testo


Questo spazio è dedicato a tutti coloro che vogliono CREARE UNA NUOVA CULTURA SUI DCA. Siete tutti importanti perchè unici, così come uniche sono le vostre storie e i vostri pensieri. Questo Blog resta quindi aperto a chiunque voglia proporre o condividere, perché Mi Nutro di Vita è di tutti ed è fatta TUTTI INSIEME.

domenica 10 settembre 2017

Sperimentare e non preservare



Quale sentimenti ed emozioni stai nascondendo dietro ad un'abbuffata?
A volte è la somma di certi comportamenti a preparare l'abbuffata ed un motivo apparente non c'è!
L'abbuffata non è la malattia, è solo un sintomo, come lo starnuto per il raffreddore. Non sei malata di starnuto, ma hai il raffreddore!
Siamo concentrati ad allontanare l'abbuffata quando dovremmo chiederci cosa sta succedendo, di cosa ci stiamo riempiendo veramente nella vita!
Il Binge, di cui si parla poco rispetto all'anoressia e alla bulimia (ma in realtà nasce dalla stessa "fonte"), è bastardo perché ti ferma, ti blocca!
Il famoso blocco alla pancia che anestetizza dal dolore.
Chi soffre di Binge spesso è una persona che corre, che addossa su di sé sempre più ruoli e responsabilità, è chi non sa dire di no a nessuno, è chi fa entrare dentro di sé tutti i mali del mondo e non è capace ad allontanare gli altri.
È chi ha paura a lasciare andare.
Chi ha smesso di vivere per se stesso.
Allora l'abbuffata è l'unico mezzo che ha per placare tutto!
Per fermarsi.
Il vuoto emotivo che si crea quando non alimenti più te stesso, quando è colmo di mille cose che assorbi e ti riempiono, bisogna azzittirlo ed è bene ingerire fino a scoppiare per non sentirlo, per far tacere tutto.
Il desiderio di cibo violento? ...Cerchiamo piacere, piacere da una vita votata al sacrificio, a tutti i no non espressi! Perché ormai abbiamo disimparato a darci piacere e deleghiamo solo il cibo a farlo per noi!
Quando senti voglia di cibo, in realtà non ti interessa perché in effetti se notate, qualsiasi cosa che ingerite, non vi da' realmente piacere! Ci riempiamo fino a scoppiare perché abbiamo voglia di evadere da quella gabbia che ci siamo creati. Vorremmo allontanarci da quel personaggio che abbiamo creato! Vorremmo permetterci il "lusso" di essere noi stessi!
Quel "noi stessi" che non conosciamo più!
Il mio motto è "sperimentare e non preservare" perché per uscire dalla malattia ci vuole aiuto, ci vuole resettare e rielaborare nuovi pensieri e nuove lenti per guardarsi e guardare il mondo, ci vuole rompere gli schemi!
E li rompi solo attraverso gli esperimenti, la conoscenza, che quello che la tua mente ritiene un gran rischio, di fatto non lo è!
Dobbiamo imparare che la nostra tendenza a definirci in certi ruoli limita il nostro campo di azione.

Clara

Nessun commento:

Posta un commento