Caro Amore,
a te che inizi con la prima
lettera dell’alfabeto,
a te che sei il motivo
dell’esistenza di ciascuno di noi…
a te, che sei al centro
della vita di tutti i giorni ed, al tuo significato a volte banalizzato
io devo un grazie!
Sì, un grazie perché poco
più di quattro anni fa mi hai salvato la vita!
La mia intenzione è quella
di rivolgermi a te come se mi rivolgessi ad un’entità concreta, conosciuta… ad
un amico. Già, perché solo un amico può aiutarti a vincere un mostro chiamato
anoressia.
Ed è per questo che dopo i
meritati ringraziamenti, vorrei raccontare a tutti quanti come mi hai salvata.
Ero una ragazzina di 17
anni, uno scricciolo inerme davanti ad una battaglia così dura ma, nei miei
occhi, era possibile intravedere l’unico sogno, l’unica speranza… dimostrare,
nonostante tutta la sofferenza, la mia grande capacità di amare!
Le giornate sembravano non
passare mai, i pasti erano infiniti e, già nel primo pomeriggio, percepivo una
stanchezza tale da sperare di riuscire ad arrivare alla sera il più in fretta
possibile. Non erano giorni, erano punizioni… non era una vita degna di un
adolescente… non era la mia vita! Niente più hobby e passioni, niente più
desideri di diventare un medico ed una brava ballerina… niente! Tutto era stato
accantonato, reso impossibile dalla mia condizione e dalle mie convinzioni;
solo il sogno di conoscere te ogni tanto mi dava quella speranza e quella forza
per andare avanti.
Non ricordo precisamente il
giorno, ma so che da un certo momento in poi ho capito che tu saresti stato la
mia unica occasione… ho capito che avrei potuto combattere in tuo nome.
Ebbene sì, ho iniziato la
mia lotta in nome di un grande amore, ovvero quello provato per i miei due
meravigliosi genitori, e in nome di un forte desiderio: poter vivere un giorno
un amore così travolgente come quello che ancora dopo anni di matrimonio li
lega. Non so nemmeno il perché ho iniziato a credere di potercela fare, di
poter risalire quel baratro… forse tu mi hai dato una forza, una chance, mi hai
permesso di credere nelle poche energie che avevo.
Mi sono aggrappata a te e al
sentimento che hai creato per legarmi stretta stretta alla mia famiglia… tu,
insieme ai miei genitori mi avevate donato la vita regalandomi quella felicità
che ciascuna persona merita ma che pochi riescono a raggiungere. Non potevo
rovinare tutto, non potevo far svanire quel legame con la mia famiglia e non
potevo nemmeno rinunciare a quel sogno! Meritavo il tuo aiuto per trovare la
metà perfetta, quella metà che immaginavo fin da quando ero bambina… sapevo che
anche io un giorno avrei potuto formare quella mela perfettamente combaciante
che, la mia mamma e il mio papà, continuavano a nutrire giorno dopo giorno.
Non è stato facile… ogni
gradino che risalivo rappresentava tanta fatica, tanta sofferenza, ma anche la
consapevolezza di lottare per qualcosa più forte della malattia. Cominciavo a
rendermi conto del fatto che ora, e solamente ora, mi stavo avvicinando alla
mia perfezione, ben diversa da quella che l’anoressia mi spingeva a raggiungere
e che pensavo di possedere ogni giorno. Avevo lottato per la mia vita, per la
mia famiglia e per la nostra storia… sinceramente questo mi faceva sentire
perfetta a modo mio.
Il trascorrere del tempo ha
portato quella ragazzina a crescere, a divenire consapevole ed orgogliosa del
suo passato… aveva combattuto e aveva vinto! Aveva vinto il premio migliore… la
felicità delle persone a lei care.
Amore tu però non hai mai
dimenticato il sogno di quello scricciolo di trovare la metà della sua mela…
hai, infatti, permesso che costruissi il mio AMORE facendomi incontrare quella
persona speciale che avevo sempre sognato e disegnato nella mia mente!
E’ per tutto questo che ti
ringrazio e che dedico a te la mia felicità… quando infatti guardo me, la mia
famiglia e la mia speciale metà insieme ogni battaglia persa di quella guerra
svanisce e penso: “Ho lottato e vinto… ho meritato questa vittoria e vista la
ricompensa… ne è valsa la pena!!!”
Michela Olivieri
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