Cos'era quel mostro?
Paura di crescere? Paura di confrontarsi con il mondo? Paura di guardarsi dentro?
Ancora non mi so rispondere, ma qualunque cosa fosse, ha invaso la mia realtà diventando l'unico soggetto delle mie giornate. L'unica cosa che mi faceva alzare dal letto la mattina era il pensiero di trovare nuovi modi per raggiungere quel bramato numero sulla bilancia, per raggiungere quell'immagine di perfezione che c'era nella mia testa. Ma qualsiasi obiettivo non era mai abbastanza, l'immagine riflessa allo specchio era sempre sbagliata e, con il senno di poi, oserei dire sempre più martoriata.
Ma la verità è che la cosa sbagliata non è mai stata il mio corpo, non è mai stata il mio peso. La cosa sbagliata era il modo che avevo di percepirmi, era l'opinione che mi ero fatta di me stessa, era la stima assente che avevo in me, la cosa sbagliata era credere che non avesse senso vivere una vita che ti pone di fronte a certe esperienze troppo precocemente, per le quali non sei in grado di reagire.
E tu, cara anoressia, te ne sei approfittata promettendomi una 《nostra》 realtà più sicura, una realtà in cui sarei potuta essere padrona di me stessa, una realtà in cui avrei avuto il controllo di ciò che mi accadeva attorno.
Ma le tue erano tutte bugie.
Mi hai fatto cadere in un baratro da cui non potevo più uscire, un circolo vizioso che mi ha costretta ad aggrapparmi sempre di più a te, che mi hai ripetutamente portata a toccare il fondo, distruggendo le persone che mi stavano accanto e che mi volevano bene.
Ma non l'hai avuta vinta sai?
Con il tempo ho capito che la vita non è "tutto o nulla", ho trovato la forza di non darti retta più, sebbene ormai la nostra fosse diventata un'amicizia profonda e consolidata. Ho capito che con te stavo allontanando quella che è la vera essenza della vita. Ho iniziato a non prendere più per un complimento le facce schifate della gente quando mi guardava, quelle stesse facce di cui invece ti nutrivi e ti rinforzavi in me.
È allora che ho capito veramente chi eri.
Così ho deciso di farti uscire dalla mia vita, per far nascere una nuova me che, come una farfalla che esce dal suo bozzolo, non vede l'ora di iniziare a vivere davvero.
Paura di crescere? Paura di confrontarsi con il mondo? Paura di guardarsi dentro?
Ancora non mi so rispondere, ma qualunque cosa fosse, ha invaso la mia realtà diventando l'unico soggetto delle mie giornate. L'unica cosa che mi faceva alzare dal letto la mattina era il pensiero di trovare nuovi modi per raggiungere quel bramato numero sulla bilancia, per raggiungere quell'immagine di perfezione che c'era nella mia testa. Ma qualsiasi obiettivo non era mai abbastanza, l'immagine riflessa allo specchio era sempre sbagliata e, con il senno di poi, oserei dire sempre più martoriata.
Ma la verità è che la cosa sbagliata non è mai stata il mio corpo, non è mai stata il mio peso. La cosa sbagliata era il modo che avevo di percepirmi, era l'opinione che mi ero fatta di me stessa, era la stima assente che avevo in me, la cosa sbagliata era credere che non avesse senso vivere una vita che ti pone di fronte a certe esperienze troppo precocemente, per le quali non sei in grado di reagire.
E tu, cara anoressia, te ne sei approfittata promettendomi una 《nostra》 realtà più sicura, una realtà in cui sarei potuta essere padrona di me stessa, una realtà in cui avrei avuto il controllo di ciò che mi accadeva attorno.
Ma le tue erano tutte bugie.
Mi hai fatto cadere in un baratro da cui non potevo più uscire, un circolo vizioso che mi ha costretta ad aggrapparmi sempre di più a te, che mi hai ripetutamente portata a toccare il fondo, distruggendo le persone che mi stavano accanto e che mi volevano bene.
Ma non l'hai avuta vinta sai?
Con il tempo ho capito che la vita non è "tutto o nulla", ho trovato la forza di non darti retta più, sebbene ormai la nostra fosse diventata un'amicizia profonda e consolidata. Ho capito che con te stavo allontanando quella che è la vera essenza della vita. Ho iniziato a non prendere più per un complimento le facce schifate della gente quando mi guardava, quelle stesse facce di cui invece ti nutrivi e ti rinforzavi in me.
È allora che ho capito veramente chi eri.
Così ho deciso di farti uscire dalla mia vita, per far nascere una nuova me che, come una farfalla che esce dal suo bozzolo, non vede l'ora di iniziare a vivere davvero.
Rachele
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Ph. Credits: Christian Spencer
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