Cara Me,
Quando ti guardi nello specchio del bagno, appannato dal vapore della doccia che ha coperto fino a qualche istanti primi i vagiti del tuo dolore, non guardi veramente chi sei. Prova a capirlo. Il viso paonazzo, triste e arrabbiato, gli occhi gonfi e lucidi che sembrano disprezzarti stanno gridando, urlano e strepitano per svegliarti dall’incubo in cui vivi.
In quello specchio non sei tu perché se provassi a guardarti con altri occhi vedresti il tuo valore, il tuo bisogno d’amore, la forza che hai fisicamente a rialzarti volta dopo volta, quando il tuo cuore esausto sembra solo volersi fermare da quella corsa che impazza nel petto ma non lo fa. Continua a battere, forte perché tu forse non lo sai ma vuoi vivere e quella che hai è fame di vita, di gioia, d’affetto.
Tremante lasci il bagno con quel senso di vergogna e fallimento che sembra insinuarsi in ogni fibra della tua pelle fino a raggiungere la profondità delle tue viscere ad annichilirti l’anima. Vorresti sparire, strappare via quella sensazione che ti violenta ogni volta che cadi. La solitudine che porti nel profondo è un vuoto che si espande giorno dopo giorno, ogni volta che non chiedi aiuto, ogni volta che pensi di non meritarlo, il vuoto si fa spazio dentro di te e logora il tuo essere.
Posso vedere la tua sofferenza, posso viverla e soffrire perchè sono passati tanti anni da quando sei scivolata dentro questo vortice di demoni che ti ha segnata in modo indelebile.
Sul tuo corpo le storie del dolore, inciso nella carne in tutti i momenti in cui sentivi di non farcela più.
Nella tua gola ferita le fitte ogni volta che qualcosa scende giù a dissetarti. Fitte dolenti a ricordarti cosa hai fatto e inevitabilmente senti di essere una fallita, incapace di abbandonare la gabbia che la malattia ha costruito attorno a te.
Vorresti gridarlo al mondo il tuo dolore ma non lo sai fare e ti senti morire sempre più ogni volta che trattieni le tue emozioni e invece di urlare le trangugi fino a vomitarle fuori, arrabbiata.
Ti guardo e nemmeno te ne accorgi.
Sei bella, forte, sei degna ma non lo sai. Meriti tutto il bello che la vita ha da offrirti e il dolore che hai provato fino ad ora ti insegnerà che quello che di oscuro la vita ti riserverà ancora sarai in grado di superarlo.
Guardati, ti prego. Ma abbandona gli occhi della malattia per un solo istante e guardati per chi sei davvero.
Tremi impaurita e nonostante questo sei qui, adesso.
Non sperare che chi hai accanto ti comprenda se tu per prima non sai farlo.
Lasciati aiutare da chi può farlo e amati, solo così potrai scoprire l’amore che gli altri hanno da offrirti.
Nessuno ti conosce meglio di me. Vivo ogni giorno la tua agonia e i tuoi sorrisi, quelli veri che compaiono sul tuo viso candido quando ti emozioni.
Emozioni. Quante ne senti? Infinite, sei così sensibile che ti lasci sconvolgere da ciò che senti. Impetuosa la tua anima, liberala da questa gabbia angusta perché lo merita.
Nulla cambierà il passato ed è giusto che sia così. Sei la donna di oggi per quello che hai vissuto ieri e sarai la donna di domani per quello che vivrai oggi.
Ascoltami.
Iniziare non è facile lo so e la strada appare tanto difficile che la gabbia spaventa meno però, alla fine del percorso, la tua libertà e non c’è motivo più grande per lottare e conquistarla.
Il domani inizia oggi e per noi voglio il meglio. Guariremo.
Quando ti guardi nello specchio del bagno, appannato dal vapore della doccia che ha coperto fino a qualche istanti primi i vagiti del tuo dolore, non guardi veramente chi sei. Prova a capirlo. Il viso paonazzo, triste e arrabbiato, gli occhi gonfi e lucidi che sembrano disprezzarti stanno gridando, urlano e strepitano per svegliarti dall’incubo in cui vivi.
In quello specchio non sei tu perché se provassi a guardarti con altri occhi vedresti il tuo valore, il tuo bisogno d’amore, la forza che hai fisicamente a rialzarti volta dopo volta, quando il tuo cuore esausto sembra solo volersi fermare da quella corsa che impazza nel petto ma non lo fa. Continua a battere, forte perché tu forse non lo sai ma vuoi vivere e quella che hai è fame di vita, di gioia, d’affetto.
Tremante lasci il bagno con quel senso di vergogna e fallimento che sembra insinuarsi in ogni fibra della tua pelle fino a raggiungere la profondità delle tue viscere ad annichilirti l’anima. Vorresti sparire, strappare via quella sensazione che ti violenta ogni volta che cadi. La solitudine che porti nel profondo è un vuoto che si espande giorno dopo giorno, ogni volta che non chiedi aiuto, ogni volta che pensi di non meritarlo, il vuoto si fa spazio dentro di te e logora il tuo essere.
Posso vedere la tua sofferenza, posso viverla e soffrire perchè sono passati tanti anni da quando sei scivolata dentro questo vortice di demoni che ti ha segnata in modo indelebile.
Sul tuo corpo le storie del dolore, inciso nella carne in tutti i momenti in cui sentivi di non farcela più.
Nella tua gola ferita le fitte ogni volta che qualcosa scende giù a dissetarti. Fitte dolenti a ricordarti cosa hai fatto e inevitabilmente senti di essere una fallita, incapace di abbandonare la gabbia che la malattia ha costruito attorno a te.
Vorresti gridarlo al mondo il tuo dolore ma non lo sai fare e ti senti morire sempre più ogni volta che trattieni le tue emozioni e invece di urlare le trangugi fino a vomitarle fuori, arrabbiata.
Ti guardo e nemmeno te ne accorgi.
Sei bella, forte, sei degna ma non lo sai. Meriti tutto il bello che la vita ha da offrirti e il dolore che hai provato fino ad ora ti insegnerà che quello che di oscuro la vita ti riserverà ancora sarai in grado di superarlo.
Guardati, ti prego. Ma abbandona gli occhi della malattia per un solo istante e guardati per chi sei davvero.
Tremi impaurita e nonostante questo sei qui, adesso.
Non sperare che chi hai accanto ti comprenda se tu per prima non sai farlo.
Lasciati aiutare da chi può farlo e amati, solo così potrai scoprire l’amore che gli altri hanno da offrirti.
Nessuno ti conosce meglio di me. Vivo ogni giorno la tua agonia e i tuoi sorrisi, quelli veri che compaiono sul tuo viso candido quando ti emozioni.
Emozioni. Quante ne senti? Infinite, sei così sensibile che ti lasci sconvolgere da ciò che senti. Impetuosa la tua anima, liberala da questa gabbia angusta perché lo merita.
Nulla cambierà il passato ed è giusto che sia così. Sei la donna di oggi per quello che hai vissuto ieri e sarai la donna di domani per quello che vivrai oggi.
Ascoltami.
Iniziare non è facile lo so e la strada appare tanto difficile che la gabbia spaventa meno però, alla fine del percorso, la tua libertà e non c’è motivo più grande per lottare e conquistarla.
Il domani inizia oggi e per noi voglio il meglio. Guariremo.
V.
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