Cara mamma,
te lo voglio raccontare, quindi ora spegni tutto e prova ad ascoltare; ho davvero bisogno di raccontarti quello che mi sta accadendo, ho bisogno di raccontarti quello che sta prendendo tutto il mio tempo, ho bisogno di raccontarti quello che mi ha rapito, ho bisogno di raccontarti del mio “disturbo del comportamento alimentare” o almeno così lo chiamano gli altri, “disturbo” o “malattia”, ma io sto bene mamma, io sto bene, me lo ripeto ogni giorno dentro la testa, io non ho nessun problema, disturbo o malattia che sia. Questo lo penso finché la razionalità non si fa un po' spazio dentro la testa, e così ho bisogno di dirtelo, così ho bisogno di raccontartelo:
Il disturbo alimentare è una catena che lega l'anima e costringe il corpo.
te lo voglio raccontare, quindi ora spegni tutto e prova ad ascoltare; ho davvero bisogno di raccontarti quello che mi sta accadendo, ho bisogno di raccontarti quello che sta prendendo tutto il mio tempo, ho bisogno di raccontarti quello che mi ha rapito, ho bisogno di raccontarti del mio “disturbo del comportamento alimentare” o almeno così lo chiamano gli altri, “disturbo” o “malattia”, ma io sto bene mamma, io sto bene, me lo ripeto ogni giorno dentro la testa, io non ho nessun problema, disturbo o malattia che sia. Questo lo penso finché la razionalità non si fa un po' spazio dentro la testa, e così ho bisogno di dirtelo, così ho bisogno di raccontartelo:
Il disturbo alimentare è una catena che lega l'anima e costringe il corpo.
Il disturbo alimentare è la ricerca esasperata di una perfezione.
Il disturbo alimentare è continuare a guardare se stessi con la dolorosa consapevolezza di farlo con occhi non più liberi.
Il disturbo alimentare è fame che ammutoliamo.
Il disturbo alimentare sono le dita ficcate in gola per vomitare.
Il disturbo alimentare è continuare a guardare se stessi con la dolorosa consapevolezza di farlo con occhi non più liberi.
Il disturbo alimentare è fame che ammutoliamo.
Il disturbo alimentare sono le dita ficcate in gola per vomitare.
Il disturbo alimentare è la faccia immersa nel gabinetto.
Il disturbo alimentare è un grido, muto.
Il disturbo alimentare è non essere più donna.
Il disturbo alimentare è una famiglia disperata, e sola.
Il disturbo alimentare non è vivere, è combattere per morire.
Il disturbo alimentare è mostrare attraverso esso le ferite dell'anima e cercare di spiegare quelle del corpo.
“Disturbo alimentare” non significa solo anoressia o bulimia, non consiste solo nell'abusare o bandire il cibo: esso è sofferenza, autolesionismo, autodistruzione. Esso ti porta ad essere rigida nel giudizio, soprattutto se indirizzato verso te stessa. perdi le emozioni, la tua autostima si raggela, ogni parola dolce, ogni attenzione ti scivola addosso, la dai per scontata, perché nella tua testa c'è solo un pensiero: il peso e le circonferenze del tuo corpo e lo spazio tra le cosce e il viso più scolpito. Un pensiero che ti divora dentro, prende tutto lo spazio che può come l'aria, e come vento spazza via tutto...lasciando solo un incolmabile vuoto.
Il disturbo alimentare è guardarsi allo specchio e odiare ogni parte di noi stessi.
Il disturbo alimentare è la continua voglia di avere il continuo controllo su tutto e sentirsi sconfitti e persi quando questo non succede.
Il disturbo alimentare ti porta ad allontanare tutti.
Io ti chiedo scusa mamma, ti chiedo scusa, so che tu non hai mai voluto tutto questo, so che tu te ne fai una colpa. So che stai cercando le duemila motivazioni che mi hanno portata qui, ma ora basta, mamma, basta; io voglio solo la tua felicità, voglio rivedere il tuo sorriso.
Scusa davvero, e ti chiedo scusa anche da parte sua.
Il disturbo alimentare è un grido, muto.
Il disturbo alimentare è non essere più donna.
Il disturbo alimentare è una famiglia disperata, e sola.
Il disturbo alimentare non è vivere, è combattere per morire.
Il disturbo alimentare è mostrare attraverso esso le ferite dell'anima e cercare di spiegare quelle del corpo.
“Disturbo alimentare” non significa solo anoressia o bulimia, non consiste solo nell'abusare o bandire il cibo: esso è sofferenza, autolesionismo, autodistruzione. Esso ti porta ad essere rigida nel giudizio, soprattutto se indirizzato verso te stessa. perdi le emozioni, la tua autostima si raggela, ogni parola dolce, ogni attenzione ti scivola addosso, la dai per scontata, perché nella tua testa c'è solo un pensiero: il peso e le circonferenze del tuo corpo e lo spazio tra le cosce e il viso più scolpito. Un pensiero che ti divora dentro, prende tutto lo spazio che può come l'aria, e come vento spazza via tutto...lasciando solo un incolmabile vuoto.
Il disturbo alimentare è guardarsi allo specchio e odiare ogni parte di noi stessi.
Il disturbo alimentare è la continua voglia di avere il continuo controllo su tutto e sentirsi sconfitti e persi quando questo non succede.
Il disturbo alimentare ti porta ad allontanare tutti.
Io ti chiedo scusa mamma, ti chiedo scusa, so che tu non hai mai voluto tutto questo, so che tu te ne fai una colpa. So che stai cercando le duemila motivazioni che mi hanno portata qui, ma ora basta, mamma, basta; io voglio solo la tua felicità, voglio rivedere il tuo sorriso.
Scusa davvero, e ti chiedo scusa anche da parte sua.
C.
allora si può mettere in parola questa malattia. finalmente.
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