La guardo. Da lontano. L’ascolto. E mi fa ancora paura. Sento che ha ancora potere. Che è ancora forte. Ma la tengo a bada. So riconoscerla. Bussa forte quando sono fragile. Quando ho più bisogno di lei. Lo sa. Lo avverte. Lei lo avverte, sempre. Eppure non mi lascio ingannare. Ho raggiunto il mio equilibrio.
Quella voce è seducente. Mi affascina ancora. In lei posso ripararmi e sentirmi piccola. Ma io non sono più piccola. È ora di accettarlo. Devo andarmene. Scappare da lei. Allontanarmene. Lasciarla scivolare, urlare, se vuole, ma non ascoltarla. Io, questa volta, devo crescere.
Ma lei è lì. Mi scruta. Mi osserva. Ne sento i suoi occhi. Riconosco il suo calore. Quello che sa proteggere. Stringere. Soffocare.
Sei tu che mi parli ancora? Perché vuoi ancora me? Perché non te ne vai del tutto?
Ti ritrovo in quella foto. La mia. La tua. La nostra. Porto il tuo volto. Tu porti il mio dolore. E mi viene da piangere. Mi fa ribrezzo quell’immagine. Negli occhi spenti riconosco la tua voce, lo strazio, l’esasperazione.
Il tuo pensiero mi fa tremare. Ma sono qui. E sono viva adesso. Ora che so dirti di no. Ora che so farti tacere. Ora che voglio crescere, nonostante la paura.
Non te ne vai eh. Resti lì. Immobile. Ti vedo. Ti sento. Aspetti. Vuoi colpirmi ancora. Non accetti la sconfitta tu. Non sai perdere la battaglia. Ma io, adesso, non mi vergogno più. Ti porto dentro. Conservo le tue parole. Le riascolto, quando ho voglia. Perché mi fa ancora bene farmi cullare da te. Sei ancora protezione. Porto sicuro delle mie insicurezze.
Ma non mi vergogno più di te. Lo grido al mondo che ci sei stata. Che ci sei. Che ci sarai. Perché lo sappiamo entrambe che non te ne andrai mai. Sarai il marchio di una vita che sta imparando a cavarsela senza te. Adesso ho capito che posso salutarti, tenendoti con me. Allontanarti pur avendoti. Sei mia ma non ti appartengo.
Ciao Anoressia.
Giovanna De Marco
Semplicemente perfetto.
RispondiEliminaTi sento in tutto quello che scrivi, perché è lo stesso per me.
Grazie per queste parole.
C.