Insieme
si può....
La mia
anoressia fondamentalmente non è solo il segno di un mio disagio ma
anche di quello della mia famiglia. Si perché anche se sto vivendo
in prima persona questa malattia i miei cari comunque vi sono
coinvolti in maniera significativa. Mi sono fatta portavoce di un
dolore, di una sofferenza che ha sempre riguardato anche i miei
familiari e se in qualche modo mi ‘sono sacrificata’ diventando
il simbolo di un malcontento 'generale', sto toccando da vicino la
loro di sofferenza fatta di senso d'impotenza, di sensi di colpa, di
insoddisfazioni, di annichilimento. Se per otto anni il mondo che
c’era dietro la malattia è stato messo a tacere perché nessuno di
noi l'ha mai accettata, ora che questo mondo o meglio universo sta
uscendo fuori, tutto è altrettanto difficile ma ha tutto un altro
senso, ha SENSO. Già perché se per otto anni le difficoltà create
dai troppi silenzi, dai tabù , dalla paura di esporsi e fare finta
di niente appariva come la strada più semplice da percorrere,
l'unico modo per difendersi, ora guardando in faccia la realtà
stiamo trovando la giusta forza per non nasconderci più e per
combattere.Ora ci ritroviamo insieme a fare i conti a viso aperto
con la malattia, le difficoltà sicuramente non mancano ma c’è
qualcosa di diverso. Sento che sto combattendo con loro, che anche se
impotenti davanti a determinate situazioni, tante volte anche per me
incomprensibili, non c’è GIUDIZIO ma CONSAPEVOLEZZA. Come 'ci sto
' io nella sofferenza stanno imparando 'a starci' anche loro, anche
se in tanti momenti provano rabbia perché vorrebbero togliermi
almeno un po’ del dolore che sto provando. Bè che esca fuori
questa rabbia, che si faccia avanti e non rimanga soffocata come se
non ci appartenesse. Che ognuno di noi si riprenda il proprio carico
di sofferenza e ci faccia i conti. Certo sto facendo e ho fatto i
conti anche con alcuni loro 'limiti' anche di comprensione, dettati
dalla loro storia di vita, dalla loro percezione di essa e da alcuni
schemi mentali strutturati nella loro mente da troppo tempo e che non
si può avere la pretesa di distruggere in toto . Però anche i loro
piccoli passi o comunque quelli che obbiettivamente possono apparire
come tali, soprattutto perchè si ha come metro di misura i propri
che inevitabilmente possono essere diversi perchè sei tu a vivere
in prima persona la malattia o perchè puoi anche avere una
propensione diversa al cambiamento, cerco di guardarli e sentirli
rapportali al loro sforzo e considerarli nella maniera giusta. Con il
tempo e attraverso il mio percorso sto imparando anche ad accettare
il loro modus vivendi senza farmi fagocitare dalle loro difficoltà,
dal loro 'fare poco rispetto a quello che sto facendo io' accettando
e dando una dimensione diversa al loro agire, o non agire, al loro
fare e al loro non fare. Tutto questo DIFFERENZIANDOMI.
Rosy
Rosy
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