Mi chiamo
Micaela, ho 42 anni e da 20 soffro di disturbi alimentari.
Da poco ho
cominciato un percorso, il mio percorso verso la guarigione. Una volta non
avrei mai sperato di poter anche solo pensare a questa parola, dopo tanti anni,
ricoveri e tentativi di sopravvivere, invece ora sono sicura che guarire si
può.
Tutto è
iniziato quando a luglio mi sono trasferita e, pur restando nella stessa provincia,
ho cambiato ASL di appartenenza. Ho cominciato a cercare una struttura che
potesse seguirmi e mi sono scontrata con una dura realtà….gli appoggi sono
pochi e per una persona adulta e "cronica" la possibilità di ricevere
aiuto sembra inesistente…
…questo, al
contrario di quello che si potrebbe pensare, è stata la mia fortuna!
Nonostante
porte in faccia e rifiuti, continuavo a cercare aiuto e tramite la rete ho
‘scoperto’ l’associazione Mi Nutro di Vita. Ho scritto una mail, senza alcuna
speranza di ricevere risposta, per le premesse che avevo fatto, per
scetticismo, scoraggiamento e poca fiducia.
Invece, poco
dopo, ricevo una mail di risposta, da Francesca…mentre leggevo sentivo cose
nuove…disponibilità, attenzione, fiducia e soprattutto speranza…qualcuno reale,
che aveva passato quello che avevo vissuto io, era guarito e capiva
perfettamente tutto, da quel poco che avevo osato scrivere. Non solo bellissime
parole, ma anche una proposta concreta: un invito a partecipare al loro "laboratorio"
di condivisione e auto-mutuo-aiuto.
Non sapevo
cosa aspettarmi…quella mail, quelle parole avevano acceso dentro di me una
piccolissima luce…avevo così paura che fosse una mia illusione, che non avevo
il coraggio di prestarle attenzione…ma qualcosa dentro di me non voleva
arrendersi.
Mi sono fatta
accompagnare dal mio compagno e siamo andati. Pur trovandomi in mezzo a persone
estranee, ho sentito subito una forza…non mi sentivo più sola, potevo parlare o
anche solo ascoltare e condividere emozioni, sentimenti, paure che solo chi è
dentro il problema conosce, in un ambiente protetto, senza timore di giudizi.
Sono riuscita
a parlare un po’ di me, della voglia di trovare aiuti concreti e adeguati, e di
non volermi fermare nonostante le difficoltà, e ho subito ricevuto ascolto e
soprattutto intravisto una nuova prospettiva: guarire!
Mi è stato
suggerito di scrivere una frase che avevo detto: "perché adesso ho tanto
per cui vale la pena riprovarci"; questo sarebbe stato il primo di tanti
biglietti che mi stanno accompagnando nel mio percorso di vita.
Subito non ho
realizzato quanto significativo sarebbe stato questo incontro. Non ho smesso di
cercare aiuti specializzati: quella piccolissima luce, non solo non si era
spenta, ma mi dava forza di non arrendermi. Cominciavo timidamente a credere
che forse anche io potevo guarire, rileggevo il biglietto, che porto sempre con
me, e le mail costanti di sostegno e suggerimenti. Ma ecco l'ennesimo rifiuto!
‘Sono 20 anni, sei cronica, cosa ti aspetti dopo anni di terapia, sei da Salute
Mentale o da ricovero…ma non con ragazzine…’
Contro ogni logica
'malata', a quell’ennesima sentenza reagisco decidendo di uscire con il mio
compagno. Per la prima volta, dopo tanto tempo, metto da parte la malattia,
dedico tutto il giorno a prepararmi…sono fuori,
con lui, in mezzo ad altre persone, sto facendo una cosa normale, come chiunque
altro, vedo luci, colori, sento profumi, suoni, parlo e rido e mi sento amata e
forte perché non sono più sola…ha anche il mio biglietto…penso ecco, io,
Micaela, sono questa! Posso essere normale, posso farcela con gli aiuti giusti,
non sono "cronica", posso fare più che semplici miglioramenti e
convivere con i sintomi…che strana sensazione, mi sento per la prima volta
viva.
Dopo qualche
giorno, al mio secondo incontro a Pieve Ligure, racconto con imbarazzo quello
che era successo e, nonostante non avessi ancora iniziato un nuovo percorso
medico (che ora invece ho ripreso a portare avanti), quello che tutti vedono è
una luce nei miei occhi, una luce di vita, la voglia di uscire da quella gabbia
che è la malattia.
Il cambiamento era già cominciato…la cura dell’anima…grazie
alla fiducia, al sostegno, al sentirmi forte, perché nessuno si salva da solo.
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