E' passato molto
tempo dall'ultima volta che ho lasciato un mio pensiero su questo
blog,da allora come spettatore attento e partecipante ho visto
fluire da qui storie di vita vera,spaccati di tragedie,luci di
speranza.Ogni volta ho fatto del tutto, un po' di
mio,rivissuto,analizzato a volte lucidamente,altre volte con la
tristezza interiore che solo un senso di colpa a cui non possiamo
porre rimedio riesce a dare;ma comunque con la consapevolezza di
dover andare avanti per poter dare a tanti ciò che a me più è
mancato:la cultura,la conoscenza,la sensibilizzazione che porta a
sentirsi meno soli.In questo straordinario percorso di rete,tangibile
e non virtuale,ho incontrato tante persone animate dai mie stessi
propositi,tante si sono aggiunte cammin facendo,tante mi hanno detto”
è tutto inutile”e altre”io non ne voglio sapere più
nulla”;tutti capibili e tutti rispettabili,ma una persona con cui
scambiai solo poche parole un giorno seppe darmi la consapevolezza di
essere sulla strada giusta per poter aiutare e tornare a vivere
serenamente.Troppo spesso noi affianchiamo la felicità a
stereotipi:la famiglia tipo Mulino Bianco,il successo,la laurea
piuttosto che il diploma con il massimo dei voti,la bellezza,la
salute ed altro ancora.Ma quando qualcosa gira storto?Umanamente non
lo accettiamo,è una sconfitta e come tale la viviamo;ma non è
così,il nostro percorso comprende anche quelli che noi vediamo come
ostacoli alla nostra felicità:un lutto,una malattia,un amore
finito,una bocciatura,una separazione,una ricaduta e altro ancora ci
portano spesso a colpevolizzarci.Questo grande Papa che si fa sentire
vicino a noi, spesso ci parla di perdono,da vivere come
benessere,perchè quando riusciamo a lasciar andare
acredine,risentimento,improvvisamente ci sentiamo meglio, il cuore
diventa leggero,e questo è alla base della carità cristiana da
oltre duemila anni. Io penso(e la mia sorella di dolore me ne ha dato
la certezza)che chi vive la propria lotta con un dca,sia che lo viva
in prima persona,sia come genitore,famigliare o amico debba fare
un'ulteriore semplice passo oltre a perdonare;PERDONIAMOCI.
E' un passaggio
fondamentale per capire le nostre sconfitte, i nostri errori, e
ripartire più consapevoli e ove necessiti chiedere aiuto,il quale
non va visto come una resa,ma come un gesto di umile coscienza.Quindi
ragazzi,ragazze,mamme,papà PERDONIAMO e soprattutto PERDONATEVI
perché la guarigione è sempre dietro l'angolo ed è alla portata di
tutti,auguro a tutti serene feste cariche di speranza,ed infine
ringrazio colei che ha ispirato questo post e confermato le mie
certezze:Buon Natale Anneliese!
Stefano
Ho provato un brivido quando ho letto la frase: "tante mi hanno detto” è tutto inutile”e altre”io non ne voglio sapere più nulla”"... perchè una persona che dice una cosa del genere, è una persona che si è arresa. E io credo che arrendersi sia la cosa peggiore di tutte, perchè è l'unico modo per perdere veramente.
RispondiEliminaL'altro brivido invece me l'ha dato la frase: "con la tristezza interiore che solo un senso di colpa a cui non possiamo porre rimedio riesce a dare"... Ormai saprai che io cancellerei la parola "colpa" dal vocabolario. Anche perchè penso che dare/darsi una colpa sia una delle peggiori perdite di tempo che esista: non cambia le cose, e non porta a niente salvo a sentirsi peggio. Perché io penso che il senso di colpa sia un dolore e un sollievo malato, per l'assurda illusione che trovando un "colpevole" il dolore sarà cancellato... Per questo penso sia necessario andare oltre, senza fermarci alle etichette, e vedendo cosa invece di costruttivo è possibile fare, come tu stai facendo.
Buon Natale e buone feste anche a te, Stefano...
Bellissimo pensiero Stefano.
RispondiEliminaLa vita e' fatta anche di momenti bui, e noi siamo chiamati ad affrontare questi momenti in quanto uomini e donne. Il punto e' uscirne come persone migliori. E il perdono, in primis verso se stessi, e' il primo passo per ogni passo di guarigione fisica e mentale.
Buon anno.
perdonarsi è difficile, affrontare qualsiasi battaglia è difficile!!! quando anni fa ho deciso di perdonarmi ho anche deciso che la mia esperienza doveva essere d'aiuto per chi si trovava a combattere quella lotta... non penso di aver avuto ne più forza ne più coraggio di chi ha deciso di "non volerne sapere più nulla"... penso solo di essere stata uno dei tanti esseri umani che, distinguendosi per la propria cifra da chiunque altro, ha agito a suo modo. in quel momento io ho sentito che quella era la mia strada, che quello ero il mio dovere...lo rifarei altre mille volte perché mi ha arricchito in un modo indescrivibile ma comprendo benissimo anche la scelta di chi ha deciso di mettere da parte quella brutta esperienza per andare avanti. in fondo l'anoressia, come Stefano ci ricorda, è anche guarigione...è una parte della vita, una sorta di influenza... l'anoressia non è la vita, non è la cicatrice che ci marchia davanti agli occhi degli altri... bisogna avere il coraggio di metterla da parte, ognuno a suo modo, per continuare quella splendida avventura chiamata VITA!!!
RispondiEliminabuon anno
Michela