devi mangiare!!!!!"…(non c'era possibilità di nascondersi
dentro ai vestiti, e ricordo l'ansia di dover sopportare gli sguardi degli
altri.)… L'estate era un vero e proprio calvario...
Ma
poi, ecco arrivare settembre e finalmente potevo tornare a coprire il mio esile
corpo dentro le maglie lunghe. Potevo stare a casa senza sentire le stridenti
risate e il vociare delle persone in vacanza che venivano dalle finestre aperte
e che mi portavano tanta angoscia. Quelle risate e quel vociare mettevano ancor
più in risalto il mio essere e sentirmi sola, abbandonata, isolata...
L'estate
per me rappresentava l'evidenza di tutto ciò che era sbagliato nella mia vita,
o semplicemente, metteva luce laddove io creavo lontananze e ombre. Ombre che
oggi, dopo tanti anni, vedo chiaramente, poiché non erano altro che il mio
avvicinarmi alla parte mia più intima. La parte spaventata, bisognosa di essere
vista, di essere abbracciata, di essere protetta... Ecco allora che settembre
era il ritornare alla mia intimità, alla mia riflessione, al mio mettermi in
contatto con me stessa. Anche se era la parte di me malata.
Ora,
che non sono più dentro i meccanismi dei disturbi alimentari, ora che ho
imparato a guardarmi, ad abbracciarmi, a proteggermi, ora ho sentito quel velo
di malinconia che settembre porta con sè e, paradossalmente, ho provato una
dolcezza e una contentezza profonda... Sì, contentezza perché ho sentito che mi
basto così come sono...e non ho più bisogno di rifugiarmi nella mia ombra.
Francesca
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