“HO PAURA DEL CAMBIAMENTO.”
Quante
volte con queste parole ho giustificato il mio malessere...è sempre sembrata
una spiegazione plausibile alle mie resistenze nel percorso verso la
guarigione, verso il cambiamento, appunto. Ma la paura del cambiamento non è
una scusa, non è una semplice giustificazione dietro cui nascondersi, anzi. La
paura paralizza, è vero, può essere di grande ostacolo al cambiamento stesso, perché
porta a perdersi nel vuoto. La paura si nutre dei "se...", di
infiniti “se…”, mentre i fatti si scrivono con i "ma...". E allora,
per accettare il cambiamento bisogna prima di tutto accettare la paura,
ascoltarla, sentirla. Per liberarsi dal peso della paura, bisogna trovare il
coraggio di affrontarla, perché più ci si ostina ad ignorarla, più
insistentemente lei continua a controbattere, procede a grandi passi. Il
cambiamento, invece, è lento, timido, ma accade di continuo.
Il
cambiamento succede, accade, ogni giorno, perché è la natura della vita
stessa...il cambiamento stesso E’ VITA! E' vita perché è una continua scoperta,
ed è proprio nel piacere legato alla scoperta che sta il suo più grande e
prezioso potenziale. Continuamente esposti ad esso, ci illudiamo di avere il
potere di opporgli resistenza, di mettergli un freno o, viceversa, di premere
l’acceleratore, quando non è il momento opportuno: troppo presto, o troppo
tardi… E invece, affinché sia possibile, il cambiamento deve essere spontaneo,
libero dalla paura. Allora, dovremmo forse imparare ad accoglierlo, a farlo
'nostro', quando arriva, e ad attenderlo, con tanta pazienza, quando invece
indugia a manifestarsi.
Il
cambiamento succede, accade, ogni giorno, perché è nella natura umana di
cambiare, per far fronte alle circostanze esterne, mutevoli, spesso
imprevedibili. E (relativamente) poco importa se le si affronta con gli occhi
gonfi di lacrime, con un peso sul cuore o con il sorriso stampato in volto.
IMPORTA AFFRONTARLE. Perché in ogni caso, da questo scontro si uscirà comunque
vittoriosi, comunque un po' più forti: forti dell’aver trovato il coraggio di
tenere testa alla paura per andare incontro al cambiamento. Quanti, invece,
nemmeno provano a schierarsi: si lasciano vincere dalla paura, ne seguono
passivamente le direttive; hanno perso in partenza. Quante volte non si riesce
ad ammettere di avere paura, per non sentirsi, o mostrarsi, fragili… Ma la
fragilità non sta forse, invece, nel non saper ammettere, accettare le proprie
paure, nel non saperle accogliere?
Nel
caso specifico dei disturbi alimentari, non credo che la paura del cambiamento
sia strettamente legata solo all'idea di un corpo che cambia, ad una forma che
inevitabilmente muta nel tempo: la paura del cambiamento è soprattutto paura di
non riconoscersi più, di perdere la propria identità nel momento in cui
la forma cambia e di non riuscire più a ritrovarla, cioè ad identificarsi,
nella nuova forma. E' il timore di non riuscire a vestire bene i panni
diversi che le mutevoli circostanze quotidiane ci chiedono di indossare di
volta in volta, di situazione in situazione. Identificarsi è riuscire a
far coincidere l’identità con la forma in divenire, con la forma del
cambiamento, è mettere e mantenere in comunicazione la nostra identità con
tutto ciò che le sta intorno, un involucro - fatto di persone, contatti,
ambienti, sensazioni - che cambia di continuo, e che perciò può spaventare. Da
quando ho iniziato a coltivare la mia speranza in un cambiamento possibile, io
non ho più paura di ammettere la mia paura, perché ho capito che sentire,
vivere, la paura è in realtà già la prova di un cambiamento in atto, di una
reazione in atto, una reazione salvifica: una reazione alla paura stessa, che
spinge ad agire in difesa e in nome del proprio desiderio. E solo quando inizi
ad ascoltarla e ad interrogarla quella paura, ti rendi conto che il motore
della reazione sei proprio tu, tu stessa. Quando ci sei dentro, totalmente
immersa nel vortice della paura, non sei in grado di valutare nulla
lucidamente: vivi momenti interminabili in cui, anzi, non puoi nemmeno
concederti di dire "ho paura"; tutto è buio, la paura prende il
sopravvento su qualunque tuo pensiero e azione. Come se indossassi un paio di
paraocchi, vedi soltanto ciò che è già stato disegnato, il percorso che è già
stato tracciato. Quel percorso si, è già stato scritto, e lo si potrà
rileggere, tante volte, ogni volta con occhi diversi, con una consapevolezza
diversa, man mano che passerà il tempo. Ma tutto ciò che deve venire, ancora
no, non è già scritto: lo puoi immaginare, fantasticare, ma per crearlo, per
renderlo presente, vivo, reale, c’è bisogno della tua mano, del tuo contributo
e del tuo impegno. C’è un foglio bianco da riempire, con i colori che più ti
aggradano, puoi scegliere - sei LIBERA di scegliere - quelli che più piacciono
a te, perché è tuo, è il tuo disegno, ci puoi mettere LA TUA FIRMA. E potrai
farne un capolavoro…
Sandra
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